Capitolo 7

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I giorni scorrevano, ormai, veloci. É sempre così quando va tutto bene con le persone che mi circondano, o quasi. Stephanie mi ha mandato un messaggio dicendo che avrebbe dovuto parlarci di una cosa importante e quindi mi ha chiesto di andare a lavoro prima, ma non era un problema. Il mio lavoro mi piaceva davvero tanto e, tranne che per Mya, c'era anche una bella atmosfera. Ero un po' agitata. Stephanie non ci aveva mai convocati prima d'ora, non con così poco anticipo. Ho paura possa essere una brutta notizia. Salgo in macchina e mi dirigo verso gli uffici. Le strade sono vuote, il che è abbastanza strano in pieno centro. L'edificio è come un normale fabbricato, grigio e un po' cupo. Sulla facciata davanti solo finestre, ogni ufficio ne ha una. Quando si entra dentro, invece, ci sono molti più colori. Mi piaceva che Stephanie si fosse occupata di tutto perchè aveva l'aveva reso colorato e accogliente. Il mio ufficio non era molto grande, ma avevo fatto in modo di renderlo il mio piccolo posto sicuro. Quando non riesco a scrivere di solito mi rifugio lì dentro e prima facevo molti straordinari con gli incarichi di Mya, quindi volevo sentirmi a casa. Quando arrivo nel suo ufficio sono già tutti lì.

"Eccoti El, vieni vieni!" mi chiama.

Avevo un bel rapporto con lei e questo mi piaceva perchè quando avevo bisogno di qualche favore con un turno o con un incarico mi dava sempre una mano. Non eravamo molti. Io, Mya, Daniel, Steve e Paul.

"Allora ragazzi. Sapete tutti del concorso per la pubblicazione del libro per il prossimo inverno, no?" inizia e tutti annuiamo. Era uno degli eventi più attesi di tutti. Gli scrittori mandavano i manoscritti e le case editrici li classificavano e al primo classificato veniva data la possibilità di pubblicare il suo libro. Erano anni che aspiravo a partecipare, ma non avevo ancora nessun libro pronto e troppa poca fama.

"Beh sembra che ci sia ancora un posto libero ed alcune case editrici hanno assegnato a me il compito di presentare uno scrittore e il suo manoscritto e di conseguenza io diventerei il suo relatore".

Non ero sicura di aver sentito bene. Il mondo si blocca per qualche istante. Ha detto davvero quello che ho sentito?

"Quindi ho deciso che dovrete consegnarmi i vostri manoscritti entro due settimane, io li leggerò tutti e quello che più mi colpirà sarà quello che proporrò per il concorso. Ho chiamato voi perchè so che siete tutti a buon punto nella scrittura, giusto?" chiede. Tutti annuiscono. Deglutisco. Ero a buon punto? In realtà si, ma non riuscivo più ad andare avanti e ora che ho una scadenza sarò molto più nel panico.

Ringraziamo tutti Stephanie e andiamo nei nostri uffici. Il turno iniziava adesso e avevo un sacco di lavoro da fare. Mi siedo alla scrivania e passo i primi dieci minuti a guardare il soffitto. Scrivevo romanzi d'amore e non avevo quasi mai avuto relazioni e al momento la mia vita sentimentale faceva schifo. Come mi sarei cacciata fuori da questo guaio? Perchè non poteva venirmi meglio scrivere gialli? Ma a quel punto avrei dovuto commettere o risolvere un delitto per riuscire a scriverne? In effetti il ragionamento non fa una piega.

La porta si apre ed entra Mya.

"Cara El, non serve nemmeno che te lo dica, vero?" inizia.

"Steph sceglierà me e lo sappiamo tutti".

La odiavo con tutto il mio cuore quando si comportava così. Era molto brava a scrivere e gliel'ho sempre riconosciuto, ma io non ero da meno. La possibilità che scegliesse lei era alla pari con quella che scegliesse me e glielo dovevo dimostrare a tutti i costi. Lei esce e io prendo carta e penna, iniziando a stilare un schema con dei tempi da rispettare per il lavoro, lo studio ed il libro. Avevo due settimane per finirlo ed ero quasi del tutto sicura che non ce l'avrei fatta, ma valeva la pena provare.

La giornata in ufficio era stata una delle peggiori mai passate nell'ultimo anno. Sono le otto di sera e sono appena scesa dalla macchina di ritorno dal lavoro. Apro la porta di casa ed entro. Stavo morendo di fame e, secondo i piani, se riuscissi a mangiare qualcosa in venti minuti, potrei restare fino a tardi a scrivere. Entro in cucina e ci trovo Noah che sta cenando da solo.

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