Capitolo 33: Strano

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<Sei tanto arrabbiato?>

Quello aguzza lo sguardo, riducendo le iridi infuocate ad una riga sottile.

Passa qualche istante a scrutarmi in religioso silenzio, senza smettere di stringermi a se; non sapendo bene cos'altro dire seguo il suo esempio, ignorando tutti i quesiti che mi turbano al momento.

Sembra perso in chissà quali contorti pensieri.

<Me lo avevi promesso Izuku.> rimarca l'ultima parola con il suo profondo tono da Alpha, immobilizzandomi.

Il mio Omega interiore freme in un misto di eccitazione e sgomento, portando le mie membra a tremare e contorcersi, tentando di farmi sottomettere completamente alla natura del biondo.

<I-i-io... lo so-> mi blocco, udendo il tono della mia stessa voce incespicare.

Perché sono così... nervoso?

<Piccolo hai idea di quanto sia stato pericoloso?>

<Ma non mi ha fatto nulla...> borbotto quasi in un sussurro, rivolgendomi forse più a me stesso che a lui.

<Grazie agli dei.> risponde serissimo immediatamente, con le labbra a pochi millimetri dal mio orecchio.

Vorrei continuare a disquisire con lui sul fatto che probabilmente quella maestosa creatura non mi avrebbe mai torto un capello, ma notando la sua espressione indecifrabile e il momento non proprio consono, decido di rimandare questo discorso a un'altra volta.

Forse è più indispettito a causa del fatto che non ho mantenuto la promessa.

Anche se non è del tutto colpa mia.

<Kacchan.> alzo finalmente lo sguardo nel suo, aggrappandomi a un lembo del mantello.

<Non mi piace farti preoccupare Kacchan...> comincio, allacciandogli piano le braccia attorno al collo.

<Ma non era intenzionale. È da quando mi sono svegliato che ti sto cercando; non ti trovavo e pensavo che lui sapesse dove eri andato a finire, perciò mi sono fatto portare. Non mi sarebbe mai venuto in mente... beh, quello.>

Le sue pupille si assottigliano nel mentre che mi tira contro al petto, lasciandomi sedere sopra le sue gambe.

Trovandomi leggermente rialzato rispetto a lui, abbasso le iridi sul pelo lievemente impolverato che gli fascia il collo, tenendo la stoffa porpora stretta nei pugni.

<È da prima che lo dici. Lui chi.>

Mi mordo appena il labbro quando con la punta delle dita mi costringe ad alzare il mento, tanto quanto basta per incatenare il suo sguardo di fuoco al mio.

<Te la prenderesti e non se lo merita.>

<Deku.> mi chiama addolcendo sia il tono che i tratti del viso, scostandomi le ciocche scure dalla fronte nel mentre che un mio pugno viene accarezzato e stretto dalla sua mano libera.

<Il lupetto.>

<Quel cane spelacchiato?>

<Kacchan...> provo a cercare la figura dell'animale tra le ombre del sottobosco, sentendo le dita del biondo scorrere sul mio viso, aggrappandosi ad una grossa ciocca di capelli in modo da avvicinarmi a lui e lasciarmi un morbido bacio sulla fronte.

<Meglio andare ora.> parla lentamente, tirandomi su con lui e rimettendomi in piedi.

<Ka...> lascio la parola come sospesa a mezz'aria, seguendolo nel momento che questo inizia ad avviarsi.

Ha un'aura strana; anche il suo odore non è del tutto a posto.

Non è affatto aggressivo, tuttavia...

<Kirishima.> chiama ad un tratto, fermandosi circa un metro avanti al sottoscritto.

<Oh, Bakub- Kirishima?> risponde il rosso sorridente, visibilmente confuso.

È a torso nudo inginocchiato sulla sponda di un piccolo ruscello, affiancato dalla carcassa di un qualche animale di cui non riesco a scorgere l'intera sagoma, nascosta in parte dall'Alpha.

Credo lo stia scuoiando. Forse dovrei farmi esplicare un paio di nozioni base.

<Buongiorno Midoriya! Dormito bene?>

Annuisco, sto per aprir bocca quando il tono disinteressato del biondo mi interrompe prima ancora di cominciare.

<Accompagno Deku al villaggio.>

<Va bene. Finisco io allora.>

Abbasso il capo, salutando Kirishima con un gesto della mano e venendo ricambiato, riprendendo poi la camminata dietro all'Alpha.

Continuiamo senza dire una parola, finché arrivati al grande falò centrale, perennemente acceso, mi spinge piano in una delle capanne; appena varcata la soglia, una miriade di profumi deliziosi mi investono in pieno, facendomi venire l'acquolina in bocca.

Con un cenno mi invita a sedere, avvicinandosi ad un'altra entrata, posta sul fondo della capanna e sporgendosi da essa.

<Oi gigante! Una porzione!> urla come suo solito, battendo il palmo contro la trave in legno.

Sobbalzo appena sullo sgabello, poggiando i gomiti sul tavolo; questo spazio assomiglia molto ad una mensa, solo più confortevole.

Il biondo torna poi con un boccale ed una brocca d'acqua in terracotta, piena fino all'orlo.

Poco dopo esce da quella che alla fine ho dedotto essere una cucina, un ragazzo molto più alto di me dalle grosse labbra piene, portando con se un piatto ancora fumante e delle posate praticamente nuove.

Me lo piazza dinnanzi, sorridendomi raggiante.

<Offerto dalla casa! Midoriya giusto? L'altro giorno ho dovuto cucinare e non ci siamo potuti incontrare, io sono Sato.>

<Grazie mille! Piacere.> mi allungo sul lungo tavolo porgendogli la mano, che prende a sua volta con una stretta vigorosa.

Scambia qualche parola anche con Kacchan ma non riesco a seguire il discorso, mi avvento sul pasto con voracità, sentendo solo ora i morsi della fame.

<Piano, piano! Sei mingherlino ma finirai per strozzarti. Spero ti piaccia, buon appetito!> saluta prima di uscire e andarsene.

Rispondo con un mugugno, a bocca piena, muovendo la mano.

Il biondo mi osserva ancora in silenzio, a braccia incrociate, ben salde sul suo petto scoperto; non riesco proprio a capire come faccia ad andare in giro a quel modo.

Fa per andarsene e per poco non soffoco, cercando di mandare tutto giù il prima possibile per poter parlare.

<Kacchan? Vai già via?>

<Torno indietro. Per oggi rimani.> dal suo tono non è un ordine, sembra più una richiesta di cui però non vuole aspettare la risposta.

Annuisco, continuando a mangiare tranquillo; esce dopo avermi lanciato un'ultima occhiata, senza voltarsi ulteriormente.

Non senza di te - Bakudeku OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora