Capitolo 17

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Lauren scese quasi subito per non destare sospetti, mentre Camila si prendeva qualche altro minuto per ricomporsi. Si lavò il viso, tamponando le goccioline d'acqua con un asciugamano, sperando che l'acqua fresca facesse sparire il rossore delle sue guance. Inutilmente.

Tutto, nel riflesso che ammirava allo specchio, le urlava SESSO a caratteri cubitali. Ci era andata così vicina. Non riusciva più a non pensare a Lauren, al suo seno, le sue mani su di lei, i suoi baci, i suoi gemiti. Dio, che voglia di infrangere quella cavolo di promessa. Desiderava quella donna con tutta sé stessa.

La sensazione di benessere che l'aveva riempita pochi minuti prima era stata una vera sorpresa, e ora non riusciva a smettere di sorridere. E, soprattutto, non riusciva a smettere di pensare a come ci si sentisse a fare l'amore. Al farlo con Lauren. Perché ormai si era arresa alla verità dei fatti: Lauren era la sua metà, anzi il suo tutto. Era con lei che voleva stare. Definitivamente. Non con nessun'altra persona al mondo. Voleva lei. Amava lei.

E quella sera glielo avrebbe detto apertamente in uno dei ristoranti più riservati di New York, dove aveva prenotato un romantico privé con vista sullo skyline della città. Sorrise al suo riflesso, sistemandosi i capelli e poi dirigendosi verso la propria valigia. La aprì, frugando tra le sue cose, ansiosa. Tirò un respiro di sollievo quando la mano le si chiuse sulla scatolina di velluto, portandola alla sua vista.

La aprì, ammirando l'anello di fidanzamento che suo padre aveva regalato a sua madre, quando le si era proposto. Ricordò le parole che sua madre le disse, quando Camila fece coming out con lei.

"Mija, non sono arrabbiata con te." Le asciugò le lacrime, attirandola poi in un abbraccio. Le sue braccia erano piene di amore, di comprensione e di conforto. "Non cambia nulla per me, anzi, sono fiera di te. Sono tremendamente fiera della persona che sei, e che diventerai. E sono sicura che troverai la persona giusta per te, l'amore della tua vita. E quando la troverai, perché so che la troverai..." Si sfilò l'anello di fidanzamento, chiudendolo nel pugno della figlia. "...rendila tua per sempre. Non lasciarla scappare."

E Camila non aveva intenzione di lasciar andare Lauren da nessuna parte. Era lei. Lo sentiva in ogni cellula del suo corpo. Richiuse lo scatolino con uno scatto secco, mettendolo in borsa ora che la corvina non era presente. Ricacciò indietro le lacrime e i ricordi, uscendo dalla camera che condivideva con la sua compagna, decisa a raggiungerla.

"Cosa credi di fare, eh?" La voce di Lucy le arrivò minacciosa, era alle sue spalle. Si voltò rapidamente, pronta a fronteggiarla. Si aspettava quasi uno scontro fisico, ma guardando l'atteggiamento dell'altra, si rilassò. L'altra ragazza era poggiata con le spalle al muro, le braccia incrociate e una posa arrogante. Fissò lo sguardo nel suo, ostile.

"Cosa vuoi, Vives? Eh?"

"Ha." Una risata falsa rimbombò tra le pareti del corridoio scarsamente illuminato. "Hai anche il coraggio di chiedermelo? Lo sai bene, cosa voglio. Voglio Lauren." Si avvicinò a lei, i suoi occhi tramandavano un odio profondo. "Ti sei approfittata di un suo momento di debolezza, ma ora sono tornata, più forte di prima. E me la riprenderò. Eccome, se me la riprenderò."

"Non è più roba tua, Vives. Hai fatto delle cazzate e l'hai persa. Ora sta con me."

"Sta con te?" Ripeté Lucy, con aria sarcastica. "Davvero credi che per lei sia una storia importante? Lauren ha rinunciato alla sua famiglia per me, è venuta a Miami per me, è venuta tante volte per me, e con me..." Aggiunse lasciva. Il sorriso ora le cambiava i lineamenti, trasformando il volto in un ghigno, mentre la cubana irrigidiva i suoi, innervosita. "Dovresti proprio vederci mentre scopiamo, potremmo insegnarti due o tre cosine... anzi, a quanto ho sentito anche qualcuna in più..." Rise, non riuscendo a trattenersi. "Non riesco a crederci che Lauren stia con una verginella. Quando quel tipo me l'ha detto, non volevo credergli."

"Qu-quale tipo?"

"Il mio nuovo collega, un tuo vecchio e caro amico, a quanto dice lui... Mendes, un vero sfigato! Ti ci vedo bene insieme a lui." Rise ancora Lucy.

Camila serrò ancora più la mascella, trattenendo il nervosismo. Non era amica di Shawn, non più da quando lei lo aveva ripetutamente rifiutato. E ancora, e ancora, e ancora.

"Comunque preparati a dirle addio, perché da questa vacanza tornerà con me. E la scoperò come tu non sai fare. La farò godere talmente tanto che si dimenticherà del tradimento, si dimenticherà di te, si dimenticherà anche il suo stesso nome. Esisterò solo io, come prima. Perché Lauren è solo mia, tu sei solo una parentesi, una curiosa novità. Ma ora dico basta."

Si era avvicinata minacciosamente a Camila, sfidandola con lo sguardo. La cubana si trattenne dall'aggredirla, sapeva che le parole che le stava dicendo in quel momento avevano come obiettivo quello di farla innervosire. E c'era riuscita. Si, che c'era riuscita. Affondò le unghie nei palmi delle proprie mani, per evitare di affondarle nel viso sornione che era a pochi centimetri dal suo.

"Lei non è tua. Può esserlo stato, ma ora sta con me ed è felice." Le rispose con un tono di voce basso, trattenendo la rabbia.

"Lauren è felice solo quando viene scopata per bene." Le sputò in faccia Lucy, sapendo che con quella carta poteva vincere facilmente la guerra contro la Cabello. "Cosa credi, che sia innamorata di te? Lauren non ama nessuno, non ci crede in quella cazzata dell'amore. Crede nel sesso, quello che le do io. Non vedo l'ora di potergliela leccare di nuovo, non immagini come va fuori di testa quando le infil"

Uno schiaffo le impedì di continuare il suo sproloquio, mentre Camila la spingeva contro il muro e con l'altra mano le tirava i capelli. Lucy non aspettava altro. Non vedeva l'ora di gonfiarla di botte, lo progettava da tanto. Le tirò una ginocchiata nello stomaco, facendola boccheggiare. D'istinto Camila le lasciò i capelli, piegandosi sulle ginocchia, mentre cercava di riprendere fiato. La sentì avvicinarsi, ma reagì prima di subire altri colpi, colpendo lei per prima. 

Il rumore delle porte dell'ascensore passò loro inosservato mentre continuavano ad azzuffarsi, furono poi separate da due dipendenti dell'hotel che passavano di lì per caso.

"Sta lontana da lei. Ti avviso, Vives." Le urlò dietro la cubana mentre l'uomo la tratteneva e l'altro si allontanava con la sua nemica.

"Fai bene ad avere paura, Cabello. Io posso darle qualcosa che tu non le darai mai, e che Lauren brama da morire. L'astinenza la spingerà tra le mie braccia. Sarà mia prima della fine di questo schifo di congresso." Rise l'altra, scrollandosi le mani del cameriere di dosso ed entrando in ascensore. Le lanciò uno sguardo di sfida, con quel suo sorrisino da provocatrice. "Hai perso, Cabello."

Better together - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora