Cap 32

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Alexander

Quel momento idillico fu interrotto da lo squillare incessante del mio cellulare.

Chi cazzo è?

Uscii dal corpo della mia donna avviandomi a l'uscita della piscina naturale, afferrando il mio cazzo di telefono dai pantaloni.

Lessi il nome, era mio fratello.

-Brat-

-Brat, ty dolzhen nemedlenno vernut'sya!-

-Kakogo khrena proiskhodit, Niko? –

-God pytalsya vzorvat' klub ... nemedlenno domoy! –

-Chto ty, chert voz'mi, govorish'? –

(-Fratello-

-Fratello,devi tornare subito!-

-Che cazzo succede Niko?-

-Hanno tentato di far saltare il locale.. devi tornare immediatamente a casa!-

-Che cazzo stai dicendo?-)

-Abbiamo fermato uno, ma gli altri due sono riusciti a fuggire, per fortuna due dei nostri si sono accorti della cosa, sennò succedeva una macello.-

-State tutti bene?-

-Si grazie a Dio si, ma devi tornare Brat, mi dispiace.-

-Va bene, tienimi informato, se ci sono altri agguati o trovate le due teste si cazzo che sono fuggiti.

E l'uomo che avete fermato sapete cosa fare.-

Spostai lo sguardo nella piscina naturale dove si trovava mia moglie, che mi stava guardando preoccupata.

-Va bene, ciao.-

Staccai la chiamata, completamente infuriato mentre afferrai un asciugamano asciugandomi velocemente.

Vidi mia moglie raggiungermi, in tutta la sua bellezza e sensualità da farmi perdere la testa, ma dovevo rimanere concentrato, dovevamo rimandare la nostra vacanza, maledizione!

Gettai a terra infastidito l'asciugamano afferrando i miei vestiti per vestirmi.

-Amore.. Che succede?-

Mi girai verso di lei, cercando di controllare la mia furia, per non spaventarla.

-Dobbiamo tornare a casa piccola, mi dispiace ce stato un imprevisto che devo risolvere.-

La vidi guardarmi, e senza dire nulla, accennando un piccolo si, prese ad asciugarsi velocemente e vestirsi.

Sospirai dispiaciuto, ma notai nel suo sguardo che comprese e non mi faceva nessuna colpa anzi..

Mi comprendeva.

L'afferrai per i fianchi e la baciai con impeto, Dio quanto la amo.

Tornammo a casa, dopo quasi venti ore di viaggio, mi feci rapidamente una doccia, mentre Luna senza chiedermi nulla, si stava spogliando, pronta per andare a riposarsi dopo un viaggio completamente stancante.

Non avevo voluto fare soste durante il viaggio di ritorno e quella graziosa donna di mia moglie, aveva resisto sveglia tenendomi compagnia e cercando d'intavolare qualsiasi conversazione per mantenermi calmo.

Non aveva fatto domande, anche se sapevo curiosa com'era, voleva sapere, cosa fosse successo.

Ma sapeva che nel nostro mondo gli affari degli uomini, rimanevano agli uomini le donne dovevano rimanerne fuori.

Mi vestii velocemente, mentre nell'ora precedente del nostro arrivo avevo mandato un messaggio a mio fratello del nostro arrivo.

Immaginavo già che i ragazzi mi stavano aspettando nel sotterraneo, mentre a Frenck avevo chiesto di rimanere dentro casa, per qualsiasi evenienza.

Baciai mia moglie, e uscii fuori dalla camera senza dire nemmeno una parola, dirigendomi in un solo posto.. Il sotterraneo.

Arrivai esattamente pochi secondo dopo ed entrai, scendendo le scale, dove trovai la feccia umana che aveva cercato di far saltare in aria il mio locale

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Arrivai esattamente pochi secondo dopo ed entrai, scendendo le scale, dove trovai la feccia umana che aveva cercato di far saltare in aria il mio locale.

Lo vidi legato al soffitto, con i vestiti sporchi di sangue e il viso livido e sanguinolento.

-Bene, bene, bene, chi cazzo abbiamo qui!?-

Dissi, sorridendo sadicamente, mentre il mio sguardo esprimeva tutto l'odio per questo essere schifoso di fronte a me, appeso alle travi della mia soffitta, ignaro di come si sarebbe conclusa la sua serata.

-Non parla.-

Disse mio fratello, girandosi verso di me, mentre prendeva le varie attrezzature che i ragazzi, stavano affilando meglio, per infilzare quello stupido corpo flaccido.

-Ah no?-

-Ti presenti nel mio locale, con che coraggio poi, avendo la presunzione che poi non ti sarebbe accaduto niente.-

Dissi, prima di afferrare uno dei miei amati coltelli sfregiandogli la faccia.

Sentii un urlo agghiacciante espandersi intono a noi, mentre la mia "bestia" si stava nutrendo della sua sofferenza.

Gli sorrisi sadicamente, mentre afferravo una sega, con la lama intrisa di veleno, che a contatto con la sua pelle, si sarebbe corrosa e infettata, dandoli una lenta morte.

-Allora, per chi cazzo lavori?-

Dissi, alzando lo sguardo, puntandolo al suo gonfio e sofferente.

-Non te lo dirò mai, preferisco morire ora, che essere ucciso per tradimento.-

-Va bene, non ce nessun problema.-

Dissi, prima, d'iniziargli a segare le gambe, sotto le sue urla di dolore, mentre i suoi pantaloni si stavano bagnando dei suoi liquidi corporei.

-Uccidetelo.-

Dissi, gettando la sega per terra, andando in bagno, per darmi una ripulita.

E' questa la fine che fanno, chi osa sfidarmi, soprattutto nel mio territori.

Continua

Ciaooooo cuoriciniiiiii 💛!!!!!!

Vi scrivo direttamente qui, perché avevo pronto caldo caldo anche questo capitolo, così ecco due capitoliiiiii!!!!!!!💃

Spero che i due capitoli vi piaceranno.🙈💛

Certo che Alexander è proprio possessivo e sadico con le sue vittime eh!?🤦‍♀️🤣

Scherzi a parte, come state? Spero con tutto il cuore bene.💛

Vi ringrazio infinitamente di cuore per tutti i commenti e le stelline, siete dei cuoricini veramente speciali, vi adoro.

💛💛💛💛💛

Vi mando un grosso abbraccio pieno della felicità che ogni giorno mi donate.💛

Passate un bellissimo pomeriggio e serata, un bacio cuoricini al prossimo aggiornamento!

😘💛

La Moglie Di Un VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora