"Se da un lato c'è la mente, dall'altro si fa spazio il corpo. La mente come una scatola nera, inaccessibile, il corpo come l'unica cosa osservabile dalla quale si parte per arrivare alle funzioni mentali. Secondo la psicologia il comportamento è l'unica cosa riconoscibile e quindi riscontrabile, fonte di studio, e risposta agli stimoli esterni. Dunque, dall'altro lato, una scatola nera impenetrabile. È questa la mente umana, qualcosa di ingestibile, di ignaro. Vi siete mai chiesti cosa c'è davvero dentro la nostra testa? Da dove vengono i pensieri? I nostri stessi sogni? È qualcosa di così affascinante ma di così lontano da noi. Pensate... Pensate a come poter studiare la mente, a come poterla analizzare. Vi accorgerete che non si può, è completamente inaccessibile. Ma, se per un momento, vi chiedessi di trovare un modo per farlo cosa fareste? Questo è l'argomento della relazione che dovrete preparare per lunedì prossimo. Buon fine settimana". Chiudo il mio notebook e spengo il proiettore. Un'ondata di ragazzi esce a flotta dalla porta dell'aula, lasciando l'eco delle loro parole rimbombare per tutto lo spazio attorno a me. Sembra un ronzio uniforme, adesso sempre più lontano. Mentre sistemo le mie cose dentro la valigetta sento squillare il cellulare.
"Che succede? Ho finito lezione ora".
"Pensi che evitando di rispondere ai nostri messaggi riuscirai a salvarti da domani sera?".
"Mia, stai scherzando? Mi chiami durante la lezione per questo?".
"Andiamo... È mezzogiorno, hai finito in questo momento". Riconosco in immediato la voce di Emma.
Guardo lo schermo del mio telefono, "Avete fatto una chiamata a tre per tormentarmi?".
"Sì, hai indovinato", Emma inizia a ridere con quella voce squillante di sempre, "Non puoi fare niente per impedirci di portarti via con noi".
"Em, ti prego, sai perché non posso".
"Jess, è da un anno che ti chiudi in casa e non fai altro che lavorare e lavorare. Ah già, l'unico diversivo è andare all'università per... Indovina cosa? Riprendere a lavorare".
"Sapete perché non posso, sapete che giorno è domani".
"Lo sappiamo Jess, ti chiediamo solo di venire a trascorrere una serata con le tue amiche", Mia inizia a fare la sua solita voce da bambina capricciosa, "Ti prego!".
Sento la porta dell'aula aprirsi di nuovo, ci sono già i ragazzi della lezione successiva. "Adesso devo riattaccare".
"Dicci solo che ci penserai". È inutile, Mia non imparerà mai a mollare.
"Ci sentiamo dopo, devo andare". Riaggancio sperando che non mi richiamino di nuovo. Non so come fare con loro, riescono sempre a farmi sentire in colpa e, anche quando sono convinta di dire di no, riescono a soggiogarmi a tal punto di convincermi. Non posso crederci, squilla di nuovo il telefono ma quando guardo il display non è né Mia né Emma. Arriva in immediato un messaggio su WhatsApp alla chiamata mancata.Pranzo al solito posto?
È Dan.
"Il suo caffè, signorina Cooper". Quando alzo gli occhi la mia giornata si illumina di colpo. "Hai finalmente deciso di portare il tuo bel culetto qui. Quale onore?".
"Mi dispiace Ben, ma stamattina era davvero tardi".
"Così tardi da spezzare la nostra routine quotidiana? Io che inizio a lavorare qui alle sette e mezza, tu che alle otto in punto passi a prendere il primo caffè della giornata e tutti vissero felici e contenti come ogni giorno di questa meravigliosa vita che ci ritroviamo a vivere?".
"Lo so, sono stata da Daniel e...".
"Quel tipo ti sta distruggendo più che aiutarti. Jess, non hai bisogno di chi ti psicoanalizzi, hai solamente bisogno di staccare la spina. È per questo che dovresti dare ascolto a Emma e Mia e uscire domani sera".
"Non posso crederci! Quelle due hanno coinvolto anche te!".
"È come non potevano?! Sono io l'anima della festa! E poi...", si spinge oltre il bancone avvicinandosi al mio orecchio, "Come potrei fare a meno di vedere quel bel culetto di Eric?".
"Oh ma dai! Davvero?".
"Cosa?".
"Eric no! Sta lontano da lui! Fai la troietta con mezza Greenwich e adesso ci provi con il povero Eric? E poi sai benissimo che lui non è gay".
"Ma io sì!". Ben fa un giro su se stesso fiero di sé.
Inutile, è più forte di me, scoppio a ridere senza più controllarmi.
Benjamin Mitchell, 30 anni, il barista migliore del posto nonché il mio migliore amico di una vita, fin dall'asilo. Siamo cresciuti insieme a Chelsea, abita proprio nell'appartamento accanto al mio, io al 406 lui al 407. Ha iniziato a fare dei lavoretti all'interno della ristorazione finendo per essere il barista più conosciuto di questo posto, per via della sua bravura e del suo modo di essere che riesce a rubare il cuore di chiunque che passi di qui. È un gran fico, alto, capelli rasati e occhi azzurri. Tutte le ragazze di qui sbavano ogni volta che lo incontrano per la prima volta per poi restare immediatamente dopo deluse dallo scoprire che è gay. In compenso, tutti i ragazzi di qui gli fanno il filo ma Ben mi dice sempre che non è ancora arrivato quello che gli ha rubato il cuore. Da quando Benny, come lo chiamo io fin da bambina, ha iniziato a lavorare qui due anni fa la clientela è entusiasta ed è incrementata tanto che il suo capo è alle stelle per questo. Il Greenwich's café è rinato dopo il suo arrivo.
"Dai Jess, è solo una serata tra noi, i tuoi vecchi amici di sempre".
"Quelle due sono davvero delle stronze. Sanno che se sei tu a chiedermelo non posso dire di no".
"Ascolta, io so che giorno è domani". Ben diventa serio improvvisamente, poggia lo strofinaccio su una spalla e si avvicina di nuovo. "Hai trascorso un anno intero rinchiusa tra le quattro mura di casa tua, ma domani è il tuo compleanno. Non permetteremo che trascorrerai un altro giorno in quel modo".
"Okay".
"Cosa?! Le mie orecchie hanno sentito bene?!".
"Sì! Okay! Ho detto okay! Non ne posso più di sentirvi!".
"Devo andare! Devo organizzare ogni cosa!".
"Ben! Aspetta! Il caffè! Devo pagare il caffè!".
"Offre la casa!". E scompare improvvisamente dirigendosi verso il retro.
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OLTRE OGNI COSA
FanfictionSiete innamorati di Can Yaman? Bene! Eccovi serviti una storia dedicata a lui. Il Chris di cui vi parlerò è interamente ispirato a lui. Chiudete gli occhi e catapultatevi in quest'avventura facendovi trasportare. Perché è proprio questo la lettura...