Capitolo 34: Vie

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Con la pancia piena, decido di fare come consigliatomi da Kacchan e rimango tranquillo al villaggio; tuttavia, ancora pieno della mia voglia d'esplorazione, passeggio per le molteplici capanne in cerca di una qualche cosa di mio interesse, il che è praticamente tutto.

Un gruppetto di bambini ride e gioca allegramente, volendo attirare ad ogni costo l'attenzione di alcuni cacciatori, probabilmente loro famigliari.

Sorrido di cuore a quella visione, salutando con un cenno della mano un piccolo bimbo che ha voltato lo sguardo verso di me, seduto comodamente in braccio ad un uomo che anch'egli, notandomi, mi saluta.

Quattro minuscole manine si aggrappano al tessuto scuro dei miei pantaloni, ridacchiando e saltellando in giro; uno dei due cuccioli riesce ad alzarsi abbastanza per stringermi un dito, chiamandomi verso di se.

Mi porge un fiore dalle sfumature cerulee, tornandosene poi a giocare assieme ai suoi amichetti.

<A quanto pare, i bambini ti trovano simpatico.> un paio di iridi gialle mi si parano davanti, cogliendomi del tutto impreparato.

<Mina! Non ti ho sentita arrivare.> annuisco, dandole un leggero colpetto sulla spalla.

<Ha ragione però. Potrebbe essere perché sei un Omega?> chiede Sero, affiancandomisi.

<Non saprei...> rispondo pensoso.

A dire il vero, non ci ho mai fatto troppo caso.

<Beh, potrebbe anche essere di no. E poi Midoriya è una bravissima persona, non si può attribuire sempre ogni cosa al suo secondo genere.> parla energica la rosa, alzando in aria le braccia e gettandosi in avanti per abbracciarmi.

<Piuttosto, Bakugo non dovrebbe essere già tornato? Di solito è più rapido di così.> fa notare il moro, guardandosi attorno senza preoccupazione.

<Oh si... mi ha accompagnato a mangiare e poi è tornato nel bosco con Kirishima.>

<D'accordo; dev'essere per quello che ha ritardato allora.>

Annuisco, giocherellando con le mie stesse dita; saluto entrambi i ragazzi, lasciandoli alle loro mansioni, riprendendo la passeggiata.

Passo davanti a quelle che sembrano essere un paio di, come dire, capanne da lavoro? Mi pare un termine adatto; alcune persone sono impegnate nel pulire le fresche prede appena cacciate, altre nel fabbricare armi, da come riesco chiaramente ad udire dai ritmici colpi del martello che sbatte con forza sul metallo rodente, pur non vedendolo posso dedurlo.

Continuando diritto, la calca ed il brusio dei lavoratori si diradano, lasciando spazio ad un'area più tranquilla e meno trafficata; una lunga ed ampia tenda cattura il mio sguardo curioso.

<Vuoi entrare a dare un'occhiata?>

<Mitsuki!> saluto la donna sorridente con un cenno del capo.

<Ciao anche a te. Strano che mio figlio non ti stia ronzando intorno, non voleva mollarti un istante; sembra davvero un moccioso certe volte... ma che dico, lo sembra sempre!> sospira, passandosi una mano tra i capelli chiari.

<È con Kirishima.>

<Ancora? Ma se è partito questa mattina.>

<Si ma...> non riesco a finire la frase.

In effetti, non so nemmeno io perché Kacchan se ne sia andato via praticamente subito.

Probabilmente era ancora arrabbiato... però mi sembra strano; forse c'è dell'altro dietro.

<Izuku? È successo qualcosa tra te e Katsuki?>

<No! Non lo so...>

La donna passa da una espressione dapprima stupita, ad una quasi divertita.

<Capisco... no farci troppo caso allora. È una testa calda, qualsiasi cosa sia successa, vedrai che gli passerà in fretta.> sorride, pettinandomi i capelli con le morbide dita.

Annuisco, prendendola a braccetto e seguendola all'interno della grande capanna che poco prima aveva attirato la mia attenzione.

Subito, un pungente odore di erbe mediche a me note mi arriva alle sensibili narici, facendomi subito capire l'uso di quello spazio; io e la donna rimaniamo all'ingresso, facendo passare veloce lo sguardo sui giacigli di paglia e pelli varie su cui sono stati adagiati i feriti.

Nonostante le loro condizioni, più o meno gravi, non mancano dal sorriderci o dal portare con loro uno sguardo pieno di vitalità.

Gli uggiolii di un bebè arrivano da un angolo della calda tenda, la madre lo coccola dolcemente canticchiandogli una melodiosa ninna nanna; ricordo che anche la mia mamma cantava spesso, ma non saprei dire cosa...

Un anziano cerca di alzarsi in piedi con l'aiuto di un vecchio bastone di rovere malandato, senza riflettere mi avvicino a lui, permettendogli di sostenersi a me; lo accompagno a bere dell'acqua fresca per poi riportarlo alla sua branda.

<Grazie ragazzo.>

Lo sguardo riconoscente che mi regala è abbastanza per me.

<Vedo che ti trovi a tuo agio.> parla a bassa voce la madre del mio compagno, facendo scontrare le nostre spalle.

<Eh? Oh, si. Sono abituato a stare nelle infermerie e ad aiutare con le mie conoscenze botaniche. Certo, non sono un esperto, ma...>

<Ma?>

<È abbastanza per dare una mano.>

La donna mi rivolge un sorriso caloroso, non prima di avermi lasciato una carezza sul volto.

<Allora ti lascio tranquillo. Sono contenta che ti stia ambientando.>

<Certamente!>

<E non preoccuparti riguardo all'idiota, appena gli metto le mani addosso, giuro che->

<Ma no, non è il caso Mitsuki...> sussurro, con un sorriso imbarazzato in viso.

<Vedremo!> alza la voce, salutandomi con la mano nel mentre che esce dall'infermeria.

È il momento di rendersi utili Izuku!

<Scusa ragazzo! Potresti aiutarmi? La ragazza che era qua con me è uscita non so dove...> mi chiama la donna con il cucciolo stretto al petto.

<Arrivo subito!> le sorrido cercando di risultare il più rassicurante possibile.

Non senza di te - Bakudeku OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora