Capitolo 3 ~ We're the same?

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Vi do il permesso di uccidermi, odiarmi, venire sotto casa con i forconi e spaccarmi il cellulare in due.
Scusate se non aggiorno da una vita, ma ho dovuto recuperare fisica e non ho avuto per niente tempo. E quando l'avevo ne ho approfittavo per uscire. Anch'io ho una vita :')
Spero vi piaccia. Per farmi perdonare, questa sera pubblico un altro capitolo, se volete :3

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"Davvero, portami a casa!" Sbotto, per la millesima volta.

"È solo una cena!" Si lamenta Ashton, mettendo il muso. Io incrocio le braccia al petto.

"Ho mia figlia a casa che mi aspetta, non ho tempo da perdere." Dico, incrociando anche le gambe evitando di sporcare la sua macchina.

Devo ammettere che, il piccolo ristorante davanti al quale ci siamo parcheggiati mi attira molto. Ma non posso permettermi di affezionarmi di nuovo ad Ashton.

"Ma non c'è la tua amica?" Chiede, accentuando il broncio sulle sue labbra.

"No, non c'è e Georgia è da sola. Ora portami a casa." Ordino, guardando fuori dalla finestra verso la famigliola appena uscita dal ristorante. Che ironia! Due genitori con una figlia!

"Va bene. Dove abiti?" Mi chiede, sospirando, e subito un piccolo sorriso si forma sulle mie labbra.

-

Venti minuti dopo, siamo davanti casa mia. "Grazie, Ashton." Dico, sorridendolo.

"Di niente." Ricambia il sorriso e spegne il motore dell'auto. Io lo guardo con un espressione confusa. "Vorrei salutare Georgia. Posso entrare?" Mi chiede.

"Uhm.. Sta dormendo.. Sarà per un'altra volta." Rispondo, rivolgendogli un sorriso di scuse.

Giusto in quel momento, la porta d'ingresso si spalanca e Georgia corre verso di noi, seguita da Diana che le urla di fermarsi.

"La tua amica non c'era a casa e Georgia stava dormendo, eh?" Chiede Ashton, alzando un sopracciglio. "Guarda che se non volevi farmi vedere tua figlia, potevi anche dirmelo." Sbotta, riaccendendo la macchina.
Wow! Nemmeno il suo bipolarismo è cambiato!

"Non è che non voglio farti vedere Georgia.. È che lei si affeziona subito e non vorrei che si affezionasse a te. Cioè, non perché sei tu, in generale! Non voglio che si affeziona a persone che non sono della sua famiglia!" Dico, tutto di un fiato, ritrovandomi a respirare pesantemente. Ashton sorride, guardando Diana che rincorre Georgia. Alle 10 di sera, è una cosa che può succedere solo a loro!

"Dov'è suo padre? E perché è stato così stupido da lasciarvi da sole?" Mi chiede, continuando a guardare dolcemente Georgia che ride.

"È una storia lunga. Forse un giorno te la racconterò." Dico, allungandomi per spegnere la macchina. Lui mi guarda confuso.

"Hai detto che volevi venire a salutare mia figlia, no? Allora muoviti!" Ridacchio, uscendo dalla macchina giusto in tempo per vedere le profonde fossette comparire ai lati delle sue guance.

"Ehi, Geo, guarda chi è venuto a trovarci!" Esclamo, avvicinandomi a lei e prendendola in braccio. Subito dopo, Ashton e Diana sono al mio fianco.

"Siiiii!!!" Esclama Georgia, allungando le braccia verso di Ashton per farsi prendere in braccio. Lui le sorride dolcemente e la porta tra le sue braccia, stampandole un bacio sulla fronte.

"Ehi, piccola." La saluta, accarezzandole i boccoli.

"Come ti chiami?" Chiede Georgia, poggiando una mano sulla sua guancia.

"Mi chiamo Ashton, e tu?" Risponde lui.

"Georgia!! Però tu mi puoi chiamare Geo!" Esclama, allacciando le braccia al collo di Ashton.

"Che ne dite di entrare in casa?" Chiedo, avviandomi verso il portone.

"Anch'io?" Chiede lui.

"Siiii!" Risponde Georgia. Scoppiano tutti a ridere ed entriamo nel salotto. Mi siedo sul divano ed Ashton mi affianca, mettendo Geo sulle sue gambe.

"Piccola, come si chiama la tua mamma?" Chiede Ashton, ghignando.

"Brutto figlio di-" Inizio, ma lui mi copre la bocca.

"Niente parolacce davanti tua figlia!" Esclama, ridacchiando. Io lo fulmino con lo sguardo e gli lecco la mano. Lui la ritira e la pulisce sul mio braccio con una smorfia di disgusto. Io scoppio a ridere.

"Geo, mi raccomando, non dire mai il mio nome ad Ashton." Le dico, facendole l'occhiolino.

"Va bene." Ridacchia, iniziando a giocare con i capelli di Ashton.

"Perché non vuoi dirmi il tuo nome?" Mi chiede, con espressione seria.

"Tranquillo, un giorno lo scoprirai." Gli faccio l'occhiolino e mi alzo. "Io vado a preparare la cena. Mi raccomando, stai attento a Georgia." Dico, entrando in cucina.

"Sissignora!" Ridacchia lui.

Non appena entro, Diana mi abbraccia. "Oddio, sono così carini insieme! Devi dirglielo! Devi assolutamente dirglielo! Sareste una famiglia perfetta!" Esclama, stritolandomi.

"Si, va bene. Ora lasciami, devo preparare la cena." Mi stacco da lei e inizio a cucinare la prima cosa che mi viene in mente.

Quando ritorno in salotto con due piatti fumanti di spaghetti, mi fermo di scatto, ritrovandomi la scena più dolce che mi sia mai capitata.

Georgia seduta sulle gambe di Ashton e la sua testa sul suo letto che si alza e abbassa lentamente. Entrambi stanno dormeno e decido di non svegliarli. Chiunque riuscirebbe a notare la loro somiglianza in questo momento.
Entrambi con la testa all'indietro, la bocca leggermente aperta, le fossette ben evidenti e i ricci davanti agli occhi chiusi.

Mi siedo a tavola e poggio entrambi i piatti, prendendone uno per me. "Gli faccio una foto." Ghigna Diana, cacciando il cellulare.

"Metti il silenzioso e togli il flash, mi raccomando." La avverto, continuando a mangiare.

"Va bene, mamma." Mi prende in giro, posizionandosi davanti al divano. Posiziona bene il cellulare e...

Click

Naturalmente, non solo non ha tolto il suono, ma nemmeno il flash.

Ashton spalanca gli occhi di scatto e ci guarda confuso. Abbassa gli occhi su di Georgia e sorride. "Posso vederla?" Chiede.

"Cosa?" Chiede Diana, nascondendo inutilmente il cellulare.

"La foto." Risponde Ashton, la voce leggermente rauca e terribilmente attraente.

"N-non capisco d-di c-cosa s-stai parlando.." Balbetta Diana, sedendosi velocemente al mio fianco. Io ridacchio.

"Dai, non sono stupido. Ho capito che ci hai fatto una foto. Posso vederla?" Mi chiede.

"Uff e va bene!" Sbotta Diana, alzandosi e passandole il telefono.
Lui accarezza i capelli di Georgia e poi prende il telefono. Abbassa lo sguardo e i suoi occhi si spalancano. "Siamo uguali?"

Photograph ~ Ashton Irwin (Sequel Fuck you, Irwin!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora