Viviamo in una piccola cittadina del Kansas, ma ci sono abbastanza bambini da poter rendere la notte di Halloween abbastanza divertente. Io mi chiamo Jake, e come ogni anno passo questa fantastica notte a fare "dolcetto o scherzetto" con il mio amico Hal. Di solito usciamo solo noi due (a meno che non ci sia qualcuno che voglia unirsi a noi), e i nostri genitori, nonostante la nostra tenera età, ci lasciano uscire tranquillamente, a patto che a mezzanotte siamo a casa. Le nostre tappe sono le stesse ogni anno, giusto per andare sul sicuro e ottenere più dolci possibili.
Passiamo prima dalla Sig.ra Johnson, moglie del nostro dentista di fiducia. Ironico, vero? Ebbene, lei a livello di dolci ci ha sempre trattati bene, ed è sempre molto gentile. Bussiamo a casa sua; lei ci accoglie con un sorriso, come se avesse rincontrato i suoi nipotini dopo tanto tempo; ci mette i dolci negli appositi sacchetti e ci saluta con lo stesso sorriso mentre noi facciamo per allontanarci. Successivamente passiamo dal Sig. Howard, orologiaio vedovo, ma che comunque oggi come oggi affronta la vita col sorriso. Anche con lui procede un po' come con la Sig.ra Johnson. E si continua così per tutta la sera, almeno finchè, tornando verso casa, vediamo una casa da lontano per nulla familiare. Presi dalla curiosità ci avviciniamo piano piano. All'interno era ben illuminata in quasi tutte le stanze. Ci basta passare davanti ad una finestra per notare un salotto ben arredato. Era il classico salotto che si vede nei film: camino acceso, una testa di cervo appesa al muro, un tappeto in pelle di orso e una poltrona rossa in pelle.
Ci posizioniamo davanti alla porta e suoniamo il campanello. Dopo neanche un minuto ci si presenta davanti un personaggio particolare: un uomo alto, molto magro, sulla 70ina, con in volto un sorriso (che inquietava e non poco) e vestito in giacca e cravatta. Non nascondo che inizialmente ero convinto fosse il maggiordomo, ma da come parlava confermo che era il proprietario. Principalmente si comportò come le persone con cui abbiamo contatto di solito, però la sua voce avevo un tono roco e inquietante. Nonostante tutto ci siamo comportati come di consueto: abbiamo preso i nostri dolcetti e ce ne siamo andati.
Siamo tornati a casa con 15 minuti di ritardo, ma ciò non fece infuriare granchè mia madre, stranamente. Ho invitato Hal a dormire da me, e come ogni anno ci mettiamo sul letto in camera mia per farci una scorpacciata di caramelle. Cominciamo a mangiarne una, poi due, poi tre e così via. Dopo qualche minuto mi sentivo già pieno, ma avevo ancora spazio per un solo dolcetto. Presi una caramella che però non aveva il nome sulla carta, ma inizialmente non ci feci caso. Appena la scartai rimasi basito: era a tutti gli effetti un occhio. Non parlai. Era umido, ma non volli credere che era a tutti gli effetti un occhio, anche perchè esistevano delle caramelle a forma di occhi, e vanno molto di moda in feste tipo questa. Hal mi guardava impietrito, probabilmente aveva già capito tutto. Io non demorsi: avvicinai la "caramella" a me e diedi un morso. Il tempo di assaporare e sentii il vomito salire di colpo. Il sapore era qualcosa di indescrivibile. Era peggio di quella volta che ho provato l'inchiostro della penna. Potevo intravedere all'interno di quello che rimaneva di quell'occhio, un liquido bianco e nero misto a un po' di sangue. Ciò mi fece salire il vomito ancora di più, infatti dovetti correre in bagno per rigettare tutto. Al mio ritorno in camera vidi Hal con una faccia che non aveva mai fatto prima. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Da un lato, la scelta più saggia sarebbe stata quella di raccontare ai nostri genitori il tutto, però dovevamo prima scoprire chi tra tutte le persone che avevamo visitato ci abbia potuto fare uno scherzo tanto macabro. Per quella sera cercammo di non pensare all'accaduto e di dormirci sopra, ma con scarsi risultati.
Il giorno dopo decidemmo di rifare lo stesso giro del giorno prima. Partimmo nel pomeriggio, ed entrambi pensammo di passare per prima dall'ultimo signore visitato, visto il sospetto che ci aveva suscitato. Raggiungemmo il posto, ma già da lontano la casa aveva un aspetto diverso: non era ben pittata, c'erano fossi nei muri e sembrava tutto molto sporco. Passammo davanti alla finestra del salotto e ci ritrovammo un salotto abbandonato, polveroso e a tratti distrutto. Arrivammo davanti alla porta. Era rotta, e mancava anche il campanello. Hal diede un calcio alla porta facendola cadere in un secondo. Dentro non trovammo nulla, solo topi, polvere e ragnatele. Non c'erano dubbi, lì dentro non ci viveva nessuno. A quel punto ci guardammo entrambi negli occhi, come se entrambi avessimo pensato la stessa cosa. Decidemmo di conservare quell'occhio in un barattolo e di nasconderlo nella mia soffitta, e ovviamente nessuno avrebbe dovuto sapere dell'accaduto. Quindi mi raccomando, ad Halloween divertitevi, ma fate attenzione a chi bussate e ai dolci che mangiate.
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Dolcetto o scherzetto?
HorrorDue bambini che vanno a fare "dolcetto o scherzetto", ma a fine serata riceveranno uno shock non indifferente