I_ Il mio gatto interrompe un appuntamento

430 19 9
                                    

I_ Il mio gatto interrompe un appuntamento

Voi vi direte: “Wo, che figata, questa è cresciuta con gli Dei!” Eeeeeeeeeeeeee.......NO. Ecco proprio no.

Ma mi pare giusto presentarmi, mi chiamo Anakha. Nome giapponese? Vi chiederete. Ma adesso vi stupirò. Questo nome deriva da una parola egiziana. Ma non la lingua che sentite se andate in Egitto per Pasqua, no, una molto più antica, che risale...be' agli Dei. Comunque. Questo nome assurdo deriva da Ankh, è una delle parole con più significato nel linguaggio geroglifico. Vita, vuol dire Vita, con la V maiuscola. È quel simpatico simboletto che sicuramente avrete visto impugnato da qualche raffigurazione di Dei sul libro di storia, quella specie di croce con l'occhiello. Ho un ciondolo di ossidiana a forma di Ankh

Lo possiedo da quando sono stata trovata, da chi? Be' da Iside.

Ma i dettagli della mia vita ve li dirò strada facendo, sappiate solo che: Iside è la “mamma”, Osiride il “papà”, Horus il “fratello menefreghista della sorella” e Thot è “il fratellone simpatico che aiuta la sorella a fare i compiti”. Quasi dimenticavo! Bast è il “gatto fancazzista” [si Bast! Sei una fancazzista!]

Grazie al cielo faccio una vita normale, tranne per il fatto che vivo nella regga degli Dei ma questo è un altro discorso. Quella settimana ero stata nell'appartamento in città, adesso vi spiego. Da quando ho 11 anni i “miei famigliari” mi hanno concesso di avere un appartamento dove posso invitare gli amici a casa, quindi quando ho visite vivo nell'appartamento per una settimanetta, giusto per dargli l'aria di una casa. Con Bast ovviamente, che fa le veci della badante. [e smettila di rompere! Guarda qui! Che buono il latte eh? Bravo gattino! NO! NON TI DO IL SALMONE, SEI GIA' OBESA! NO! ACCUCCIA RITIRA SUBITO GLI ARTIGLI! Ok, ok, mi dispiace divina Bast, signora dei pisolini felini, così va bene? Oh!] Scusate. Comunque, quella sera sarei andata al cinema con il mio ragazzo, la mia migliore amica e il suo ragazzo.

Mi ero appena finita di vestire quando suonarono alla porta. Indossavo una canotta militare e dei jeans neri, e gli immancabili anfibi, per ripararmi dall'arietta di Edimburgo avevo un chiodo di pelle. Andai ad aprire, sulla porta mi attendeva Gwen, una ragazza un po' bassina e dai capelli biondo cenere, indossava una canottiera bianca e una gonna di jeans, scarpe tacco 10 e un trucco sfolgorante. A guardarla sembrava la solita VIP smorfiosa che ti guarda dall'alto al basso, in vece era una logorroica pazza super simpatica. Appena l'avevo vista in prima liceo avevo alzato gli occhi al cielo, lei è una classe avanti, ma già quando vedevo tutti che la salutavano e lei che ricambiava mi era parso strano, poi mi si era avvicinata e avevamo legato subito. Ora ci conoscevamo da quattro anni e la nostra amicizia era solida.

-Dai, muoviti, che giù ci aspettano.- Chiusi la porta alle spalle e diedi una mandata poi corsi giù dalle scale, seguita dalla ragazza che in vece scendeva lentamente a causa dei tacchi. Cinque minuti dopo eravamo in limousin, si hai capito benissimo, limousin. In effetti Gwen era una VIP, i suoi genitori erano proprietari della Banca di Scozia. Ma anche io, essendo sua amica, ero VIP e anche i nostri ragazzi lo erano, erano tutti ricchi, tranne me, ok, in realtà ero la più ricca, ma non potevo sbandierare ai quattro veni che vivevo con gli Dei, sopratutto se non volevo finire in manicomio.

