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Mi alzai dal letto stanco, le coperte grigie erano ormai ammucchiate nel bordo del mio letto.

Mi girai a guardare l'orologio elettronico appoggiato nel comodino, segnava le 4 del mattino.

Stavo avendo problemi nel dormire già da parecchio tempo, soprattutto da quando una persona si era insinuata nella mia testa.

Mi forzai di andare in bagno per lavarmi la faccia, cosciente del fatto che non sarei riuscito a tornare a letto.
Guardai il mio riflesso nello specchio, la luce che arrivava dall'alto evidenziava le mie occhiali scavate.

Tornai in camera e presi il pacchetto di sigarette che avevo sempre nel comodino, aprì la porta che mi portava al balcone e mi appogiai alla ringhiera di ferro e accesi la prima sigaretta della giornata.

Guardai in basso, vidi le strade vuote illuminate da qualche lampione sparso. Le segnaletiche a LED accese durante le ore di buoio e spente durante le ore luce. Gli appartamenti con qualche luce accesa e qualche luce spenta.
Infine l'aria fredda della notte che accarezzava le parti svestite del mio corpo.

Pensai di nuovo a lui, ero stufo dei forti sentimenti che provavo per questa persona, mi piaceva da un anno.
Adoro il modo in cui sorride, il modo in cui mangia, le sue passione e le sue espressioni, i suoi difetti che per me sono pregi, non potevo fare a meno di amarlo.

Ripensai a quando ti conobbi, al liceo, io ero al terzo anno e tu appena al primo, mi ricordo ancora la tua espressione quando ti perdesti nei corridoi, una espressione smarrita e gli occhi pieni di ansia. Non sono mai stato un tipo gentile o disponibile, ma vederti così mi strinse il cuore, nonostante neanche ti conoscessi. Mi avvicinai a te e ti chiesi se andasse tutto bene, "mi sono perso, sai per cosa dove posso trovare l'aula 9?" Mi chiedesti guardandomi con quei tuoi occhi grandi che contengono l'intero universo.
Ti accompagnai alla tua aula ma prima che tu mi lasciassi ti chiesi il tuo nome, "Jisung, Han Jisung, tu come ti chiami?" Ho sempre adorato fare il misterioso, quindi ti sorrisi e me ne andai, tempo dopo però conoscesti in qualche modo il mio nome.

Ci incontrammo una seconda volta, questa volta fosti tu ad avvicinarti a me "Minho?" Io ero di spalle, non avevo bisogno di girarmi per capire che eri tu, sorrisi e risposi di si, che mi chiamavo così,"ah ecco lo sapevo" dicesti con un grande sorriso in volto. Persi un battito quel giorno, mi spaventai di questo nuovo sentimento e me ne andai con una scusa qualsiasi.

Che sciocco, se solo avessi saputo che quello sarebbe stato il primo di altre volte.

Ripensai alla nostra prima uscita, andammo in un cinema. "Cosa ti va di vedere?" Ti chiesi "Ce questo nuovo film horror, ti va di vederlo?" Continuai, la tua faccia divenne bianca eppure accetasti comunque, non ricordo neanche una scena di quel film, ma ricordo perfettamente il modo in cui ti nascondevi dietro il mio braccio, come sobbalzavi nel momento in cui uscivano strani mostri, e il modo in cui mi abbracciasti.

Tutto questo, mi avevano fatto battere il cuore troppo velocemente per i miei gusti.

Quando finalmente finimmo il film dicesti che non ti aveva spaventato minimamente e quando si fece notte, tu mi chiamasti e mi dicesti che volevi stare in chiamata con me. "Ho paura, tutta colpa tua Minho hyung" mi immaginai il tuo solito broncio "non avere paura, e poi ti ho chiesto se volevi vederlo o meno, sei tu che hai accettato" ti sentì sbuffare. Siamo rimasti in chiamata tutta la notte, tu ti addormentasti per primo.

La sigaretta ormai era a metà, ma non potevo fare a meno di continuare a pensare a noi due assieme.

Poi però, arrivò un ragazzo, non ricordo il suo nome, l'unica cosa che sapevo è che mi aveva rubato la cosa a cui tenevo di più: te.
"Esci con me oggi, sono giorni che esci solo con quel tipo" sbuffai "quel tipo, hyung, ha un nome, e poi dai non possiamo rimandare a un'altro giorno?"
Il giorno dopo, a scuola, ti vidi baciandoti con lui, e lì il mio mondo crollo, ero stato troppo lento a capire i miei sentimenti, e questa cosa mi portò lontano da te.
Perdemmo i contatti, io invece continuai a guardarti da lontano. Le risate, i sorrisi, li sguardi ormai non erano più dedicati a me, ma a un'altro ragazzo.

Ormai la sigaretta era terminata, e in quel momento disederai con tutto il mio cuore che anche i sentimenti che provavo per te si spegnessero come questa sigaretta in questa fresca notte di agosto.

Romantic Lover [Minsung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora