Ricordo ancora quando avevo sette anni: ero fragile, debole e indifeso...Ricordo la scena di mia madre che viene divorata da un essere somigliante ad un umano.
E malgrado fossi ancora abbastanza piccolo me lo ricordo nitidamente.
Quando quel mostro ebbe finito con mia madre stava per avventarsi su di me, ma mio padre si mise in mezzo, sacrificando la sua vita per la mia.
"Nasconditi", fu l'ultima cosa che mi disse.
Sono passati ben dieci anni ed il rimorso non è scomparso.
Sono rimasto a guardare i miei genitori venire divorati da quell'essere.
Quel rimorso è il motivo per cui mi sono imposto che non sarei mai più rimasto a guardare, non mi sarei fatto scivolare addosso
le azioni delle persone.
Avrei reagito,e avrei vendicato i miei genitori. Anche se quelle parole sembravano avere senso solo nella mia testa.
Mi svegliai una mattina di ottobre, precisamente il trent'uno,è Halloween e già si sente l'atmosfera invernale.
Pigramente feci per prepararmi per andare a scuola ma mi accorsi che era fatto già molto tardi, quindi rinunciai,
"Ne approfitterò per andare in libreria per comprare il libro Mr. Mercedes di Stephen King" pensai. Certo,
un libro insolito ma abbastanza carino...Giusto per distrarsi un po dai problemi quotidiani.
Arrivai alla fermata dell'autobus, quando una ragazza catturò la mia attenzione: bassina, non troppo, dai capelli alquanto insoliti,
violacei simili al lilla direi. Aveva la testa bassa, i suoi occhi avevano una sfumatura nera che
sembrava penetrarti l'anima, ma quando alzò la testa per guardarmi
notai che erano di un giallo abbagliante, come quelli di un maestoso lupo.
Mi chiese il nome, incuriosito dalla mia persona,le risposi,
prontamente senza pensarci < "Sono solo un anonimo scrittore">,che ragazza distratta adesso si era messa a fissare un punto intederminato di fronte a se,
senza curarmi di uno sguardo e l'autobus non passava, che seccatura, "andrò a piedi..."
pensai, avviandomi e lasciandola lì, con un'espressione confusa, senza nemmeno averle chiesto il nome. Dopo una lunga camminata arrivai alla tanto agoniata libreria,
c'era un'unico problema, un cartello di cartoncino, con su
maldestramente scritto con un pennarello indelebile "Chiuso, lavori in corso".
Ancora più seccato di prima mi diressi verso la scuola, che sapevo avesse anche una libreria, questa non risedeva all'interno della scuola,
ma in un edifico a parte."Adesso ne approfitto anche per ritirare la mia pagella..." pensai e così feci.
Entrato nella libreria scolastica mi diressi verso il mio solito angolino, posto di fianco ad una vecchia finestra, dove i raggi del sole illuminano le pagine,
in modo tale che riesca a leggerle meglio.
E proprio mentre camminavo per quella labirintica biblioteca, in cerca del mio silenzioso angolino, rividi di nuovo la ragazza dai capelli violacei,
che ficcanasava in uno scaffalle più
alto di lei e mi venne per un minuto l'idea malsana che poteva star cercando il mio stesso libro, non so con quale logica o criterio, ma ne avevo l'impressione.
Mi avvicinai, però nell'intento di prendere una scala, lei inciampa nel libro che stavo cercando da stamani.
Corsi verso di lei e riusci a farla cadere leggiadramentre tra le mie braccia ma non mi resi conto che anche la scala stava cadendo su entrambi,
non sapevo cosa fare.
Ebbi l'idea di farle da scudo, mettendomi tra lei e la scala, ma prima che potessi anche solo pensarlo vidi i suoi occhi diventare neri come la pece e la scala bloccarsi a mezz'aria,
come se l'avesse fermata con la sola forza del pensiero.
Dopodichè lei perse i sensi.
La presi tra le mie braccia per scortarla in infermieria,uscito dalla libreria tutti mi fissavano con sguardo stranito,
mentre si avvicina un gruppo di ragazzi del 5° anno,non sembrano avere buone intenzioni.
Giunto in infermeria la adagio sul letto e mentre aspetto che arrivi l'infermiera,preocupato,
la fisso,con uno sguardo molto confuso,scettico su quanto era appena successo,quegli occhi mi ricordano qualcosa anzi
qualcuno,una persona che ho incontrato in passato,una persona che avrei protetto con la mia stessa vita.
<Minus!> ( esclamai piangendo)
Ecco cos'era quella sensazione di vuoto che solo ora si e colmata.
Lei pigramente si sveglia ed esclama <Anon> (piangendo).
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¤Unbroken¤
FantasyCiao,il mio nome è Anon,questo è unbroken. il mio primo racconto,spero vi piaccia. questo è solo il primo capitolo poi usciranno gli altri in successione