𝟏𝟓 - 𝑹𝒆𝒔𝒊𝒍𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂.

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10 Marzo 2021
Ore 20:00
Appartamento di Liam.

«Va meglio?»

"A meraviglia, guarda.
So di vomito."

Le due lunghe file di denti bianchi sporsero dalle labbra morbide di Christopher, quando le ebbe piegate in un sorriso mentre si sedeva sul divano e riempiva d'acqua un bicchiere di vetro.
Anche quel pomeriggio aveva staccato prima dal lavoro, per assistere qualcuno di decisamente importante.

"Ah.. grazie Chris."

Erano passati circa dieci giorni dalla notizia.
Liam aveva iniziato immediatamente il ciclo di chemioterapia, e mai per una sola volta Chris si era rifiutato di accompagnarlo, tenergli la mano accanto a quell'asettico letto d'ospedale.
E gliel'aveva stretta ogni volta, tenuta tra le proprie per ogni frangente di tempo in cui Liam si lamentava a causa del bruciore insopportabile del medicinale che gli scorreva nelle vene.
Gli asciugava le lacrime agli occhi quando il dolore diveniva così forte da lasciarlo senza fiato, e gli accarezzava i capelli, che morbidi e folti non lo erano più.
Gli occhi ormai circondati da quell'alone scuro che li marcava, la pelle sempre troppo pallida e secca, le labbra screpolate sulle quali, nonostante tutto, Chris amava passarci i pollici disegnandone il contorno.

Che cosa provi per me, Liam?

E mai per una volta si era pentito di stargli accanto, mai si era sentito di troppo, o indesiderato.
Mai aveva smesso di stringergli quella mano, chiuderlo tra le proprie braccia, lasciare che il proprio calore corporeo trasudasse attraverso quello altrui per essere esso stesso fonte di ossigeno e calma.

Mi piaci, Chris.
Sarà sempre così.

Non si era mai pentito neanche durante gli sbalzi d'umore di Liam, ormai fin troppo frequenti a causa della situazione.
Passava dall'essere la persona più calma del mondo, a fronteggiare la realtà nel peggior modo possibile, quando cominciava a gridare contro se stesso, lanciare oggetti contro qualsiasi superficie potesse romperli in mille pezzi, per poi ritrovarsi sul pavimento in lacrime, con le ginocchia al petto e le ciocche di capelli strappate tra le dita esili.

«Bevi piano, Liam.
È fredda.»

Liam sospirò, lasciandosi cadere sul divano, accanto a lui.
Dunque raccolse quel bicchiere, tirando su le ginocchia prima di berne un sorso.
Una smorfia di disapprovazione gli macchiò il volto, quando lo poggiò nuovamente sul tavolino.

"Speravo fosse vodka."

«Liam, non farmi venire voglia di prenderti a calci proprio adesso.»

Il più piccolo sorrise, lasciandosi andare a una flebile risata che sapeva un po' di malinconia e tristezza, un po' di rassegnazione.
Di resilienza.

"Vista da un'altra prospettiva, questa frase sembra decisamente sexy."

Chris alzò gli occhi al cielo, prima di sospirare e avvicinarsi a lui, lasciare che un braccio gli circondasse le spalle per tenerlo stretto a sé.
Il calore del proprio corpo che si fondeva al freddo della pelle altrui, percepibile anche al di sotto dello spesso e caldo tessuto della morbida felpa che Liam aveva indosso, di almeno due taglie più grande.
Chris gliel'aveva data in prestito una sera in cui era rimasto lì a dormire; tra le quattro mura di quella casa, di quella stanza che, a poco a poco, aveva assorbito i rumori sottili di discorsi profondi, di mani che si sfioravano, sottili e delicate risate.
E poi, in rigoroso silenzio aveva echeggiato il rumore più umido di un paio di labbra che si toccavano, di respiri che si mescolavano e corpi che si fondevano l'uno con l'altro.

𝑫𝒖𝒔𝒌 𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒅𝒂𝒘𝒏 - [Bᴀɴɢᴄʜᴀɴ x Lᴇᴇ Kɴᴏᴡ (AU)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora