Giulia's POV
-E quindi?- mi chiede Chiara al telefono.
-Quindi che?- le rispondo mentre verso i croccantini nella ciotola a Leo.
-Beh che è successo poi! Non puoi lasciarmi appesa così..-
-Ma non è successo niente!- le dico quasi sbuffando.
-Cioè tu vuoi dirmi che vi siete rivisti dopo mesi, single per la prima volta entrambi dopo anni, e non vi siete saltati addosso?-
-Che scema che sei..- e scoppiamo a ridere entrambe -No, tranquilla. Abbiamo parlato civilmente, con tutti i vestiti addosso.- preciso, sapendo già quale domanda sarebbe seguita.
-Comunque io voi due non vi capisco proprio- afferma Chiara, cambiando poi argomento.Nel mentre inizio a pensare che nemmeno io ci capisco veramente. Dopo quel primo incontro di lunedì non ci eravamo più visti nè sentiti. Non che mi aspettassi chissà che, ma lavorando nello stesso posto pensavo che le probabilità di scontrarci anche per sbaglio fossero più alte. O forse lo speravo.
Ripensavo al nostro ultimo discorso, a come fossimo stati interrotti proprio mentre mi stavo offrendo di aiutarlo nella ricerca della casa. Non so neanche come mi sia passato per la mente di fargli una proposta simile. Avrà già schiere di agenti immobiliari pronti a consigliarlo nel migliore dei modi. Forse era stata l'immagine di lui solo in una stanza d'albergo, annoiato su un letto troppo anonimo per lui e con una luce troppo artificiale per i suoi occhi, sempre così sensibili, a farmi quasi offrire volontaria. O forse era la voglia di passare altro tempo con lui, di essergli vicino in un momento importante come la ricerca di una casa. Avevo capito a mie spese, purtroppo, quanto potesse dire di una persona la ricerca di una nuova abitazione. Potrebbe sembrare un qualcosa di banale: individuare più o meno la zona, la fascia di prezzo, la necessità di avere un garage oppure no. In realtà la ricerca di una casa può essere rivelatrice di molte verità, io ne sono stata una prova. Ma questa è un'altra storia.Sangiovanni's POV
Anche per oggi avevamo finito. I casting stavano procedendo bene, molti ragazzi entusiasti e con quella scintilla negli occhi che mi ricordava tanto il me di cinque anni fa. Una storia ancora tutta da scrivere. La paura del "poi", ma al tempo stesso la voglia di viverlo quel "poi". La mia mente torna a quei giorni di una calda estate del 2020, un'estate incerta, strana se vogliamo. Quella necessità di essere liberi, di evadere. La paura nel ricordare tutti quei mesi confinati in casa. Le storie di tanti ragazzi e delle loro famiglie, storie diverse ma anche simili. La scelta di partecipare ad Amici, la conoscenza di Maria, di Rudy, di tutti i professionisti con cui ho lavorato in quei mesi. Ma soprattutto Giulia. Lei sarà sempre uno dei ricordi più belli di quei mesi fatti di treni, file, cartellini con su scritti i nomi, microfoni che ancora non sai far funzionare, batterie da caricare e ricordare.
Giulia. Erano gironi che non riuscivo a vederla, e non perchè non ci avessi provato. Ho cercato di perdermi talmente tante volte all'interno degli studi per riuscire a scorgerla che alla fin fine avevo imparato a muovermici fin troppo bene.-A domani Sangio!- mi saluta Rudy.
-Sì a domani, buona partita- gli rispondo facendo riferimento a quella partita a paddle che si sarebbe tenuta di lì a breve, e alla quale ero stato invitato.
-La prossima volta vieni anche tu però!- mi risponde.
-D'accordo.. prima però faccio un giro in palestra- e ci mettiamo a ridere. Non che non fossi in forma, stavo comunque facendo già da qualche mese la preparazione al tour estivo. Questi primi giorni di casting però mi avevano sfiancato. Tutto quel tempo seduto, quelle luci così potenti sempre puntate in faccia. Gli occhi avevano perso l'abitudine a quei riflettori.
Continuo con la mia camminata, scoordinata come sempre, e un primo sbadiglio mi colpisce. Mando un messaggio a Piero, il mio autista, per avvisarlo che di lì a breve sarei uscito. E mentre sto per bloccare il telefono sento una musica giungere dal fondo del corridoio. Istintivamente mi fermo e mi volto in quella direzione. Poi penso che sia meglio proseguire, entrare in macchina e sperare di teletrasportarmi in quella stanza di albergo il prima possibile. Non che ne vada matto, non ho neanche sfatto le valige. Ma per il momento non ho neanche cercato altro.
Mentre ancora rifletto sul prendere in considerazione o meno le proposte del mio manager, mi rendo conto di essere arrivato davanti alla porta della sala prove numero 3. Il mio numero preferito. La musica è bella, non ha parole. Immagino che sia una coreografia neo classica. Mi sporgo alla piccola finestra che mi permette di vedere chi ci sia dentro. Ma in realtà già lo sapevo, o meglio già lo speravo. Forse dalla prima nota che ho percepito.
Sta ballando, era tanto che non la vedevo ballare. Certo, escludendo i suoi video. La loro riproduzione ormai era una routine per me. Il 70% delle sue visualizzazioni probabilmente erano imputabili al sottoscritto. Vederla, però, a pochi metri di distanza, anche se separati da un vetro, non regge veramente il confronto con niente. Sono anche sicuro che se le permettessero di fare uno spettacolo come il mio, in uno stadio, i biglietti non solo finirebbero in un terzo del tempo che impiega il sottoscritto. Probabilmente si bloccherebbero tutti i server.
