Capitolo 45

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Lascio andare la stampella destra per prendere la spada. Mi avvento sulla lince e in un movimento rapido, con un colpo solo, gli taglio i due tendini e la mano sinistra.
La lince mi guarda scioccata e poi crolla al suolo urlando come un disperato.
La volpe prende una radio per chiedere aiuto, che, per sua fortuna, funziona perché l'onda magica si è placata.
Poi corre verso di me già semi trasformato con i lunghi artigli protesi e le fauci piene di denti ormai aguzzi e acuminati.
Mi allontano dalla lince a terra e con equilibrio precario mi preparo al nuovo attacco.

La volpe si muove velocissima e più che correre, salta, sfruttando le pareti del tunnel usando sia gambe che braccia molto più simile alla sua controparte quadrupede che a quella umana bipede.
Si lancia contro di me ma aiutandomi anche con la stampella, faccio perno, lo evito e lo colpisco alla schiena con la spada.
Il mio obiettivo non è ovviamente ucciderli essendo in teoria miei alleati, ma ferirli e frenarli in attesa che arrivino rinforzi.
La volpe cade a terra ma si alza subito con un colpo di reni e con un volto sofferente si gira verso di me ringhiando: "Chi diavolo sei? Cosa sei? Hai un odore che non ho mai sentito prima d'ora."

Tenendo la spada di fronte a me e cercando di non appoggiare per nulla il peso sul polpaccio ferito che mi pulsa come se stesse per esplodere, gli rispondo: "Non preoccuparti, dirò tutto a Simon a tempo debito. Se mi portassi da lui e basta, eviteremmo questo spargimento di sangue inutile."

Lui mi sorride come se fossi una pazza e poi attacca con rinnovata energia come se ne valesse del suo orgoglio e autostima. Evito i suoi tre attacchi rapidi e ravvicinati portati al ventre e alla testa ma non posso usare il braccio sinistro occupato dalla stampella, quindi ho un lato cieco. Ed è proprio sul lato sinistro che mi colpisce, non potendo parare il colpo. Il pugno mi toglie l'aria dai polmoni e mi fa volare un paio di metri in aria. Colpisco il muro umido della parete. La stampella persa chissà dove. Cerco di alzarmi ma non ce la faccio per via anche dell'acqua che in questo punto è alta circa cinque centimetri e scorre veloce.
La volpe mi raggiunge e non posso fare nulla per evitare il pugno diretto alla mia tempia.

Devo aver perso conoscenza perché il volto si trova sul pavimento e sento di avere le mani legate dietro la schiena.
Dove diavolo è finito Erald?
Dopo poco sento diverse voci, evidentemente nel frattempo sono arrivati i rinforzi.

"Psss, ehi!"

Cerco di voltarmi ma faccio fatica a muovermi, ancora stordita: "Erald sei tu?"

"No, sono la voce della tua coscienza..."

Sorrido ma rinuncio subito perché il volto mi fa troppo male: "Che è successo?"

"Sono venuto in tuo soccorso appena ti ha messo fuori uso, ma pochi istanti dopo sono arrivati in sei... sono bravo ma non fino a questo punto anche perché hanno minacciato di spezzarti il collo se non mi fossi arreso. Mi spieghi qual è il tuo piano? Ora siamo legati come salami tutti e due."

"Era questo il piano."

Fa un verso strano, quasi strozzato: "Sei impazzita?"

"No, ma dovevo attirare l'attenzione abbastanza da far sì che non ci uccidessero sul posto e che ci portassero da Simon per farci interrogare. Credo che stiano per fare proprio questo."

"E chi te lo dice che non ci uccidano e basta?"

"Non possono, so i protocolli di Simon. Ho detto che lo conosco, ho fatto fuori quasi due dei loro e soprattutto ho un odore che non hanno mai sentito prima. Devono approfondire la questione e Simon è uno stratega, vorrà sicuramente capire cosa sia successo qui."

"Mmmh, se lo dici tu. Spero che tu abbia ragione."

Poco dopo arriva la volpe che per buona misura mi dà un calcio e poi mi tira su: "Forza, è ora di andare. Il capo vi vuole vedere. Su cammina."

Provo a fare un passo ma non mi ricordo del polpaccio e cado al suolo.
"Che diamine fai?!" Mi urla contro con disprezzo.

Interviene Erald, già in piedi, quasi ringhiando: "Ehi idiota! È ferita non lo vedi? Non può camminare senza aiuto."

A quel punto la volpe impreca ma mi tira su e mi mette sulla sua spalla come un sacco vuoto. Non una posizione comodissima dato il sangue che arriva al cervello.

A quel punto un tipo che non vedo, dice che è ora di muoversi.

Ci spostiamo in un tunnel laterale e poi saliamo su una scala a pioli. Giusto perché è un mutaforma riesce ad avanzare con il mio peso sulle spalle.
Poco dopo la luce del giorno mi colpisce accecandomi. Siamo finalmente all'aperto e l'aria mi rinfresca il volto accaldato. Una sensazione piacevole.

Cominciano a camminare in formazione, guardinghi e con prudenza. Siamo circa a due isolati dal quartier generale.
Dopo quello che mi pare un'infinità di tempo, finalmente vediamo il palazzo. È decisamente molto più basso di come lo ricordavo. Inoltre intorno ci sono delle barricate che iniziano almeno a venti metri di distanza e circondano l'edificio su tutti e quattro i lati. Non ci sono più le numerose finestre in vetro ampie e ariose come un tempo, ma poche, molto piccole e distanziate tra loro. Inoltre hanno spesse sbarre in acciaio a difenderle. Il bel palazzo alto e luminoso si è trasformato in un fortino costantemente in guerra e sotto assedio. Ci sono anche delle postazioni di osservazione e mini ronde di mutaforma che presidiano le varie entrate.

Una serie di fischi fa sì che non veniamo  attaccati ma riconosciuti come amici da chi sta di guardia. Passiamo tra alcuni di loro e poi entriamo nel palazzo.
Qui c'è l'aria condizionata accesa nonostante fuori non faccia caldo, vista la stagione, ma è una temperatura piacevole. Il mio corpo sembra essere bollente e agognare refrigerio... forse l'infezione si è aggravata nonostante gli antibiotici.
La testa infatti mi pulsa e mi sento davvero debole.
Una volta entrati, senza troppi complimenti, mi butta a terra. Il cappuccio mi copre la testa del tutto, la guancia destra è a terra sul marmo bianco fresco e con striature grigie in diverse tonalità.

Questo non è cambiato per fortuna.

Un déjà vu mi colpisce: ormai diversi anni fa entrai in questo stesso atrio, anche in quel caso ferita e spaventata, ma decisa a salvare la vita ad un giovane ragazzo che di fatto mi permise di conoscere l'amore della mia vita. Una lacrima mi bagna il volto. Cadendo al suolo vedo che è rosa scuro. Devo avere il volto coperto di sangue.

Chiudo gli occhi, in attesa.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora