Capitolo 1.

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"È una sera triste come tutte le altre, ma...è particolarmente diversa. Mi sono adagiata sul letto, da un lato una sigaretta dall'altro la musica. Una mi brucia i polmoni e mi calma l'altra mi rompe i timpani e mi rende quieta. Questa sera, questa sera penso ancora a te, dopo settimane ci sei ancora tu nella mia mente. Tu sei il mio pensiero costante, non vuoi proprio andare via. Una lacrima mi riga il viso e tu mi perfori il cuore. Occhi rossi forse il fumo o il pianto, vedo appannato e tutto mi sembra surreale.
Non so se è l'effetto della mancanza, di un amore non corrisposto, della distanza tra i nostri cuori, ma so che anche il giorno dopo mi starei ritrovata lì. A pensare a te. Non voglio sembrare stupida,ma si,non riesco a non pensare più ai nostri baci,ai tuoi occhi,alle tua labbra. In quei occhi,ti giuro,ci sarei affogata e le tue labbra,Dio,mi facevano sentire in paradiso.
Mi manca il tuo sorriso. Mi manca anche il mio sorriso quando ero con te. Insomma,mi manchi tu,Jorge. Ma credo che io non manchi a te.."
Mentre ero immersa in questi pensieri,sento un grido provenire dal salone. Più che 'grido' era il solito richiamo di mia madre. Ogni volta che mi deve chiedere qualcosa grida:
"Martina,vieni subito qui!"
E così anche stavolta devo alzarmi dal letto,nascondere la sigaretta e,con il telefono in mano,andare a vedere cosa vuole.
Scendo le scale,e raggiungo il salone. Li mia madre mi aspetta arrabbiata,cosa che ormai non mi stupisce più. È sempre arrabbiata: con me,con mio padre,con le sue amiche,con tutto e tutti. Credo che sia molto stressata..io non le do le soddisfazioni che una madre pretende di avere. Io non studio,vado male a scuola. Le nascondo le cose. Insomma,non sono la figlia che tutte le mamme vorrebbero avere. Un po' mi sento in colpa per questo,ma che ci devo fare?..
"Ho visto che hai quasi tutte insufficienze. Martina,amore mio,studia. È l'unico dovere che hai. Due ore al giorno bastano,ma ti prego cerca di impegnarti di più. Non puoi ripetere DI NUOVO l'anno. Okay?"
Rispondo a testa bassa "Okay" anche se so già che non lo farò. Però ha ragione,ripetere di nuovo l'anno? No grazie. Non so cosa mi succede..l'altr'anno sono stata bocciata per le assenze,i voti avevo tutti sei..più o meno. Quest'anno invece non riesco a studiare,non ho voglia di fare nulla. E so anche il motivo. Quel dannato,meraviglioso ragazzo che mi ha rubato il cuore. E me lo ha spezzato. Io lo amavo,a Jorge. Ma lui no. O si..non lo so..lui mi amava,ora non mi ama più. Okay. Il problema però è che io lo amo ANCORA e questo non è un problema di matematica da risolvere con formule che si trovano nei libri. Quando lo vedo con quella,ah,avete presente il voltastomaco? Non ho neanche più voglia di andare a scuola. L'idea di rivederlo mi fa eccitare ma mi rende anche triste al pensiero di vederlo da lontano senza poter correre da lui a baciarlo come facevamo più o meno 1 mese fa. Potrei anche farlo,ma non voglio passare per pazza psicopatica.
E così ritorno in camera e mi ributto sul letto. Questa volta non accendo una sigaretta,non ascolto la musica. Rimango apparentemente nel silenzio,anche se dentro di me ho mille voci che mi parlano,mille pensieri,mille domande senza risposte.
Sento il telefono squillare.
"Possibile che non si possa stare in silenzio nemmeno per 5 minuti?"
Il telefono era sul letto,lo avevo poggiato li dopo essere tornata in camera dal salotto.
Rispondo un pò frustrata:
"Pronto?"
"Hei ciao Martina,sono Fran"
Lei è Francesca,la mia migliore amica. Non sapevo che era lei,non avevo guardato il nome che appare sulla schermata dell iPhone,mentre ti chiamano.
"Hei Fran..scusa se ti ho risposto così,non sapevo che eri tu.."
"Non ti preoccupare. Ancora lui?"
Si,per lui intende Jorge.
Le ho raccontato tutto,ma solo a lei,di lei mi fido davvero. È forse una delle persone più vere che conosca. Credo l'unica. Non direbbe mai un mio pensiero/segreto neanche sotto tortura..o almeno spero.
"Si ancora lui.Non riesco a non pensarci,Fran. Lui è come un tatuaggio. Non si toglie mai,solo con il laser. Ma anche con il laser,rimane una cicatrice. Lui non vuole andarsene. Lui è parte di me stessa,io lo amo,lo amo davvero."
"Mar,lo so. È una situazione difficile..ma perché non vi parlate?magari anche lui ti ama. Anche se ti ha lasciata lui e si è messo con un'altra,tu parlagli. Che ne sai se ti dice che ti ama anche lui?"
"Se lui mi amasse ancora,non starebbe tutto il giorno vicino a quella gallina che parla"
"Ti ripeto,tu che ne sai? Parlaci"
"Non riesco,fran. Lui mi ha resa felice e poi mi ha resa triste. Ma tanto le persone sono così. Prima ti promettono che tutto andrà bene,che rimarranno con te sempre,nel bene e nel male e poi alla prima occasione ti lasciano per delle troie."
"Hai ragione..ma tu che ci sei stata con lui,tu sai che non potrebbe mai farti una cosa del genere"
"Ho imparato che le persone a volte riescono a mentire davvero bene. L'ho imparato grazie a molte esperienze. E lui mi ha ingannata. Ma lo amo ancora. Lo amo ancora. Fran,ora ti lascio. Devo andare a fare i compiti,ciao" e attacco senza che lei mi risponda.
Tanto sa che io i compiti non li faccio e che è una bugia.
È solo che non mi va di parlare di lui. Mi fa sentire male. Mi fa sentire sola e triste. USATA. Ecco la parola giusta:mi fa sentire usata.
Ritorno nel silenzio,silenzio per modo di dire. E non riesco a pensar ad altro. È come se si fosse impossessato di me.
Della mia mente. Che strano.
Mi annoio,stare nel silenzio/baccano è noioso. Meglio leggere un libro e provare ad addormentarsi.
Così prendo un libro a caso,ho tutti libri simili che parlano di amori proibiti eccetera eccetera.
Leggo e mentre sfoglio le pagine,scende una lacrima. E poi dopo un po,mi sento gli occhi stanchi e mi metto la coperta. Ho sonno. Di certo continuerò a sognare quei baci intensi e meravigliosi di un mese fa. Buonanotte.

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