Capitolo 34

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"Secondo te, si è ridotto così a causa di tutto quello che è successo?" domandò Logan a Ryan, gli occhi puntati su Toby, steso sul suo divano in pieno stato comatoso.

Dormiva con la bocca aperta e a tratti russava, Lucky si era accucciato ai piedi del divano e sembrava come se stesse vegliando su di lui.

Quando Ryan lo aveva chiamato, dicendogli di aver trovato Toby al parco ubriaco e che stava per essere adescato da quel poco di buono promiscuo di John Baker, a Logan si era prima rovesciato lo stomaco poi aveva ringraziato chiunque manovrava i destini di tutti gli esseri umani per aver permesso che Ryan capitasse proprio in quel parco a passeggiare con Lucky. 

Logan non era credente, ma ammetteva che si era ritrovato per un attimo a ringraziare anche Dio perché quella sera a Toby sarebbe potuto succedere di tutto.

L'alcool lo aveva reso talmente docile che quando Logan si era ritrovato di fronte a lui non gli aveva detto nulla, né una parolaccia né un offesa di alcun tipo. E Toby normalmente ne cacciava parecchie.

Il paramedico aveva passato una settimana pessima, con l'umore sotto ai piedi. Aveva cercato di rassicurare Ryan, di fargli credere di non stare poi così male per non farlo preoccupare eccessivamente, ma lo avrebbe ripetuto nuovamente: non sapeva più fingere.

La delusione mischiata all'odio che aveva visto negli occhi dei Clark non se la sarebbe mai dimenticata.

Per un attimo, Logan aveva avuto anche il timore che gli avrebbero impedito di portarsi a casa Lucky.

"Non saprei, Logan. È passata una settimana da quando gli hai detto la verità. I Clark non ti hanno nemmeno denunciato e avrebbero potuto. Non so cosa pensare."

Logan si passò entrambe le mani tra i capelli, si sentiva esausto e aveva bisogno di farsi una dormita decente di almeno sei ore senza svegliarsi di scatto e con il cuore in gola a causa dei suoi soliti incubi che in quel periodo avevano toccato un picco allarmante dopo un periodo di bellissima quiete.

"Dobbiamo avvertire la famiglia," affermò, grattandosi nervosamente il collo.

Ryan annuì e prese il suo cellulare. "Chiamo Diana, con la speranza che mi risponda."

Difatti, la ragazza pensò bene di non rispondere a nessuna delle due chiamate che le fece Ryan.

"Chiama Thomas," gli disse Logan. "Lui ti risponderà di sicuro."

Allorché, Ryan chiamò anche il secondo veterinario dell' Animal's Planet, mettendo la telefonata in vivavoce, e rispose dopo svariati squilli con un burbero: "Pronto."

"Ciclope del mio corazon, come stai?" scherzò Ryan.

"Cosa vuoi, Ryan?" fu la replica scorbutica del veterinario.

Ryan roteò gli occhi ambrati poi li spostò su Toby che ronfava sul divano. "Ho qui di fronte il tuo ragazzo che se la ronfa allegramente sul divano di Logan dopo essersi versato in corpo almeno un ettolitro di alcol. Ho provato a chiamare anche Diana, ma credo proprio che non mi abbia voluto rispondere."

Ci fu qualche istante di silenzio, la replica di Thomas non arrivò subito. Lo sentirono borbottare qualcosa a mezza bocca poi sospirare.

"Testa di cazzo," borbottò. "Finisco di compilare delle scartoffie per la clinica e lo vengo a recuperare."
Thomas attaccò la chiamata senza nemmeno attendere una risposta da parte di Ryan.

Lui e Ryan si guardarono negli occhi poi il suo ragazzo disse: "Quel tipo ha bisogno di iniettarsi della camomilla endovena."

•••

Logan (Red Moon Saga 3) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora