BLANKETS, DISARONNO AND...LORIS.

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CAPITOLO 14.
Niccolo's pov.

È calato il silenzio in mezzo al buio che inonda la stanza a soqquadro di Federico. Nessuno dei due sa cosa dire all'altro ed in questi istanti il cuore vorrebbe saltarmi fuori dalla gabbia toracica.
Percepisco il suo respiro nonostante non sia in grado di capire in che parte del letto lui si trovi. Ho la schiena incollata al muro e non intendo staccarla da qui perché temo di poter esser risucchiato in un circolo di paroloni e frasi d'effetto che non reggerei.

« Visto che non parli tu, lo faccio io. »

Porca paletta. Sei impaziente, Federico!
Ed io sto tremando con la consolazione che non posso dartelo a vedere considerata l'assenza di luce.

« Bene. Mi fa piacere che tu sia gay perché così non devo più preoccuparmi di quali impressioni io ti possa suscitare anche solo con una carezza di troppo. » dice ed io espiro silenziosamente.

Sono più che consapevole di sembrare spaventato e ciò di cui sono ancora più certo è che lui sappia perfettamente come io mi stia sentendo. È come se avesse un radar per le emozioni forti, perciò non mi stupisce che stia cercando di affrontarmi adesso.
Ho la bocca asciutta e le labbra secche. Sono di ghiaccio contro la parete e il mio cuore manca un battito nel preciso momento in cui il suo piede sfiora la mia gamba nuda.

« Non vuoi dirmi nulla? »

Se continuassi a stare in silenzio penserebbe che io sia poco maturo, in relazione con quanto ci siamo permessi prima di parlare. Perciò non permetterò che il timore di affrontare qualcuno come Federico mi esima dall'esprimere appieno le mie considerazioni.
Specie in un momento intenso come questo.

« Sono sorpreso. » sparo.
« Non posso dire il contrario di me. »
« Ed io non voglio che tu possa pensare che tutto questo non faccia per me o che tra noi le cose cambieranno nei giorni che ci restano da passare insieme. » continuo velocemente.

Adesso è lui che tace. Più sta in silenzio e più la voglia di urlargli contro mi avvinghia dallo stomaco fino al collo da dove attende di essere liberata.
Federico, mi piaci anche tu. È questo quello che vorrei dire, se non fosse che Valerio ed io siamo un puzzle ancora piuttosto irrisolto.

« Che mi dici riguardo a quello di cui ti ho appena parlato. Credi che io faccia per te? » domanda.
« Sarei egoista contro me stesso se ti dicessi che il modo in cui ci sfioriamo o che il modo in cui mi provochi non mi faccia effetto. Tuttavia c'è qualcosa che mi ferma ed è qualcosa che appartiene al passato. »

Cerco il suo braccio nel buio anche solo per poterlo sfiorare, ma tutto avviene con grande ed imbarazzante insuccesso. È solo quando si muove un po' tra le lenzuola che lo afferro e lo avvicino a me, con fin troppa avventatezza.

« Che stai facendo? » mi domanda.
« Mi accerto che tu ci sia ancora. »
« Non scappo mica. Lo sai anche te che sono un vero duro. » ride ed io rido con lui.
« Tu come ci convivi col passato? »
« Faccio finta che esista solo il presente. »
« A me sembra una scelta poco saggia. » commento.
« Ciò che è nel passato, rimane nel passato. »
« Il presente necessita del passato per esistere. »
« Ma non è necessario attingere dal passato per godersi il presente. Dico bene? »

« Te l'ho già detto. Il mio passato fa parte del mio presente. » sfioro il palmo della sua mano.
« A ciascuno i suoi. È equo. »
« Non so davvero cosa dire o fare. »
« Se non hai nulla da dire, sta' in silenzio. È molto meglio non proferire parole di alcun genere in casi come questo, garantisco io. »

Mi sento in colpa, anche se so bene che non ho colpa alcuna per il momento. E credo che seguirò il suo consiglio, perciò mi accovaccio con la testa sulle sue gambe e lascio che il resto venga da se.
Infondo Valerio si è dato una seconda opportunità con Nike, perché non potrei provarci anche io? Uh beh, il motivo è chiaro e lampante!
Ho spezzato il cuore all'unica persona per cui ho veramente provato dei sentimenti ben consolidati.

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