You're not funny

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16/09/21

|HARRY'S POV|

La mattina successiva il suono della sveglia non bastò, mi riaddormentai perdendo completamente la cognizione del tempo.

Mi svegliai di soprassalto solo quando avvertii il clacson al di sotto della mia abitazione, indossai i primi abiti che mi capitarono sotto mano e in fretta e furia raggiunsi Zayn in macchina.

"A quanto pare non sono stato l'unico a non sentire la sveglia stamattina" mi disse Zayn con la solita punta di sarcasmo.

"Ormai entriamo alla seconda ora" dissi lasciandomi cadere sul sedile in pelle appartenente alla Toyota.

Tra un incrocio e l'altro e qualche semaforo, arrivammo davanti a scuola giusto in tempo al suono dell'odiosa campanella.

In tutta quella fretta, la mia mente non aveva avuto il tempo di fermarsi e pensare: la seconda ora era quella di francese.

Mi fermai all'improvviso in mezzo al corridoio.

"Harry, muoviti, non ho voglia di restare due ore in punizione a scuola, questo pomeriggio" così finii per trascinarmi per un braccio fino all'aula corrispondente.

Una volta superata la soglia della porta costituita da legno massiccio, gli sguardi schizzarono su di noi, mi sentivo stranamente sotto pressione, ma senza farmi influenzare raggiunsi con scioltezza il mio banco.

"Ragazzi, questo  pomeriggio siete in punizione" disse il prof.Tomlinson, il quale, dopo una breve occhiata a me e Zayn, ritornò ad annotare qualcosa sul registro blu.

Io e il mio amico sbuffammo sonoramente, come se quello potesse portare ad una conclusione utile.

Il fatto di frequentare una scuola come la Delfin School, portava anche a questo: punizione in orario extrascolastico in caso di ritardo.

Il prof di francese cominciò a spiegare, non lo ascoltai, sentire la sua voce al posto di quella della mia ex professoressa scaturiva dentro di me un tornado di emozioni, che, probabilmente,non sarei stato in grado di descrivere.

Presi il cellulare e cominciai ad isolarmi dal mondo, perchè è questo che faccio quando sento che qualcosa è cambiato: mi isolo cercando di sfuggire ai miei problemi.

L'ora di francese e quelle a seguire passarono molto più velocemente rispetto al solito.

Andai a mangiare qualcosa con Zayn e subito dopo ritornammo nell'infernale edificio per scontare la punizione che ci era stata assegnata nelle ore precedenti.

Ad aprirci la porta dell'aula, la quale, ci avrebbe accolto per le successive due ore fu proprio lui, sempre lui, sembrava che mi stesse perseguitando, era da qualunque parte : il prof. Tomlinson

Quel giorno, io e Zayn, capitammo male, eravamo gli unici ad essere in punizione: tutte le attenzioni erano principalmente rivolte su di noi.

"Ragazzi potete anche sedervi nei posti avanti oggi" disse indicando i due posti posizionati proprio davanti alla cattedra.

Zayn lo ascoltò, io decisi di continuare a fare di testa mia e presi posto nel mio solito banco in ultima fila.

Mi tirai ,sopra i ricci ,il cappuccio della felpa, nera firmata ACDC e misi la testa in mezzo alle mie braccia cercando di dormire, in modo da far scorrere il tempo con maggiore velocità.

Passarono circa 15 minuti prima che sentii il rumore di una sedia spostarsi e successivamente dei passi, ma non ci diedi affatto importanza.

Il mio 'non dare importanza alle cose' si interruppe nello stesso momento, in cui, percepii perfettamente qualcuno sedersi al mio fianco, pregai con tutto me stesso che fosse Zayn.

Alzai la testa: no, non era Zayn, e sì era di nuovo lui: Louis Tomlinson, sempre lui.

Dopo avergli lanciato un occhiata infastidita, ritornai alla mia posizione iniziale.

"So benissimo che l'altro giorno mi hai detto di non volermi parlare, ma secondo me potremmo conoscerci meglio, e magari te cambierai anche idea" mi disse cercando in qualsiasi modo di muovermi da quella mia decisione tanto ferma.

Anche in questa occasione non pronunciai parola.

"Va bene, è chiaro che tu non mi voglia parlare. Che ne dici di iniziare intanto con il dirmi il tuo nome?" mi chiese cercando qualsiasi soluzione piuttosto di farmi pronunciare anche una sola parola.

Silenzio: anche qui non parlai.

"Dannazione,Harry. Almeno parlargli, nemmeno io riesco a capirti quando fai così!" mi disse Zayn dal primo banco.

"Beh però almeno so il tuo nome, questo è già un passo avanti" mi disse con evidente sarcasmo nel tono di voce.

"Non sei divertente" gli dissi con tono fermo e freddo.

Dopodiché facendo strisciare la sedia per terra, mi alzai e mi diressi verso la porta.

"E te non ti dovresti intromettere, qualche volta chiudi quella bocca!" dissi puntando il dito verso Zayn.

Successivamente sbattendo la porta uscii e passai il resto della mia punizione nell'atrio della scuola, da solo, sia fisicamente, sia mentalmente.

I'm complicatedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora