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Anche questa storia è una di quelle che avevo pubblicato random in un post di Facebook.
È molto delicata, descrittiva, al limite tra sogno e realtà. Io ne vado molto orgogliosa, quindi ho voluto condividerla con voi.
- Dylan


• COME IN UN SOGNO •

Spesso i ragazzi della Yuuei stanno alzati fino a tardi a chiacchierare, a mangiare schifezze e a prendersi in giro. È un gran buon metodo per scacciare anche la tensione della minaccia villain, degli esami, dello stress a cui sono sottoposti nonostante siano sedicenni come tanti altri.
Capita di tanto in tanto che alcuni di loro si addormentino ed allora i loro compagni li lasciano dormire abbassando il tono della voce per continuare a parlottare, a ridere, a dirsi aneddoti o segreti. Quando poi gli ultimi rimasti svegli decidono che sia giunta l'ora di andare a dormire, allora li svegliano premendo piano sulle loro spalle o sulle ginocchia piegate ed accucciate lungo i bordi del divano. Trascinarsi fino alle proprie camere è una faticaccia, ancora avvolti nelle pieghe del sonno e del sogno.

Bakugou apre gli occhi ad una lentezza spropositata, l'appannamento si dipana piano tra le ciglia e nella semi-oscurità. Le sue sinapsi si attivano poco per volta e nonostante la vista non abbia messo ancora a fuoco nulla, capisce di essere nel salotto comune del dormitorio. Deve essersi addormentato come pochissime altre volte è successo, ma gli allenamenti ultimamente erano stati pesanti sul serio e quindi non trova la forza nemmeno di maledirsi. Probabilmente Kaminari e Kirishima gli avranno fatto foto con i loro cellulari per prenderlo un po' in giro e spera solo di non aver dormito a bocca aperta con tanto di bavino lungo il mento o ancora peggio con sonore russate a condire il tutto.
Si rende conto che c'è silenzio, però. Nessun sussurro, nessun movimento, forse si sono addormentati tutti quanti senza realizzare di essere ad un passo dal collasso, senza poter fare niente per prevenire quella nottata fuori dalle rispettive camere.
Bakugou si bagna le labbra secche, muove lentamente il collo appoggiato alla seduta del divano. Era riuscito ad addormentarsi nonostante si fosse messo a terra, gambe stese ed accavallate, il cuscino del divano contro alle vertebre cervicali, le mani mollemente allacciate l'una all'altra, appoggiate all'addome rilassato.
La luce tenue della lampada ad angolo confonde un po' i contorni, ma non può sbagliarsi nel riconoscere quel che è vicino a lui.

Steso nella parte lunga del divano ad "L", con la testa piegata da un lato e le braccia raggomitolate contro al proprio petto, Todoroki dorme in respiri leggerissimi e profondi. Di fronte agli occhi stropicciati e rossi di Bakugou le sue lunghe gambe nude sono piegate l'una sull'altra in un angolo morbidissimo.
Ha pantaloncini corti che lasciano scoperte le sue bianche ed asciutte cosce toniche, le pieghe del tessuto creano linee d'ombra che spariscono nel mezzo in movimenti pudici ma invitanti.
Le rotule sono coperte da pelle piena di cicatrici ancor più chiare, sono cadute di bambino e cadute di guerriero, sono taglietti sottili e macchioline astratte. Se Bakugou respira un po' più forte può veder muoversi la peluria radissima dal tanto gli è vicino. Il polpaccio destro è appoggiato sullo stinco della gamba sinistra, forma grinze sode ed un solco netto staglia l'inizio del muscolo sparendo poi nell'incontrare i tendini tibiali, quelli che diventano legamenti, crociati, collaterali.
Uno spiraglio di luce è nel mezzo delle due gambe, laddove i muscoli e le ossa non si congiungono come puzzle. È uno scorcio piccolo ed armonioso tra quadricipiti e ginocchia, Bakugou lo guarda come se fosse qualcosa di preziosissimo e segreto, il suo cervello gli dice di riempirlo con la lingua, ma il suo cuore trema di reverenziale timore anche solo all'idea di sfiorarlo con il pensiero.

Alza pianissimo una mano ancora intorpidita dal sonno, stende un dito facendo tremare la propria articolazione e lo appoggia sulla caviglia sottile e nuda, tendinea e inerme della gamba destra. L'osso sporgente è duro ed è una montagnola elegante ed irregolare, a valle il malleolo ed i cordoni sottopelle sembrano radici e letti di fiumi senz'acqua.
Todoroki si muove di pochi millimetri a quella carezza, una parte di Katsuki vorrebbe farsi trovare così, in flagrante, colpevole senza possibilità di fraintendimento.
Ma gli occhi spaiati non si aprono, il sonno continua a cullare Shoto con la stessa dolcezza che userebbe Bakugou nel tenerlo tra le braccia e contro il petto. Si riassopisce anche lui dopo qualche minuto di carezze leggere e soffici pensieri, la sua mano si affloscia mollemente e rimane appoggiata al cuscino accanto al suo viso, il dorso delle dita a sfiorare la pelle chiara e fresca di Todoroki.

Quel piccolo contatto alchemico entra nei sensi di entrambi, scorre lungo i vasi sanguigni e accarezza la superficie di nervi e cellule cerebrali. Si insinua all'interno di esse fluttuando impalpabile e come una goccia fatta di liquido denso comincia ad espandersi piano in tutte le direzioni emanando immagini, colori e sensazioni.
È un sogno in cui le loro mani si intrecciano ed i loro sorrisi tranquilli sono dedicati l'uno all'altro, è un sogno in cui i loro cuori si avvicinano in un abbraccio morbido ed inscindibile, è un sogno in cui amarsi è naturale e non è un segreto. È un sogno che non si è mai avvicinato tanto alla realtà dei loro desideri, è il sogno più bello che entrambi abbiano mai fatto.

Ed è solo attraverso un sogno che sarebbe stato possibile dirsi i rispettivi sentimenti, senza parole, senza occhiate, pregiudizi ed orgoglio di mezzo.
Lo ricorderanno, al loro risveglio?

Come in un Sogno [BakuTodo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora