I'm tired of feeling alone

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27/09/21

|HARRY'S POV|

Quella mattina tutto andò secondo i piani, avevo visto davvero poco Louis, inoltre, oggi era il suo giorno libero, quindi non avevo neanche la possibilità di vederlo nelle ultime ore.

Per le prime due ore non ascoltai più di tanto: geografia era una materia, secondo la mia opinione, abbastanza futile, infatti, finii per dormire sul mio banco.

Le ultime ore, le lezioni assegnate erano costituite da storia, ultimamente il professore laureato in tale materia, sembrava avermi preso di mira.

Notai questo cambio di comportamento, da quando mi ero combattuto per i diritti delle persone omosessuali, cosa alquanto comprensibile, dato il suo pensiero omofobo.

Fatto sta che da tempo a venire continuava a praticare e trattare argomenti, i quali, sapeva potevano in qualche modo irritarmi, infastidirmi, o persino, ferirmi.

Ma quel giorno si spinse troppo in là, davvero troppo in là.

"Quest'oggi parleremo dei diversi tipi di automobile nella storia." Subito non intuii il punto su cui volesse andare a parare, e forse sarebbe stato meglio non realizzarlo mai.

"A causa della poca sicurezza, come per esempio : gomme bucate, disfunzioni del motore o anche semplicemente, guida imprudente, in diversi casi si sono verificati eventi catastrofici, un esempio sono le macchine cadute nei burroni. Styles, forse mi puoi dare una mano ad approfondire l'argomento? "

Sapeva perfettamente cosa fosse successo ai miei genitori, sapeva anche quanto mi facesse soffrire, quanto  ci pensassi ogni notte, quanto ogni notte avessi gli incubi, quanto avessi sviluppato traumi, quanto da questo evento avessi sofferto di attacchi di panico.

La classe non si mosse,non pronunciò una parola, rimaneva li impassibile, tutti, tutti tranne Zayn.

"Harry, vieni con me, usciamo da qua" mi disse prendendomi per il polso, uscimmo , non mi ero mosso per il semplice fatto che rimasi pietrificato dalle sue parole.

Cominciai a piangere, le lacrime scorrevano sulle mie guance inumidendole notevolmente, I singhiozzi bruciavano in gola per poi rilasciarsi all'esterno con un rumore strozzato, il respiro si fece corto e le parole che Zayn pronunciava le percepivo come se fossero sfocate e sconnesse.

Ero cosciente del fatto che fosse un attacco di panico, ma preferivo non guardare in faccia la realtà, solo da qualche anno, dopo la morte dei miei, con l'aiuto di uno psicologo, ero riuscito a superarli, il fatto di combattere di nuovo contro quello che per me era un mostro mi destabilizzò.

In poco tempo, senza nemmeno accorgermene, mi trovai seduto sul mio letto, Zayn stava chiamando qualcuno, ma non riuscivo a percepire nulla se non la mia presenza.

Dopo poco Louis spalancò la porta della nostra stanza.

"Ehi piccolo, ci sono io. Tranquillo" mi prese all'istante tra le sue braccia, come se non pesassi niente.

Sentivo il suo cuore aumentare il battito e questo mi fece capire quanto fosse realmente preoccupato per le mie condizioni.

"Segui il mio battito" mi disse facendomi stringere il suo polso, dal quale, si percepiva il suo battito ora perfettamente regolare.

Mi aggrappai con tutto me stesso alla sua maglietta, mentre, la mia presa sul suo polso, non faceva che aumentare.

Era tutto trattenuto da tempo,troppo tempo: fiato,respiro,paura,rabbia,delusione. Tutto chiuso in unico posto senza via di uscita.

"Piccolo, sei al sicuro. Lo senti? Ci sono io, c'è Zayn, va tutto bene" mi dice passandomi una mano tra i ricci, sapendo quanto quel gesto mi trasmetteva.

"Ma non c'è la mamma. Voglio la mamma"

Le mie frasi erano un miscuglio di parole, costantemente interrotte dai singhiozzi che si infiltravano prepotentemente.

"Lo so, lo so. Ma adesso va tutto bene, la senti la mia voce? Segui quella. " mi disse cercando di non farmi ripensare troppo.

Cominciò a pronunciare frasi per farmi calmare con voce calma, sottile e delicata; riuscii a calmarmi, ma nonostante quello, Lou non mi lasciò con i piedi per terra.

"Harry, mi hai fatto spaventare" mi disse lasciandomi baci a numero indefinito sui ricci.

"Cosa è successo?" Chiese a Zayn, probabilmente, per non farmi ripetere il traumatizzante evento.

"Il prof di storia ha fatto lezione sulla guida prudente, o una cosa del genere. Ed ha infierito parecchio sull'argomento, tu sai, quell' argomento"

Dopodichè mi spinse a raccontare tutto al preside, il quale, mi tranquilizzò sulla questione, inoltre, mi diede la conferma del fatto che avrebbe preso seri provvedimenti.

Credo che le persone debbano giudicare di meno, nessuno sa veramente chi sono. Io sono me stesso solo quando nessuno mi sta guardando, quando mi sento libero: senza le persone.

Prima di andare a dormire Louis passò nella nostra stanza, per darmi la buonanotte.

"Va un po' meglio?" Mi chiese passandomi una mano tra i capelli, i quali,  erano tenuti insieme da una sottile fascetta nera.

Annuii poco convinto

"Domani magari cerca di riposare, non andare a lezione, ok?"

Non risposi effettivamente alla sua domanda, ma preferii controbattere con un pensiero che da troppo mi tenevo dentro.

"Non lasciarmi andare"

"Non lo farò mai"

"Sono stanco di sentirmi solo".





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