un incontro stravolgente pt. I

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Era venerdì pomeriggio, Stiles aveva finito di fare i mestieri di casa quella mattina, così aveva deciso di portare suo figlio Walter al parco. Il piccolo aveva appena cinque anni ed era la gioia più grande del trentenne, nonostante fosse solo dalla nascita del figlio. La madre - l'unica donna che Stiles abbia seriamente amato dopo Lydia Martin, la sua attuale migliore amica - era morta pochi minuti dopo averlo messo al mondo. Per Stiles era stato difficile all'inizio ma per fortuna aveva avuto a fianco i suoi amici e suo padre.
Comunque aveva deciso di portarlo al parco, dopo l'ultima settimana in cui il bambino era stato a letto per la febbre.

Erano appena usciti dalla gelateria perché, come suo solito, non aveva resistito al visino dolce di Walter.

«Tesoro ti prego, non correre»

troppo tardi, la piccola furia gli aveva rubato il gelato dalle mani e aveva preso a correre, l'ho stava per acchiappare fino a quando il bambino non finí spiaccicato contro una gamba. Il gelato era finito sulla maglietta di Spiderman del piccolo e suoi pantaloni costosi dell'uomo che Stiles descrisse come un dio greco, una divinità. Il giovane si avvicinò subito tirando fuori delle salviette, si tirò su gli occhiali da soli

«mi dispiace immensamente, mio figlio non è in grado di stare fermo per più di un minuto e non sono riuscito a fermarlo. La prego mi perdoni, le prometto che gli pagherò la lavanderia»

Stiles prese il bambino e iniziò a pulirli la maglietta al meglio, l'uomo che aveva solo accennato un sorriso, si abbassò alla loro altezza.

«Non si preoccupi, non è colpa di questo cucciolo, ero distratto anche io dal mio cellulare e avrei potuto fargli male»

Stiles girò lo sguardo verso l'uomo e rimase incantato, era decisamente in dubbio se guardare quei meravigliosi occhi verdi o quel sorriso che avrebbe illuminato l'intero mondo. Rimase semplicemente incantato sul suo viso, fino a quando il figlio non l'ho riscosse dai suoi pensieri.

«La prego, almeno mi permetta di pagarle la lavanderia per i pantaloni» l'uomo scosse la testa «non importa, sono solo pantaloni e io sono stato un po' sciocco a metterli solo per passaggiare al parco».

La sera arrivò presto e Stiles, dopo aver letto la favola della buonanotte a Walter, si era buttato stanco sul suo grande letto afferrando il cellulare.

(21:34) fammi sapere se posso farmi perdonare in qualche modo SS

Alla fine l'uomo affascinante gli aveva lasciato il numero, nonostante gli avesse ripetuto per cinque minuti buoni che non servisse che pagasse la lavanderia.

(21:34) un modo ci sarebbe DH

(21:35) e quale? SS

Stiles aveva preso a mangiucchiarsi l'unghia per l'ansia, infondo dietro quel fascino poteva nascondersi un assassino o altro.

(21:35) venire a cena con me DH

Aveva sorriso anche se quest'ultimo era subito sfumato via, doveva pensare al suo bambino, non poteva permettersi di illudersi di trovare la felicità se poi non sarebbe durata.

(21:35) ho un figlio SS

(21:36) colpa mia, avrei dovuto immaginare che avessi già una moglie DH

(21:37) non ho una moglie, nemmeno una fidanzata se è per quello, ho solo un figlio SS

(21:37) non vedo dove stia il problema DH

(21:37) sono uscito con due persone negli ultimi quattro anni ed entrambi, appena hanno scoperto che avevo un figlio, sono magicamente spariti che neanche Albus Silente SS

(21:37) con me non ci sarà questo pericolo, anzi è grazie a tuo figlio se ho avuto il tuo numero e la possibilità di invitarti a cena DH

(21:38) allora, accetti? DH

Stiles sperava che quel Derek non se ne sarebbe andato per altri motivi, alla fine una volta che l'ho conoscevano molti si stancano. Ma alla fine quello era solo un appuntamento, non doveva correre con le ansie, i viaggi mentali e le paura per una cena.

