ᛗᛁᛞᚷᚨᚱᛞ
A cavallo di Sdentato, Astrid ed Hiccup volavano già da un po', lui davanti e lei che gli si stringeva addosso con entrambe le braccia attorno alla vita. Tempestosa, dovendo badare a Ventofreddo, non era andata con loro, ma li avrebbe raggiunti non appena il piccolo avesse imparato a volare.
Intanto si stava facendo mattina. Il cielo assumeva il colore dorato dell'alba e ai primi raggi del sole splendeva il bianco di nubi occasionali.
Sotto la guida di Hiccup il drago volava dormendo. La cosa aveva meravigliato Astrid, che si era chiesta come facesse Sdentato a volare e a dormire allo stesso tempo, ma poi aveva smesso di pensarci: doveva essere una cosa da draghi.
Già sentivano nostalgia di Berk, ma ci avrebbero fatto l'abitudine. D'altronde, non erano sicuri che, finito il viaggio, sarebbero tornati al villaggio.
'Ci stabiliremo in qualche luogo sperduto ai confini del mondo; chissà, forse avremo anche dei bambini' pensò Astrid.
Non poteva dire che l'idea non fosse allettante, erano ormai sposati da tre anni; anzi, forse cominciava ad essere anche un po' tardi per pensarci, ma in fondo avevano davanti l'eternità, non c'era fretta.
"Astrid, stai bene? Mi sembri sovrappensiero" chiese Hiccup.
Era preoccupato per Astrid, lei a Berk era praticamente un'eroina. Era la più grande guerriera di Berk da quando aveva avuto la forza di impugnare un'arma. Lei aveva bei ricordi di quel posto e, anche se era difficile ammetterlo, adesso che l'avevano lasciato, anche lui ne aveva un buon ricordo. A Berk aveva incontrato Astrid e Sdentato, si era sposato e aveva reso Moccicoso una persona migliore. Poteva non sembrare, ma era un grande risultato.
"Stai pensando a Berk, vero?" le chiese di nuovo.
"Beh, un po'."
"Allora a cos'altro?"
Con un leggero rossore che le si diffondeva sul viso, gli rispose:
"Pensavo che, alla fine del viaggio, magari potremmo avere dei... bambini."
Hiccup si girò a guardarla un attimo, prima di ridacchiare.
"Ehi, che c'è?" chiese lei, un po' infastidita.
"Niente, niente. Mi divertiva soltanto la tua faccia buffa."
"Ah, e cosa ha di buffo la mia faccia?"
Hiccup non rispose, ma le sorrise.
"Comunque, anche io ci ho pensato, sai, di avere dei figli. Sarà difficile, ma voglio davvero."
Si voltò ancora verso Astrid e vide che lo guardava con un dolce sorriso stampato sul volto.
"Che c'è?" chiese lui.
"Niente, è che ti amo ogni giorno di più," rispose lei guardandolo con gli occhi innamorati che riservava solo a lui.
Dopodiché gli appoggiò la guancia sulla spalla.
"Come saranno, secondo te?" chiese lui.
"Cosa?"
"I bambini."
Non ci aveva ancora pensato, ma non appena Hiccup lo disse, cominciò ad immaginarseli.
Un bambino piccolo e magro, simile ad Hiccup da piccolo, ma con i capelli biondi, gli occhi verdi e le guance paffute, o una bambina simile a lei, con i capelli castani e gli occhi azzurri, sempre energica e che saltellava qua e là.
Il pensiero le scaldò il cuore.
"Non lo so, ma non riesco ad immaginare che qualcosa che sia in parte te non sia meraviglioso," disse lei sorridendo.
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Canto del Viaggio(Parte 2: Saga dell'Hrímþursar)
FantasySeconda parte della Saga dell'Hrímþursar