È una droga. Non puoi staccarle gli occhi di dosso. In questi cinque anni ho anche imparato ad apprezzare delle sfumature che prima non percepivo. Il mio occhio vergine non me lo consentiva. Adesso mi rendo conto dei progressi che ha fatto, di quella classe che già c'era e che adesso è esplosa. Magnetica, una farfalla l'avevo definita. E lo è ancora. Una di quelle farfalle piene di colori, talmente belle che non puoi distogliere lo sguardo neanche per cercare di fotografarle. Belle che hai paura di sbattere anche solo le ciglia per disturbarle o perchè temi che nel frattempo se ne vadano.
Assorto mi rendo poi conto che la musica finisce. La vedo iniziare a raccogliere le sue cose e a rivestirsi. So perfettamente di avere il tempo di allontanarmi e riprendere il mio percorso verso Piero. So perfettamente anche che non lo farò. Prendo il telefono in mano, lo sblocco e faccio finta di leggere con interesse qualche cosa. Giusto per non essere colto troppo palesemente sul fatto. Sento aprire la porta e un respiro che si mozza. Sento ridere, e a quel segnale i miei occhi automaticamente si alzano e si inchiodano ai suoi.
-Che fai qua? Mi aspettavi?- mi chiede sorniona.
-Io? No, no..- cerco di recuperare l'irrecuperabile -Mi stavo rilassando- rispondo con la cosa più banale che potesse venirmi in mente. Sì vederla ballare mi aveva rilassato, la stanchezza si era come dissolta, almeno per il momento. Il pensiero di quel letto d'albergo era ormai remoto.
-Rilassando?- non è convinta, ma non si sofferma molto su questo. -Beh se lo dici tu.. Da che parte vai?-
Le faccio un cenno con la testa e fortunatamente lei si avvia in quella direzione. Io la seguo, mantengo il suo passo ma non ci avviciniamo. Rimaniamo a distanza. Distanza di sicurezza.
-Ti è piaciuta?- e io mi giro con sguardo interrogativo -La coreografia intendevo- mi spiega. E io penso che non ci ha creduto nemmeno per un secondo al fatto che non fossi lì fuori appostato a vederla. Forse la Giulia di qualche anno fa, più ingenua, si sarebbe fidata. La Giulia di oggi no, ha iniziato a capire il potere che ha sugli altri. Sa perfettamente il potere che ha su di me.
-Molto..- e la vedo sorridere. -Sei migliorata tanto Giù- mi guarda negli occhi e so che c'è tanto orgoglio e soddisfazione nel sentirmi dire questo.
-Grazie-
In silenzio ci dirigiamo all'uscita, le apro la porta e lei fa un finto inchino di ringraziamento e con il sorriso sulle labbra ci dirigiamo nel parcheggio. Vedo Piero che mi lampeggia con le luci per farmi capire dove aveva posteggiato e gli faccio un cenno con la mano.
-Addirittura?- mi chiede
-Che?-
-L'autista- mi spiega
-Beh si.. Piero. Ancora non ho preso una macchina qua.- e lei annuisce -E detto francamente non so neanche guidare così bene a Roma! Inizio solo adesso a non perdermi negli studi, per imparare a girare la città servirà più tempo-
-O una buona guida- mi risponde. I miei occhi si accendono, lei sorride. Nessuno chiede altro. È solo una risposta aperta, ma lascia spazi che lei fino a poco tempo fa non mi avrebbe mai lasciato. Come rinvigorito da questa sua risposta mi faccio coraggio e le chiedo quello che già dalla fine della passeggiata in giardino volevo chiederle.
-Questa guida saprebbe anche darmi delle dritte in fatto di immobili?-
-Ma hai un autista e non hai qualcuno che ti cerchi una casa?- colpito, affondato. Giulia segna un altro punto. Mi piace questa nuova Giulia. Non rispondo, ogni parola adesso da me pronunciata sarebbe soltanto a mio discapito. -Comunque sì, posso darti una mano se vuoi- mi chiede timida. Se vuoi. Certo che voglio.
-Se non ti impegna troppo..- rispondo cercando di non fare lo spudorato.
-No, possiamo fare nelle pause pranzo-
-Perfetto.. quando iniziamo?-
-Hai fretta eh?- e scoppia a ridere
-Beh, la colazione dell'albergo inizia a venirmi a noia- mento, la colazione forse era l'ultimo dei miei pensieri.
-Domani?-
-Va benissimo.. ti passo a prendere?-
-No no ci troviamo lì..- e le squilla il telefono. -Sì mamma sto arrivando- dice rispondendo
-Ti scrivo io dove- dice invece rivolta nella mia direzione, salutandomi con la mano. Rispondo a quel saluto e la vedo girare dietro l'angolo, dirigendosi ai posteggi più lontani. Aspetto di vederla salire su quella che intuisco essere la sua macchina. Strano vederla così. È grande, ha la sua macchina, si muove in autonomia con una disinvoltura così affascinante che starei a guardarla per ore. Stalking, si chiama stalking questo. È un reato. Cerco di ricordarlo a quella parte del mio cervello che lo aveva dimenticato. Aspetto che sia salita in macchina e che abbia acceso le luci per capire che tutto vada bene per voltarmi e dirigermi verso il vecchio caro Piero che si è goduto sicuramente tutta la scena dalla comoda seduta in prima fila che aveva.
STAI LEGGENDO
Sempre, Per sempre
RomanceSalve a tutt*! Di seguito troverete la mia storia, una mia personale visione alternativa alla realtà. Il racconto ha inizio circa a cinque anni dalla fine di Amici 20. I protagonisti sono ovviamente Giulia e Sangiovanni. La storia si incentra su un...