(21:38) mi hai convinto, ci sto SS

(21:39) va bene domani sera? oppure hai problemi con Walter? DH

(21:39) assolutamente si, Walter starà con la sua madrina SS

(21:39) perfetto, allora ti passo a prendere domani sera DH

(21:39) perfetto, non vedo l'ora SS

Stiles passò il giorno successivo con Lydia, si erano incontrati la mattina come erano soliti fare per consumare la colazione insieme. Così il ragazzo ne aveva approfittato per chiedere alla migliore amica se avesse potuto tenere Walter quella sera, conscio che fosse sabato e probabilmente la biondo fragola avesse da fare. Ma stranamente Lydia aveva accettato per poi iniziare il suo interrogatorio, in cui era riuscita a strappargli tutte le informazioni sull'incontro e sulla breve conversazione avuta con Derek. Successivamente era stato costretto dalla sua migliore amica ad andare al centro commerciale per un po' di shopping

«non puoi andare ad una cena con i jeans e la maglietta di star wars».

Ma per la fortuna di Stiles, la sera arrivò in fretta e dopo aver indossato dei pantaloni eleganti blu, a detta sua troppo stret-

«finiscila di lamentarti, stai benissimo e poi mettono in mostra quel bel culo che ti ritrovi».

Il ragazzo rise, per poi finire la sua ispezione sistemandosi la camicia bianca e passandosi una mano tra i capelli ribelli, che non avevano la minima intenzione di avere un senso quella sera.

«Ti danno un'aria sexy perciò scordati di metterci del gel, quella roba lì rovina»

Stiles sbuffò alzando gli occhi al cielo ma non disse nulla, si fidava di Lydia e quando il campanello suonò, tutta l'ansia che aveva cercato di trattenere, esplose. Non usciva con qualcuno da un anno, forse più e non sapeva come comportarsi, cosa fare. Lydia si avvicinò al ragazzo sistemandogli la giacca

«si solo te stesso e vedrai che andrà tutto bene».

Sembrava gli leggesse nel pensiero ma la verità era che quella ragazza l'ho conosceva e capiva più di chiunque altro, le diede un bacio prima di aprire la porta. Entrambi rimasero a fissarsi per lunghi minuti, Stiles aveva iniziato a fare pensieri sconci su quel corpo da favola e lo stesso Derek. Nonostante il più giovane non aveva i suoi stessi muscoli, a lui piaceva, gli era piaciuto fin dal primo momento. Ma quel magico momento venne interrotto dal pianto di Walter che quella sera aveva messo a letto prima proprio per non avere interruzioni durante la cena. Fece entrare Derek, chiedendogli cinque minuti e salì in fretta le scale.

«Dannazione, gli è tornata la febbre»

il giovane era sceso una decina di minuti più tardi, sembrava che qualcuno non volesse quell'appuntamento. Era costretto ad annullarlo, non poteva uscire con il pensiero di suo figlio che stava male e aveva bisogno di lui, non era il tipo. Lydia lasciò l'appartamento qualche minuto più tardi con sguardo triste, desiderava solo che il suo migliore amico avesse qualcuno al suo fianco. Stiles si tolse la giaccia guardando Derek, che era rimasto appoggiato allo stipite della porta della cucina

«mi dispiace, non avrei dovuto portarlo fuori ieri, era appena guarito».

«Non dirlo nemmeno per scherzo, immagino che tu volessi solo fargli prendere un po' d'aria, non è colpa tua»

il più piccolo gli sorrise

«avevo immagino altro per la nostra serata ma possiamo sempre rimandare, se ti va»

«oppure potrei stare qui a farti compagnia».

non preoccupatevi, non vi lascio così😼
non pensavo che sarebbe venuta
così lunga perciò ho deciso di dividerla in due parti. ci vediamo domani con
il continuo<3

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