EPILOGO

1.2K 70 51
                                    

"Lee... Dai, smettila."

Eren rise, premendosi contro al corpo nudo di Levi. Avevano festeggiato il suo compleanno e Natale con tutti i loro amici. Mikasa ed Armin erano stati gli ultimi ad andarsene dopo aver salutato Jean, Marco, Hanji ed Erwin. Negli ultimi dieci anni insieme, era diventata tradizione trascorrere i loro compleanni e le feste con gli amici. Levi ed Eren non avrebbero potuto essere più soddisfatti della famiglia che erano riusciti a creare, dopo gli anni di solitudine in cui erano cresciuti.

"Sei sicuro che vuoi che smetta?"

Levi ridacchiò, facendo sobbalzare Eren sotto alle coperte quando infilò l'indice nella sua apertura.

"Mmhh... Per niente, amore. Ma...Ah..."

Eren ansimò quando Levi si spinse più in profondità.

"Sei sicuro che Falco sia in camera sua?"

Chiese Eren in affanno. Levi per tutta risposta gli leccò le labbra, voluttuoso.

"L'ho messo a fare i compiti un'ora fa. È impossibile che abbia già finito. Dai, vieni qua."

Levi ringhiò, mordendo Eren alla spalla nel tirarlo addosso a sé, godendo dei mugolii del marito.

"Ah... Levi..."

Eren ansimò, stiracchiandosi voglioso sopra di lui. Erano sposati da dieci anni, ma la passione non accennava a scemare.

"Papà e papà, cosa state facendo?"

Eren saltò letteralmente giù dal letto quando la vocina innocente di Falco tempestò nella stanza. A dispetto di un Eren arrossato e imbarazzato, Levi si mise a sedere sul letto in tutta calma. Il tono fermo e rilassato.

"Stavamo giocando al solletico, tesoro. Hai bisogno di qualcosa?"

"Non riesco a fare un esercizio di matematica..."

Il bambino guardò i genitori con aria sospetta, decidendo di ignorare la strana tensione nella stanza. Da quando l'avevano adottato cinque anni prima, aveva capito che quei due erano tipi bizzarri, ma li adorava e non si era mai sentito così amato finché Eren non l'aveva trovato nella struttura per ragazzi orfani in cui lavorava.

"Va bene, amore. Torna di là e finisci gli altri. Tra mezzoretta arriviamo ad aiutarti."

Eren parlò dolcemente al figlio, dandogli un bacio sulla guancia. Ricordava come fosse il giorno prima quando aveva parlato a Levi di quel bimbo di sei anni con cui aveva legato all'istituto del Corpo di Ricerca. Eren aveva intrapreso quel percorso per salvare ragazzi soli e senza famiglia che spesso finivano a lavorare per strada o nei locali in cui era stato anche Levi. Il corvino aveva subito capito l'affetto che Eren provava per quel bambino e non ci aveva pensato due volte ad adottarlo. Soprattutto quando aveva saputo da Eren che la madre del piccolo era morta sulla strada, costretta a prostituirsi fino a quando aveva perso la vita per una malattia infettiva.

"Va bene... Però... Può aiutarmi papà Lee? Lui è più bravo di te in matematica."

Levi ridacchiò sommessamente al broncio infantile di Eren.

"Papà Lee è più bravo di me in tutte le materie. Non per niente è docente e ricercatore all'università di Mitras."

Eren scimiottò un tono solenne nel
ripetere la professione di Levi, di cui in realtà andava molto fiero.

"D'accordo, Falco. Non preoccuparti, ma fai come ti ha detto papà e finisci prima gli altri compiti."

Levi si intromise, incrociando le braccia nude sulle ginocchia coperte dalle lenzuola. Falco annuì.

"D'accordo. Torno di là, ma poi vieni eh! Devo assolutamente fare tutto giusto."

Il ragazzino parlò concitato.

"Perché questi compiti di matematica sembrano la terza guerra mondiale, tesoro?"

Chiese Eren, quasi divertito dall'importanza che lui aveva dato solo ad inglese.

"Perché se sbaglio il professore se la prenderà con me."

"Non essere melodrammatico. Ne abbiamo già parlato. Sono sicuro che non ce l'ha con te. Fidati."

Levi rispose, guadagnandosi un broncio identico a quello di Eren dal più piccolo di casa. Il ragazzino indietreggiò, pronto a tornare alle sue faccende e lasciando i genitori con una frase meno innocua di quanto intendesse.

"Questo lo dici tu. Quello là mi odia. Sono sicuro che ce l'ha con me. Dannato professore di matematica. È il mio incubo!"

Eren e Levi si scambiarono un'occhiata significativa per poi scoppiare a ridere di gusto. Negli sguardi complici viaggiarono i ricordi di come si erano conosciuti e di come avevano inaspettatamente scoperto di amarsi. Il resto di quanto era accaduto lo rivivevano tutti i giorni, nella dimora che avevano trasformato in una casa con il loro amore che non aveva fatto altro che crescere negli anni. I due si ricongiunsero nel letto, stringendosi dolcemente e facendo l'amore sottovoce, rinnovandosi tra i bisbìgli l'amore eterno che si erano giurati sull'altare dieci anni prima e che avrebbero portato avanti in eterno.

NOTA: Ok, la storia è ufficialmente conclusa. Spero vi sia piaciuta. Vi ringrazio per averla letta, votata, commentata. Per chi vuole, ci vediamo la prossima settimana con WICKED GAME. E vi invito sempre a dare un'occhiata anche alle altre Ereri sul mio profilo Storiadiuninverno Grazie ancora e alla prossima ❤️

SECRET LESSONS (ERERI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora