Capitolo 1840

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C: sfogati amore,ne hai tutto il diritto.

Em: te l'ho detto: sono solo stanca.

C: capisco che tu lo sia.

Em: non è giusto.

C: amore... so che è difficile per te,ma prova a pensare che tutto questo lo stai facendo per il piccolo e per la tua salute.

Em: la verità è che non lo sai. Non puoi nemmeno immaginarlo.

Non so nemmeno io il perché mi siano uscite queste parole dalla bocca,ma le ho dette così velocemente perché spingevano per uscire. In mezzo a tutte le persone a cui avrei dovuto dirle,ho scelto la persona sbagliata,ma Colin non è come gli altri. Non sembra affatto ferito da quello che ho appena detto.

C: hai ragione.

Em: amore io non intendevo dire...

C: amore lo so. - mi sorride,accarezzandomi la guancia - Non posso nemmeno immaginare quanto male tu ti possa sentire ogni volta che non puoi prenderli in braccio o giocare con loro.

Em: hai visto il visino di Leah...

Non riesco a continuare perché la vista mi si annebbia a causa delle lacrime e le labbra iniziano a tremarmi. Prima che inizi di nuovo a piangere,mi ritrovo ancora tra le braccia di Colin. Vorrei non essere così debole davanti a lui,ma è più forte di me.

Em: l'ho delusa.

C: non dire così...

Em: avrà pensato che non le volessi bene.

C: amore no. - mi prende il viso tra le mani - Tu sei la mamma migliore del mondo e loro lo sanno benissimo.

Em: forse lo ero. Ora non posso nemmeno prenderli in braccio,non posso aiutarli a giocare fuori,non posso nemmeno mettermi con loro di là senza l'aiuto di una sedia.

Non so nemmeno come faccio a dire tutte queste cose visto il modo in cui sto piangendo e il modo in cui mi guarda Colin non mi fa di certo stare meglio. Rimetto il viso nel suo collo mentre lui riprende a stringermi,accarezzandomi la schiena.

C: non sei la madre orribile che credi tu.

Em: no? Beh io mi ci sento,così come mi sento anche la moglie peggiore che ti potesse capitare.

C: Emily non puoi pensarlo davvero.

Em: vorrei non pensarlo,ma è così. Tu ti fai in quattro per sopperire alle mie mancanze verso di loro.

C: non lo farei,se non lo volessi.

Em: so che lo vuoi,ma non dovresti.

Dal modo in cui Colin mi guarda,capisco che sia stupito nel sentirmi dire queste parole. Non dovrebbe perché ga sempre saputo quanto mi pesasse questa situazione,ma non gli avevo mai parlato a cuore aperto: tendo sempre a tenere le cose dentro fino a quando esplodo.

C: quello che non dovresti fare tu,è incolparti di tutto. Non è colpa tua se questo bambino ha bisogno di più attenzioni di quelle dei gemelli.

Em: non è nemmeno colpa tua,ma ne paghi il prezzo.

C: prezzo? - mi sorride - Pensi davvero che occuparmi di voi sia un prezzo? Emily voi siete la mia vita.

Le cose che mi ha appena detto dovrebbe farmi sorridere dalla gioia perché sono quelle che chiunque donna innamorata vorrebbe sentirsi dire,ma ho delle reazioni strane. Questo,unito all'influenza degli ormoni mi fa tornare a piangere. Colin mi abbraccia per poi prendermi il viso tra le mani e darmi un bacio.

C: io ti amo Em e amo i nostri bambini,compreso questo piccolino.

Em: amore lo so,non potrei mai dire il contrario,ma...

C: niente ma. Tu pensi che io mi stia facendo in quattro,ma non è così. Vorrei fare molto di più per voi.

Em: più di così non potresti mai.

C: non posso,ma vorrei. Vorrei potervi dare la sicurezza di stare bene.

È proprio questo che ho sempre voluto evitare in queste settimane: che lui si sentisse così. Non che mi sorprendano queste sue parole perché anche se le dice ora per la prima volta,so che le ha sempre provate,ma non merita di sentirsi così.

C: so che dentro di te sei combattuta. Non devi fare sforzi per il bene del piccolo,ma allo stesso tempo vorresti giocare con i bambini come prima.

Em: è che loro hanno ragione a volere le mie attenzioni.

C: gli abbiamo spiegato che devi riposare Em e lo hanno capito.

Em: a modo loro però: sono pur sempre bambini.

Colin ha ragione: avevamo spiegato loro fin da subito che avrei dovuto riposarmi ed entrambi lo avevano capito ed erano stati anche molto buoni perché cercavano di aiutarmi in tante cose,nonostante fossero piccolini. Tuttavia in loro la tentazione e la voglia di giocare con me vinceva su tutto e n potevamo pretendere che fosse diverso.

C: è una situazione difficile amore lo so e per te è molto pesante,ma non devi minimamente pensare di essere una madre deludente.

Em: vorrei solo rendere i bambini felici.

C: lo hai sempre fatto amore. Pensi davvero che avrebbero sempre il tuo nome sulle labbra se per loro fossi deludente?

Em: apprezzo che tu voglia farmi stare meglio,ma...

C: e pensi che il mio cuore batterebbe così per una persona che è un peso?

Prende la mia mano destra andandola a posare sul suo petto proprio sopra al cuore. I nostri sguardi si cercano e quando si trovano,mi commuovo nel vedere il suo sorriso così sereno. Mi da un bacio asciugandomi le lacrime e facendomi sorridere per il leggero solletico.

C: sei la madre migliore che i nostri figli potessero avere e sei anche la donna migliore che potessi avere io amore.

Em: sei troppo buono con me.

C: amore... - sorride,baciandomi la fronte - Quando sono stato in ospedale per tutte quelle settimane ti sei occupata tu dei bambini senza sosta,ora è il mio turno.

Em: non mi devi nulla.

C: lo so,ma il matrimonio si basa su questo: restare uno accanto all'altra sia nei momenti spensierati che in quelli difficili. Tu e i bambini meritate questo ed altro.

Questa volta le sue parole e il suo modo di guardarmi mi fanno sorridere. Mi accarezza la pancia abbassandosi quel poco che gli basta per posarci sopra un piccolo bacio. Gli catturo le labbra appena rialza la testa e guidata dalle sue braccia,mi fa stendere sul letto. Ci scambiamo ancora qualche bacio,ma poi appoggio la testa sul suo petto,lasciandomi cullare dalle sue carezze. Non ci saremmo sentiti meglio domani di punto in bianco,ma questa condivisione dei nostri stati d'animo ci renderà senza dubbio più leggeri.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora