22. Disperso

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«Forse stiamo andando nella direzione sbagliata» afferma Violet alle mie spalle.

Osservo il tunnel di pietra, identico rispetto al punto iniziale. Abbiamo attraversato solo poche biforcazioni laterali, ma nessuna sembrava la via corretta da percorrere. Solo le torce che incontriamo lungo il percorso mi danno qualche speranza che stiamo andando verso la meta.

All'ennesima svolta sempre uguale, sto per gettare la spugna e dire alle ragazze di tornare indietro, ma entrano nel mio campo visivo cinque varchi simili a delle porte.

«Forse sarebbe stato meglio perderci» borbotta Violet con tono angosciato.

Scruto gli ingressi per trovare dei segni intagliati che possano indicarci la via giusta, ma non vedo nulla.

«Bene, è arrivato il momento di dividerci.» Heather compie un passo avanti e si posiziona davanti all'apertura più a destra.

«Lo sappiamo tutti che è una pessima idea» dichiara Violet con disappunto.

Osservo i varchi e poi loro, e una stretta al cuore mi opprime quando noto che i loro sguardi sono puntati su di me: aspettano che io dica qualcosa. «Lo so che è stupido, ma non abbiamo altra scelta se vogliamo che almeno una di noi riesca a tornare indietro sana e salva.»

Violet sbuffa, ma in fondo sospetto che anche lei la pensi come noi. Si muove per posizionarsi davanti all'apertura accanto a Heather. Melissa mi scruta attentamente e fa un respiro profondo prima di annuire. Sceglie l'apertura a sinistra e io mi fermo davanti alla fessura adiacente alla sua, lasciando vuota quella centrale.

Ci guardiamo tutte in silenzio, non sapendo cosa dire. Neanche Violet che solitamente non riesce a tacere sembra non trovare le parole giuste.

Stringo i pugni e mi costringo a schiudere le labbra. «Buona fortuna. So che ognuna di voi se è qui ha la capacità di affrontare ciò che incontreremo. Ricordatevi che è lo scenario di Hollis, aspettatevi una prova di logica.»

I miei occhi si soffermano su Heather e lei distoglie subito lo sguardo; lo sappiamo entrambe che ciò può rappresentare un suo punto debole. Mi volto verso il varco e prendo un respiro profondo. «Andiamo.»

Non aspetto di vedere se le altre entrano o meno, mi immergo nell'oscurità fitta, con le braccia protese in avanti per non sbattere. Non devo camminare molto prima che incontri una torcia incastrata nella parete che segna l'ingresso di una sala rettangolare.

Un tavolo molto ampio si trova al centro e mi avvicino per vedere che cosa c'è appoggiato sopra. Sono delle piccole ampolle contenenti un liquido di cinque colorazioni diverse: nero, rosso, giallo, blu e bianco.

Nell'estremità destra è inciso nel legno un quadrato diviso al suo interno da cinque righe verticali e orizzontali. Mi avvicino per leggere il foglio appoggiato sopra: la soluzione si trova al centro. Afferro il foglio e lo ruoto per vedere se c'è scritto qualcos'altro. Una serie di indovinelli si susseguono e tutti fanno riferimento agli scacchi, proprio come avevo pensato il giorno in cui Glad ci illustrava i punti di forza e di debolezza dei suoi fratelli.

Per un momento penso se le altre siano in grado di rispondere ai quesiti. Io conosco le regole soltanto perché mio padre mi costringeva a giocare con lui la domenica mattina, mentre mia madre e Dalia si divertivano in cucina. L'alfiere è il suo pezzo preferito, ogni volta era bravo a utilizzarlo nelle circostanze più imprevedibili.

Leggo la prima domanda ad alta voce per ragionare meglio. «Il colore giallo si muove come il cavallo, partendo dallo spigolo in alto alla destra della regina.»

Sollevo l'ampolla gialla e un rumore secco echeggia nella stanza. Guardo davanti a me in tempo per vedere una roccia slittare contro la parete, rivelando una porta in legno chiusa da un lucchetto. Scruto la stanza per vedere se c'è qualcosa con cui aprirla, ma non noto nulla.

Iris - Il regno di FloraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora