Stiamo ancora cercando gli arrivi e di mia mamma neache l'ombra.
"Dobbiamo chiedere a qualcuno!" Dico non riuscendo più a camminare.
La mia amica annuisce anche lei stanchissima. Ci avviciniamo ad una famiglia composta da madre, padre, figlia che avrà pochi anni meno di noi e figlio piccolo, di circa cinque o sei anni.
"Scusate, potete dirci dove sono gli arrivi?" Chiedo avvicinandomi alla signora/presunta madre.
"Ciao ragazze! -cos'è tutta questa confidenza? -Ci stiamo andando anche noi, sta tornando nostro figlio- non voglio sapere la storia della vostra vita- Volete venire?" Chiede gentilmente.
Guardo El che annuisce e poi rispondo con un 'Volentieri'.
"Ciao! Io sono Ginevra" dice la ragazzina.
"Stammi lontana mocciosetta." La liquido velocemente.
"Brook, taci. Io sono Eleanor e lei è Brooklyn." Ci presenta la mora affianco a me.
"Di dove siete?" Chiede quella piccola ragazza troppo truccata per i miei gusti.
"E i cazzi tuoi, dove abitano?" Rispondo con uno sorriso che fa intendere tutto.
Mi avvicino al bambino che si sta lamentado perché gli fanno male le gambe e i genitori non riescono a portarlo in braccio avendo varie cose in mano.
"Posso?" Chiedo alla signora indicando il bambino.
Lei annuisce sussurrandomi un 'grazie'. Mi fermo davanti al bambino e mi piego sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza.
"Hey, io sono Brook, tu come ti chiami?" Chiedo mettendogli una mano sulla sua piccola spalla.
"William" risponde giocando con i lacci delle sua felpa.
"Bene Will, ti va di fare un giro sulle spalle di zia Brook?" Chiedo sorridendo.
Annuisce freneticamente e io lo prendo sulle spalle iniziando a correre tra la gente. Una volta arrivata agli arrivi (Scusate il gioco di parole), aspettando mio padre, inizio a parlare con i genitori del bambino, mentre lui continua a starmi sulle spalle e gioca con i miei capelli.
Eleanor sta parlando con quella sotto specie di bambina, truccata più di una puttana. Ho scoperto che abitano vicino a noi, mi hanno anche chiesto se qualche volta volevo fare da babysitter a Will e io accettai. Sopratutto perché mi avrebbero pagato dieci euro l'ora.
"B! È tua mamma! Dice che sei irresponsabile perché non le rispondi." Dice El.
Le faccio segno di passarmi il telefono e lei me lo lancia. Naturalmente con la mia fantastica agilità lo faccio cadere, ma per fortuna non si è fatto niente.
*Chiamata*
M: Finalmente! È da quindici minuti che ti chiamo e non rispondi!
B: Ho il cellulare scarico, comunque siamo agli arrivi. Con la famiglia della signora Jamee (Si legge Jemii [porcelline, lo so a cosa pensate]).
M: Perfetto, arrivo.
*Fine chiamata*
Metto il cellulare in tasca anche se non è mio.
"Sta arrivando mia madre. Ha detto che è felice che sia con lei" dico alla signora, piuttosto giovane per avere due figli.
"Oh cara, chiamami Rue e dammi del tu" dice lei accarezzandomi una guancia. Eh no eh! Mi stavi simpatica, non puoi metterti a 'massaggiarmi' le guance!
Le sorrido e dopo pochi minuti arriva mia mamma di corsa.
"È arrivato! È arrivato!" Urla venendomi incontro.
Mi alzo e per poco non cado a terra per colpa di Will che si sbilancia, quindi lo metto per terra. Vado da El e glielo dico.
"Oh cazzo!" Dice lasciando la bionda senza nemmeno salutarla.
1 a 0 per me, troietta.
Tutte queste persone che piangono, abbracciando i loro parenti o fidanzati. Alcune lacrime cominciano a scendere quando vedo una ragazza molto giovane con il pancione che si bacia con il suo ragazzo, che a giudicare dall'uniforme è un militare. Inizio a piangere seriamente quando lui si inginocchia e bacia la pancia di lei. Un sorriso mi scappa quando vedo qualcosa che spinge da dentro la pancia della ragazza e solo dopo aver ragionato capisco che è il bambino che si sporge. Non riesco a smettere di guardarli finché non sento qualcuno urlare il mio nome. A quel punto mi giro ed eccolo lì. Mio papà, ancora in forma, che mi corre incontro.
"Non ci credo papà, sei davvero tu" dico più a me che a lui.
"Bambina mia quanto sei cresciuta" sussurra al mio orecchio.
Continuo a guardarlo. È ancora molto giovane e, per avere trentasei anni, se li porta bene. Una volta spostati dal caos totale al bar dell'aeroporto faccio le presentazioni.
"Papà, lei è Eleanor, la mia migliore amica." Dico stringendole un braccio attorno alle spalle.
"È un piacere signor Hale" Gli porge la mano.
"Piacere Edward, ma chiamami Ed" risponde lui stringendo, forse troppo forte, la fragile mano della mia amica che scricchiola leggermente.
"Andiamo a casa, che ne dite?" Propone mia mamma.
Annuiamo tutti. Mentre siamo in macchina io ed El siamo sedute nei sedili posteriori e parliamo, mentre mamma e papà sono davanti che si raccontano qualcosa.
***
"Casa dolce casa" dice mio padre entrando.
Appena entriamo moltissime persone escono dal proprio nascondiglio urlando "Ben tornato!"
La festa va bene, papà non smette di parlare con dei suoi amici e io ne sono veramente felice.
Ormai sono le due di notte e abbiamo appena finito di sistemare tutto.
Sono troppo stanca e dopo aver augurato "Buonanotte" a tutti vado a dormire con il sorriso stampato in faccia.*-*-*-*
Un'altra capitolo!
Se notate errori scrivetemelo. Per plis
STAI LEGGENDO
Come una rosa senza spine
FanfictionBrooklyn Hale. Una semplice ragazza dal carattere forte ma allo stesso tempo molto dolce. Lucas Hemmings. Un ragazzo gentile e tenero, in poche parole, il principe azzurro. Cosa succederebbe se si incontrassero? Questa è la prima storia che pubblico...