Oggi è lunedì. Questa nuova settimana mi sta già sul cazzo. Oggi devo partire, infatti sono le 4 e sto salendo in macchina.
Durante il viaggio mi ha accompagnato la discografia di Matt Maltese. Arrivato nella mia casetta delle vacanze mi sdraio sul letto e pensoa quanto mi mancava essere qui. L'atmosfera calma, nuove persone da conoscere, serate infinite passeggiando su e giù per il campeggio. Tutta questa calma finisce quando il classico bambino inizia a piangere. E dopo una settimana di calma immerso nella natura e nella musica torno alla triste realtà. Mi manca.
Passano le settimane, sento il peso della mancanza di Jean, e ancora più grosso il peso delle domande a cui dovrei rispondere.
E finalmente lo vedo. Sarebbero stati solo 3 giorni, ma sarei stato a casa.
E così andammo. Non salii neanche in casa, nonostante fosse ormai sera andai subito da Jean, per salutarlo. Non era un casa. Una volta appoggiati gli zaini gli scrissi per accordare una passeggiata il giorno dopo. Quando sono nella casa vicino a Jean sono nella stessa stanza di mio fratello, cosa che mi rende impossibile esprimere tutto ciò che sento tramite un pianto liberatorio. Che palle.
Il giorno dopo lo incontrai alle 9:30, e andammo verso il bosco. Una volta entrati a fondo iniziammo a parlare di ciò che era successo. Le nostre mani si toccarono per sbaglio mentre camminavamo, ci scambiammo uno sguardo prima di prenderci per mano, rallentando il passo e rendendo tutto più romantico.
Camminammo per un altro po' di tempo, fino a quando completammo il giro tornando a casa.
Mangiai il mio pranzo guardando nel vuoto. Il mio cervello sembrava sconnesso da tutto ciò che succedeva a quel tavolo. Non capivo dove fossi. Non riuscivo a processare ciò che era appena successo.
