arrivi

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"Una donna non ci dovrebbe stare, tutta sola, in un postaccio come quello. Come minimo rischi che ti taglino la gola ancor prima che svolti l'angolo!"
La voce della madre gracchia al telefono, fastidiosa come il ronzio di un neon fulminato. Raquel ha appena varcato la soglia dell'aeroporto, e già i suoi nervi sono tesi come le corde di un violino e il suo stomaco aggrovigliato in un nodo scorsoio. Sapeva che avrebbe fatto meglio ad evitare quella telefonata, ma ormai era fatta! Non poteva chiuderle il telefono in faccia.
Lei; doveva allontanarsi: dall'Italia e dalle immagini di Fabrizio intento a trastullarsi tra le cosce di una bionda statuaria.
Fabrizio. Ogni volta che pensa a quel nome, ettolitri di bile le occludono la trachea. Odia profondamente quell'uomo e tutte le sue promesse, le promesse d'amore che gli ha sussurrato.
Raquel con la mente torna al presente, rendendosi conto che sta ancora sentendo la voce della madre al altro capo del cellulare che stringe tra dita.
"Mamma non mi succederà proprio nulla. Adesso chiamerò un taxi, e andrò dritta di filato in albergo." Sente mamma chiamare papà e la sua voce rimbombare al suo orecchio come una palla di cannone: "insomma Raquel, lascia perdere quella brontolona di tua mamma, tieni gli occhi ben aperti e fatti sentire" sorrise intenerita dal discorso pratico e coinciso del papà. Riattacca il telefono col cuore che sanguina ancora un po'.

Alza la mano per richiamare l'attenzione di un uomo a bordo di un fiammeggiante taxi nero. Una volta all'interno dell'abitacolo mostra le indicazioni all'autista e si rilassa sui morbidi sedili posteriori. Scruta gli occhi dell'uomo dallo specchietto retrovisore: per lo meno non sembra intenzionato a tagliarle la gola.

Il taxi accosta davanti ad un imponente struttura architettonica, Raquel spalanca la bocca davanti alla vastità e bellezza che le si sta parando davanti. Una magnificenza moderna, una struttura italiana, progettata da Italiani. 'così ti sentirai a casa' nella mente le rimbombano le parole della sua più cara amica, trasferita in quel luogo magico e misterioso un anno addietro per lavoro. E adesso lei si era decisa ed era approdata alla volta di quella terra straniera, sarebbe rimasta per un intero mese. Si sarebbe divertita e non avrebbe più pensato a quello sporco traditore.

Un leggero colpo di tosse la riporta al presente, guarda gli occhi scuri dell'uomo che cerca mentalmente di farla uscire dall'auto, impercettibilmente seccato. Apre riluttante lo sportello, passa una banconota all'uomo e si avvia all'entrata del grande albergo extra lussuoso.

Una volta nella sua camera Raquel indossa un comodo pantaloncino e una canottiera, pettina i lunghi capelli biondi e si siede nel piccolo salottino sul balcone, la calura insopportabile del pieno dell'estate le appiccica i capelli alla nuca. Le luci rendono il panorama magico, odori e afflati della città le riempiono le narici: così diversi da quelli di casa.
Casa.
Una fitta di nostalgia le attraversa il cuore. A quell'ora la sua famiglia sta già dormendo. Mamma, papà, il suo fratellino, che a ventidue anni è ormai un uomo e la nonna. Tutti insieme vivono nella grande villa, nonna è anziana. Prima della partenza le ha baciato entrambe le guance e le ha augurato di fare stragi di cuori.
Papà aveva grugnito e Richard aveva riso e sghignazzato per un tempo indeterminato. In quel periodo nel suo piccolo paese si festeggia la festa del patrono e lei come ogni anno avrebbe dovuto passare la serata con Fabrizio.
Fabrizio.
Una fitta di rabbia e dolore le attraversa le viscere, dolore che sembra ogni giorno acuire e mai affievolirsi. Fabrizio..., torna indietro a tre giorni prima: oggi lei ha deciso che gli avrebbe fatto una sorpresa. È il suo compleanno e si è presentata a casa in anticipo, con una bellissima torta e un regalo. Mai decisione era stata più errata! La camera da letto era sfatta, due corpi nudi erano intenti in un amplesso selvaggio, sudati e avvinti. L'odore acre e dolciastro del loro amplesso le ritorna alle narici come un inquietante pupazzo a molla, riprodotto dalla sua mente, un grosso rospo a zampe divaricate le ostruisce l'esofago. Il sudore copioso le imperla la fronte e scende dalla schiena facendola rabbrividire.
Deve fuggire, dai ricordi e dall'attacco di panico che, già, sente stagliare all'orizzonte. Apre le valigie indossa il capo di vestiario più provocante che è riuscito a ficcare in valigia e si precipita di sotto al bar.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 14, 2023 ⏰

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