"Sembrate felici insieme"

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"Ma qualcosa del tuo mondo
vive ancora qui.
E a volte manca un senso,
e solo tra la gente posso averti"

Chapter 8

Svegliarsi prima del solito, cercare nell'armadio quel mazzo di chiavi che - chissà perché- avevi conservato, fingere di dover andare al lavoro un'ora in anticipo e presentarti a casa della stessa persona che ti ha tradita.
Una pazzia?
Forse sì, ma a Giulia non importa un granché.

Sperava di raggiungere l'appartamento di Niccolò - pregando con tutta sé stessa che vivesse ancora lì - e bussare alla sua porta, come tutte le persone normali, ma non è andata così: la scritta Moriconi, appiccicata a lato dell'entrata non le ha lasciato alcun dubbio, ma il fatto che non le abbia risposto, quello sì.
Ha aspettato un po', forse convinta che stesse ancora dormendo, ma poi, non ottenendo riscontro, ha preso il coraggio a due mani e si è decisa ad entrare.

Serrande abbassate, odore di fumo che le invade subito le narici, e poi il suo profumo, forte e presente come non mai, che impregna ogni angolo della casa: senza toccare nulla richiude la porta dietro di sé e decide, per ingannare l'attesa, di camminare per quei luoghi pieni di ricordi, uno più bello dell'altro.

Sulla parete dietro al divano, quel quadro che gli aveva comprato in vacanza, da un venditore ambulante che dipingeva il mare. Hanno sempre amato il mare.
Nell'altra stanza il pianoforte aperto e per nulla impolverato, dove, con un tuffo al cuore, trova appoggiata una polaroid, scattata tanti anni prima: loro due abbracciati, ignari di essere stati fotografati, con il naso all'insù.
Le stelle erano così belle, quella sera.

E poi altri mille dettagli che ricorda alla perfezione, o che le fanno mancare la terra sotto ai piedi: tutto in quella casa le parla di loro, come se non fosse successo nulla, come se agli occhi del moro stessero ancora insieme, felici come non mai.

"C'è qualcuno? Adriano?"
la voce impaurita di Niccolò la fa sobbalzare, immobilizzandola in mezzo al corridoio, mentre si maledice per non aver chiuso la porta a chiave e per aver lasciato la sua borsa all'ingresso, facendo perdere al moro diec'anni di vita: era sceso a prendere qualcosa per colazione, e non si sarebbe mai aspettato di tornare e trovare la serratura scattata e i segni di un'intrusione.

"Niccolò! Sono io"
dice Giulia alzando la voce, per poi correre e raggiungere il moro all'ingresso, scoprendolo spaesato, incredulo e decisamente meravigliato.
Ci ha messo qualche istante a metabolizzare ogni cosa, ed anche ora, sentendo il cuore che batte all'impazzata e le sue mani che hanno preso a tremare, fatica a crederci.

"Giulia! Non..non mi aspettavo di trovarti qui, non.."
farnetica lui, passandosi una mano tra i capelli e guardandosi velocemente attorno, rendendosi conto del disastro che c'é attorno a lui e delle sue condizioni fisiche, non esattamente le migliori.

Giulia, che nel frattempo ha osservato ogni suo singolo dettaglio, sorridendo alla vista degli innumerevoli vestiti che si è messo addosso, lo blocca e lo rassicura, facendogli capire che non c'é niente che non va in lui.

"Scusa, non volevo farti spaventare..non so nemmeno perché sono qui. Se ti disturbo ci vediamo un'altra volta, non è un p-"

"No! Cioè, no. Non ho molto da fare, in realtà"
la blocca il moro spaventato, intenzionato a non perdere quest'occasione per nulla al mondo e, anche se cerca di non darlo a vedere, immensamente felice che lei abbia fatto la prima mossa: non se lo aspettava, un po' aveva creduto che fosse tutto finito, ma non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Se è venuta fino a lì, di sua spontanea volontà, è perché in fondo qualcosa c'é ancora.

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