Ero seduta di fronte a Jason, il mio ragazzo, lui teneva i suoi occhi verdi prato fissi nei miei,i capelli neri che si muovevano per l'aria del finestrino dietro mentre mi elencava i film da vedere. Sul sedile di fondo Gwen e Dylan stavano parlottando di qualcosa che riguardava i soldi. La macchina si fermò e noi scendemmo. Alla fine decidemmo di guardare un film visto e rivisto, Star Wors 3. Il preferito di Jason. Prendemmo i biglietti, che costavano nulla e andammo nella sala. Circa a metà film, Gwen e Dylan si stavano già baciando, mentre io e Jason discutevamo sul fatto che prima o poi saremmo andati a visitare la villa italiana utilizzata come set in parte del film. Poi arrivò la scena del bacio e Jason innescò la solita routin. Come tutti i film che vedevamo quando i personaggi si baciavano lui faceva lo stesso con me. Mi prese il mento con due dita e girò il volto verso di se. Si avvicinò e mi diede il solito bacio. Una cosa semplice, durava sempre non più di cinque secondi, era una cosa semplice, ma piena d'amore. Il genere che preferivo. D'un tratto sentii un pop qualche fila dietro, era un suono impercettibile, ma che avevo imparato a sentire anche con i più forti rumori, era come sentire lo scoppio di una bolla di sapone. Un Dio era apparso nella sala. Mi ritrassi dal bacio, il ragazzo mi guardò con il suo sguardo da cane bastonato.

-Ehi, che ti prende?- Bisbigliò in tono preoccupato.

-Nulla è che...- Una mano mi si posò sulla spalla e per poco non urlai dallo spavento.

-Devi venire a casa, SUBITO!- A parlare era stata Bast.

-Ma cosa?-

-Vieni, adesso!- Mi alzai e corsi fuori, ormai ero abituata a correre dietro alla dea dei gatti. I capelli neri le ondeggiavano come se nuotasse nell'acqua e nonostante i sandali con il tacchetto riusciva a correre senza far rumore. Sapevo dal tono con cui aveva detto casa che non intendeva l'appartamento. Entrammo in quest'ultima e aprimmo l'armadio della camera degli ospiti. Un buco color sabbia si aprii sul fondo. Ci saltammo senza esitazioni, in poco tempo eravamo nella sala del trono, a causa di un incantesimo quando ero in quel mondo ero vestita come una dea egizia, non che mi ritenessi a quel livello, ovvio. Indossavo il solito abito di lino bianco, un diadema dorato mi cingeva la testa e un ciondolo di lapislazzuli a forma di goccia mi balla va sulla fronte mentre seguivo Bast. A differenza di lei facevo una fatica bestia a correre sui sandali. Gli dei si scostavano al nostro passaggio. La dea rallentò e si inchinò davanti al re. Ra era li, seduto sul trono con il pastorale e il flagello impugnati. La schiena ritta e le gambe incrociate. Bast mi fece un segno e io capii al volo, come quando capisci che un gatto vuole dormire.

-Mi ha fatto chiamare mio signore.- Ra rispose con voce tonante ma dolce allo stesso tempo, da piccola lo avevo soprannominato “bis-nonno”.

-Si mia cara. Ti volevo avvertire. Non avere contatti con i mortali.-

-Mi conceda, ma perchè?-

-Altrimenti una sciagura si abbatterà su tutti noi, una cosa così grave che le cinque piaghe d'Egitto sembreranno una bravata da ragazzini.-

Non volevo crederci. Dovevo lasciare gli amici, i ragazzi, per cosa? Sentivo le lacrime salirmi, mi faceva male la gola da tanto trattenevo il pianto. Ma riuscii a rispondere.

-Come vuole mio signore. Mi congedo se permette.- Non attesi la risposta, mi girai e me ne andai. Fatti pochi assi vidi Iside. Le corsi incontro e l'abbracciai. Piansi tutte le lacrime che avevo mentre lei mi accarezzava i capelli dicendomi di stare calma.

-Vai adesso, devi riposare.- Corsi in camera. Una camera grossa come un teatro da oratorio. Coricato sul letto c'era la persona che meno volevo vedere, Horus.

Cresciuta dagli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora