messaggi anonimi pt. II

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Derek era sicuro, tutte le prove conducevano a Mieczysław "Stiles" Stilinski. Aveva due anni in meno di lui, il suo migliore amico era Scott McCall da tutta la vita e aveva perso sua madre quando era piccolo. Era logorroico e sarcastico, gay dichiarato e giocatore numero 24 della squadra di lacrosse.
Da quando era entrato a scuola quella mattina, l'aveva guardato di nascosto nei corridoi e in mensa, notando che anche il ragazzino l'ho fissava. Aveva scoperto che il ragazzino che aveva salvato da Jackson Whittmore all'inizio dell'anno, era proprio Stiles. Aveva incrociato quegli occhi ambrati per pochi secondi e qualcosa si era mosso il lui ma non aveva avuto il tempo di dirgli niente. Stiles non gli aveva rivolto la parola e lui aveva visto solo la schiena del ragazzino allontanarsi da lui. Sapeva che quel pomeriggio avrebbe avuto gli allenamenti di lacrosse, così dopo la fine delle lezione, camminò verso il campo.
Aspettò la fine degli allenamenti, a fianco alle gradinate, per non farsi vedere da Stiles, per poi aspettarlo fuori dallo spogliatoio.

«Te l'ho detto amico, devo andare da Allison, chiedi a qualcuno della squadra di accompagnarti?»

a Derek quella frase sembrò più una domanda che altro e l'amico, Scott, aveva veramente la faccia da cucciolo, come gli aveva detto Erika.

« Sei serio Scott? Lo sai che non tollero più della metà di quei ragazzi»

sentì Scott sbuffare, nessuno dei due si era ancora accorto di lui.

«Chiedi a Danny, ti dirà sicuramente di si»

l'amico salutò Stiles, prima di correre via e sentì il ragazzino borbottare qualche insulto

«se vuoi te l'ho do io quel passaggio, ragazzino».

Stiles era saltato in aria e appena si era reso conto a chi appartenesse quella voce, era arrossito e aveva iniziato a balbettare parole a caso.

«Lo sai Stiles, non è stato molto difficile capire che eri tu dopo gli indizi che mi hai dato inconsapevolmente»

«i-io, ecco non..»

«tranquillo ragazzino, come vedi non sono scappato. Se fossi rimasto sconvolto non ti avrei cercato e avrei smesso di rispondere ai tuo messaggi»

Stiles sorrise, iniziando a seguire l'altro che gli aveva fatto un cenno con la mano.

«Dove andiamo?»

i due si trovavano nel parcheggio, Derek era davanti alla sua Camero con la porta del passero aperta

«ti fidi di me?»

Stiles annuì, entrando in macchina.

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«Ti vergogni di me, Derek?»

Stiles era entrato nello spogliatoio della squadra di basket, aveva aspettato che tutti gli altri giocatori uscissero.

«Stiles, esci di qui»

il più grande aveva appena finito la doccia e aveva solo i jeans addosso

«no, mi stai evitando da quando ci siamo baciati e voglio che tu sia sincero con me perché me l'ho merito»

il ragazzino aveva alzato la voce.

«Stiles»

Derek aveva sospirato, voleva riuscire ad esprimere i sentimenti che provava nei confronti di quel ragazzino ma non ci riusciva.

«Derek, dimmi qualcosa oppure me ne vado e non mi vedrai più»

ma l'altro proprio non riusciva a dire una parola, aveva aperto la bocca un paio di volte ma altrettante volte, l'aveva richiusa. Stiles stava piangendo, aveva il labbro che tremava e aspettava

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