il mio sexy tutor personale

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è il quinto giorno e giuro che non mi stavo dimenticando, è un po' pessima ma
spero vi piaccia ugualmente.
attenzione: è presente una scena di sesso, non sono ancora brava a
scriverle perciò abbiate pietà di me
se non è perfetta.
-less✨

«Signor Stilinski, il preside desidera vederla»

Stiles alzò lo sguardo dal libro che stava scarabocchiando, lo infilò velocemente nello zaino insieme alla matita per poi seguire la donna. Il ragazzo sospettava ciò che il preside gli avrebbe detto e al pensiero sbuffò, stringendo la bretella dello zaino.

«Signor preside, c'è il signor Stilinski»

Stiles venne trascinato dentro, salutò il preside che ricambiò con un sorriso, un sorriso che aveva visto troppo spesso sul volto degli adulti nell'ultimo mese.

«Stiles, come stai?»

Il ragazzino dovette trattenersi per non ridere istericamente perché sapeva che altrimenti sarebbe scoppiato e poteva permetterselo solo di notte, quando era da solo.

«Mi dica il motivo per cui sono qui e basta, la prego»

il preside sospirò

«so che dopo quello che è successo per te non è stato facile, tutti noi lo comprendiamo e perciò io e gli altri insegnanti abbiamo deciso di affidarti ad un tutor».

Stiles aveva gli occhi spalancati mentre la porta si apriva, rivelando l'ultima persona che il ragazzino desiderava vedere. Non che nell'ultimo periodo volesse fare la conoscenza di persone nuove ma sarebbe andato bene chiunque, tranne lui. Certo, l'idea di avere un tutor solo perché nelle ultime settimane il suo pensiero non era finito sui libri, non lo faceva saltare dalla gioia ma sapeva che in quelle condizioni, da solo, non ce l'avrebbe fatta. Ma non era intenzionato ad accettare di lavorare con quel ragazzo, assolutamente no.

«Il signor Hale è lo studente più bravo dell'ultimo anno e visto che ormai vivi con loro, ho pensato che sarebbe stato perfetto»

Stiles invece pensava proprio il contrario mentre annuiva e lasciava l'ufficio insieme a Derek, che fino a quel momento non aveva aperto ancora bocca. Prese le sue cose dall'armadietto prima di dirigersi verso l'uscita

«vuoi un passaggio? Ho visto che stamattina è passato Scott a prenderti ma è andato via con Malia poco fa»

il più piccolo scosse il capo in segno di negazione, mentre continuava a camminare.

«Forza ragazzino, torniamo a casa insieme»

Stiles mantieni la calma,
Stiles mantieni la calma.

«Che diavolo stai dicendo Derek? Quella non è casa mia e non lo sarà mai, mio padre è morto e l'unica cosa che vorrei, è andarmene da questa città di merda e dimenticare tutto»

Derek guardò Stiles, i suoi occhi erano lucidi e le sue mani tremavano ma nonostante questo si girò, riprendendo a camminare. Il ragazzo salì sulla sua auto, seguendo il più piccolo a debita distanza, non voleva che facesse qualche sciocchezza. Quando arrivò a casa sentì la porta della stanza di Stiles sbattere e sospirò, passandosi una mano fra i capelli.

«Devi comprenderlo Der, suo padre era tutto ciò che gli rimaneva ma ora ha perso anche lui, ed è normale che sia arrabbiato con noi»

Laura gli strinse una mano con sguardo triste

«lo sceriffo stava solo facendo il suo lavoro»

la sorella scosse il capo sospirando.

«Siamo lupi mannari Derek, avremmo potuto far di più e salvarlo, sapevamo fin dall'inizio che coinvolgerlo sarebbe stato rischioso»

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