Capitolo 44

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"Allora come stai?" Erald mi guarda preoccupato mentre finiscono di bendarmi la gamba.

Gli sorrido: "Tutto sommato, direi bene. Per fortuna i ragazzi hanno antibiotici e antidolorifici."

Scuote la testa: "Mmmh, ci mancava poco che ti staccasse la gamba. Quando arriviamo dal tuo Simon spero che abbia qualche guaritore a disposizione. Sicuramente velocizzare la guarigione con un po' di magia non ti farà male."

"Aiutami ad alzarmi." Allungo le braccia e lui mi tira su. Cerco di non appoggiare la gamba perché il dolore è comunque ancora intenso e di certo non posso metterci il peso.

"Ecco qui, prendi." Mi allunga due stampelle.

Alex mi guarda poco convinto: "Sei sicura di voler andare? Potreste stare qui e riposarti ancora un paio di giorni. Non mi sembri nelle condizioni di affrontare la camminata e possibili nemici."

Io lo osservo: "Ti ringrazio davvero. Anche per l'aiuto che ci avete dato, il cibo, un posto dove dormire e le informazioni che ci servono per raggiungere il quartier generale delle tigri bianche, ma è arrivato il momento di andare. Non posso più aspettare."

Lui sorride e poi mi abbraccia all'improvviso con trasporto e calore, sussurrandomi all'orecchio un accorato grazie.

Mi stacco da lui, un po' in imbarazzo: "Oook, Erald, prendi le nostre cose, la mappa e andiamo."

Poco dopo siamo già all'interno di un tunnel buio. Per fortuna ci hanno regalato una delle loro lampade. Sulla schiena ho solo la spada mentre Erald porta gli zaini di entrambi e qualche provvista.
Senza la ferita ci avremmo messo circa otto ore, dato anche il percorso tortuoso, ma con le stampelle sono molto più lenta quindi è probabile che ci vorrà una giornata almeno.

Procedo molto lentamente e a fatica. Hanno tentato di ripulire al meglio la ferita e ricucire il più possibile ma nessuno dei presenti era un vero chirurgo. Diciamo che sono riusciti almeno a fermare la perdita di sangue. Soltanto un dottore o un guaritore potrà davvero sistemare il macello causato dal morso del ratto gigante.

Erald si gira verso di me: "Come stai? Ce la fai ancora?"

"Sì per ora sì, grazie."

Dopo una mezz'ora si volta di nuovo: "Senti e se ti portassi in spalla per un po'? Così andiamo più veloci e tu ti stanchi meno."

Non protesto più di tanto perché dopo appena un paio d'ore sono già sfinita.
Erald porta i due zaini davanti sul petto e poi mette me in spalla.

Devo essermi addormentata perché a un tratto apro gli occhi.
"Mak, che ne dici se facciamo una pausa per mangiare qualcosa? Stiamo procedendo molto più spediti così. Mancano poco più di due ore."

Mi mette a terra e tira fuori un po' di carne secca e dell'acqua.
Lo guardo imbarazzata: "Scusami, mi sono addormentata." Mangio con poco appetito.

Lui mi sorride divertito: "Eh lo so che alla fine devo fare tutto io qui! Dai, scherzo, non ti preoccupare, sei sfinita e credo che nonostante gli antibiotici la ferita abbia fatto infezione. Ora ti cambio la benda."

La fasciatura è impregnata di siero e sangue. Il dolore è quasi insopportabile.
"Come temevo, c'è un'infezione. Dobbiamo raggiungere Simon il prima possibile, hai bisogno di cure vere."

Poco dopo ripartiamo. Camminiamo ancora a lungo, o meglio Erald lo fa. L'aria umida e la puzza di fogna mi stordisce e mi rende ancora più sonnolenta, ma questa volta non voglio addormentarmi, devo rimanere vigile perché siamo sempre più vicini alla meta.

Ad un tratto Erald si ferma.
Gli sussurro all'orecchio: "Cosa c'è?"

"Sento delle voci. Non siamo distanti dal punto dell'esplosione e l'intersezione in cui dovremmo uscire per poi proseguire in superficie."

"Forse hanno messo delle guardie sia sopra che sotto."

"Probabile. Cosa vuoi fare?"

Ci penso su: "Non è detto che chi è di guardia mi riconosca perché è passato molto tempo e Simon ha diversi alleati che lavorano con lui. Potrebbero non essere tigri bianche. Oltretutto temo che ormai mi credano tutti morta, anche Simon... Mettimi giù."

Lui obbedisce: "Cosa vuoi fare Mak?" Il suo tono è scettico e un po' preoccupato.

"Vado avanti io e tu rimani qui. Vedranno una donna con le stampelle, non una grande minaccia. Proverò a convincerli che conosco Simon e che ho bisogno di parlare con lui."

"Ed io che faccio?" Allarga le braccia sconsolato e mette il broncio come un ragazzino.

"Tu stai nascosto. Prima capiamo come evolve la situazione. Se avrò bisogno di te, lo capirai."

Dopo qualche altra protesta, finalmente si convince.

Metto lo zaino in spalla anche per camuffare un po' meglio la spada. Poi con la mia andatura traballante sul terreno umido e viscido, mi avvio verso le voci.

Poco dopo sento: "Chi è là?"

Proseguo e giro l'angolo. Davanti a me ci sono due uomini, non li conosco. Sono una lince e una volpe. Entrambi snelli e non molto alti, ma muscolosi e in forma come tutti i mutaforma. Sono armati fino a denti o dovrei dire oltre ai denti, con coltelli e spade. La lince ha i capelli biondi e gli occhi grigi. Sembrerebbe sulla trentina. Mentre la volpe ha i capelli rossicci e lunghi, legati in una coda, e gli occhi verdi. Una profonda cicatrice gli attraversa mezzo volto, deturpandolo. Un po' più giovane del suo socio, ventenne direi.
Riesco a vederli bene perché hanno due lampade ad illuminare quello che sembrerebbe una postazione di osservazione e contenimento. Proprio vicino alla scala a pioli che porta in superficie. Dietro di loro ci sono ancora le macerie del tunnel collassato.

Sollevo una stampella in saluto: "Salve. Vi sembrerà strana la mia richiesta ma sono una vecchia alleata e amica di Simon. Ho bisogno che mi portiate da lui, devo parlargli."

I due scoppiano a ridere, poi la lince prende parola: "Questa tattica è del tutto nuova. Sì puoi pur star certa che ti portiamo dal nostro leader così puoi tentare di ucciderlo. Ci hai preso per due idioti? Oggi sono di buon umore quindi ti do la possibilità di girare sui tacchi e tornartene da dove sei venuta."

Ok, con le buone non è andata bene. Ho solo un'altra possibilità, forse due.
Mi avvicino ancora di più: "Ho delle informazioni preziose da dargli, fondamentali per la guerra contro la Triade. Sono sicura che ve ne sarà grato se mi portate da lui."

La lince snuda la spada e si avvicina: "Sei stupida o cosa? Ti ho detto di andartene, vai via finché sei ancora in tempo."

Apro i miei canali e vedo i flussi di magia che scorrono sul corpo dei due uomini. La lince sta accumulando forza sugli arti superiori e inferiori. È pronto ad attaccare.

Ok, non mi resta che l'ultimissima opzione, ma devo fare attenzione a come me la gioco e soprattutto alla forza che metto. Anche se, visto come sono ferita e stanca, forse non dovrò trattenermi più di tanto.

Faccio un bel respiro e poi con un movimento fluido e quasi invisibile all'occhio, snudo la spada e attacco la lince.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora