Stavamo salendo le scale per fare lo scivolo: questo sarà stato alto varie decine di metri, e noi ci trovavamo in coda per accedere al godimento finale dell'attrazione; guardo verso il basso e inizia a girarmi la testa...ma non solo a girarmi; incomincio a provare un forte senso di eccitazione nella paura, in questo sentimento che mi fa danzare le vene e pullulare il sangue che scorre attraverso esse.
Odio le risate dei bambini quando sono felici, ed è per questo che mi viene un'idea geniale.
Noto che accanto a me ci stanno due fratelli identici, gemelli probabilmente, le cui risate mi fanno venire voglia di non essere mai nato.
Il caldo inizia a darmi in escandescenza, e il sudore inizia a gocciolare per tutto il mio corpo seminudo, e a giungere sino ai miei piedi, che a contatto con le scale di ferro si stanno bruciando come carne sulla padella.
Torno a guardare giù eil senso di eccitazione spaventata mi tormenta ancora: osservo uno dei due fratelli, quello più vicino a me, e gli domando se può cortesemente aiutarmi a tenere il canotto.
Vicino a noi c'è una piccola feritoia, una sorta di apertura tra le sbarre, cui potrebbe benissimo passarci il corpo, ovviamente accidentalmente, del gemello a me vicino.
Lo spingo, facendo pressione sul canotto, verso la feritoia: sono molto cauto, non devo fare tutto e subito, devo sapere dosare questa mia notevole capacità d'inganno.
Le sue risate si calmano e si placano, mentre io inizio a sorridere, pensando già al suo corpo sfracellato a terra.
In fin dei conti può essere considerato un esperimento questo giuoco: vedere come il corpo del gemello, una volta martoriato e a terra, possa muoversi pe ristinto fraterno, come legato al gemello, pur dopo la morte e lo schianto.
Amo pensare di essere più intelligente degli altri, ma devo contenermi a volte, non posso darlo troppo a vedere, o gli altri si accorgerebbero della mia astuzia, e tenterebbero di rinchiudermi chissà dove.
Il gemello avverte la paura di cadere nella feritoia, e si ferma di colpo, guardandomi negli occhi.
D'un tratto, mentre nel canotto scendente, un gruppo di ragazzi urla e strepita per la discesa vertiginosa e abissale, spingo il ragazzo giù per la feritoia, con un colpo deciso, mentre tutti stanno osservando il gruppo di ragazzi urlanti come un pascolo di agnelli; ma nessuno udì il grido dell'innocente, neppure Dio.
Mi feci un taglio sulla mano, utilizzando una fuoriuscita del ferro mal compensato nella struttura.
Io emisi un urlo di eccitazione, che ben presto divenne di mascherato orrore: mi prostrai verso la feritoia e lo vidi a terra; nel terrore del momento, dissi a tutti che era scivolato, e che avevo tentato di salvarlo; d'altronde la mia ferita era prova di coraggio, di vano tentativo di prostrarsi velocemente per cercare di tendergli la mano. Le prove a vantaggio della mia difesa erano inattaccabili, e di questo ne andavo assolutamente fiero.
Ma dovevo rimanere cauto, dovevo rimanere nell'ombra della mia intelligenza, altrimenti avrebbero scoperto tutto, e chissà cosa mi avrebbero fatto quei disgraziati.
Scendo per primo dalla struttura per recarmi, assieme al gemello, verso il quasi morto.
Si inizia a creare una folla attorno a noi, ansimante e terrorizzata alla vista di quelle ossa fuoriuscenti dalle gambe del poveretto.
Osservo attentamente i muscoli, il movimento degli occhi e delle mani: qualcosa si muove ancora, nonostante il cranio sia quasi aperto in due.
Provo una forte eccitazione: la mia tesi si avvalora dell'argomentazione visiva appena constatata.
Sono soddisfatto della mia opera, ma ripeto a me stesso di rimanere umile e calmo.
Arriva un'ambulanza, ma ormai è troppo tardi: il decesso viene immediatamente constatato.
Arriva anche la polizia, e vengo portato, assieme ad altri testimoni, in centrale, per domande di routine.
Se aveste potuto vedere la mia difesa, quanto ero bravo nell'inventarmi sentimenti che non provavo e azioni che non ho mai fatto.
Se solo la mia ferita avesse potuto parlare, allora sì che sarei stato nei guai, ma d'altro canto....
Il parco venne chiuso, e quella sera, nella perfetta compagnia di me stesso, mi congratulai da solo. Ma non mi sento pienamente soddisfatto, manca qualcosa: l'altro gemello.
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Il racconto dei due gemelli
HorrorLucida follia durante un'afosa giornata estiva, alla rassegna di urla di gioia e urla di terrore.