Capitolo 21

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Dopo il momento di riconciliazione, Lauren tornò silenziosamente alla scrivania, cercando di passare inosservata. Camila non si era sbottonata sui giorni trascorsi lontana da tutti loro, liquidandola con un rapido. "Ne parliamo dopo. Ora torna a lavoro." E si era trincerata nel suo ufficio, con la scusa di dover lavorare e recuperare il tempo perduto. Ma nella realtà, era seduta alla sua scrivania, fissando il vuoto, persa nei suo pensieri.

La paura le si era insinuata sotto pelle, e non la lasciava riposare, non le permetteva di rilassarsi, lavorare, vivere normalmente. Ed era per quel motivo che aspettava con ansia la telefonata che avrebbe potuto cambiarle la vita. Ma l'attesa era sfiancante.

Dal canto suo, Lauren era stata deconcentrata per altri motivi, e le mutandine ancora umide di certo non l'aiutavano. La sensazione di benessere ancora non si era dissolta, ripensava a quello che era accaduto poco prima, e si ritrovava a sfregare le gambe nuovamente eccitata. E poi c'era la preoccupazione per Camila, si chiedeva dove fosse stata quei giorni, perché fosse sparita così. Riuscì a lavorare ben poco, rendendosi conto che la giornata lavorativa era ormai terminata. Si alzò, raggiungendo l'ufficio della sua fidanzata.

"Sei pronta per andare?" Le parole di Lauren la fecero sussultare, non si era assolutamente resa conto di essere rimasta rinchiusa nel suo ufficio e nei suoi pensieri praticamente per tutta la giornata. Si riscosse, alzandosi in piedi. Riuscì a farle un sorriso tirato.

"Vado solo un attimo in bagno e andiamo."

Uscì dal proprio ufficio, lasciando a Lauren una carezza sull'addome mentre le passava accanto. La corvina attese nei pressi della porta, finché lo squillo del telefono fisso attirò la sua attenzione. Si guardò intorno in cerca di Camila, ma non vedendola decise di rispondere al suo posto.

"Ufficio di Camila Cabello." Rispose con la sua voce roca e professionale.

"Salve, chiamiamo dallo studio medico Smith e soci, volevamo anticipare il suo appuntamento con il dottor Williams, come ci aveva richiesto. È stato annullato un altro appuntamento, e avremmo un buco disponibile domani alle 15:00."

Studio medico? Dottore? Che?

"Ehm, mi scusi, questo è l'ufficio di Camila Cabello, ma non sono io. Cercavate Camila?"

"Si, esattamente."

"Si è un attimo allontanata, dovrebbe tornare a momen..."

"Laur?" La cubana la interruppe, avvicinandosi agitata.

"Eccola, ve la passo." Disse porgendole la cornetta e mille domande con i suoi occhi, decisamente preoccupati. Sentì Camila, che ora le dava le spalle, confermare l'appuntamento per l'indomani e riattaccare sospirando, e restare con le mani piantate nella scrivania, le spalle incurvate, e il viso basso. Sembrava una persona sconfitta.

"Piccola..." Si avvicinò, abbracciandola da dietro per farle sentire il suo calore. Le baciò dolcemente la spalla, ripetendo inconsciamente le azioni della mattina. Non voleva pressarla per cercare di capire cosa stesse succedendo, ma la preoccupazione saliva dentro di sé. Restò in silenzio, dandole conforto con il suo calore, la sua presenza.

Camila si voltò, appoggiando il viso nell'incavo del collo della corvina, aspirando il suo profumo prima di essere scossa dai singhiozzi. Sentì l'altra che la stringeva più forte, quasi a volerla sostenere, a volerle togliere il peso che portava.

"Ho paura, Laur..." Mormorò tra i singhiozzi, le parole soffocate contro il corpo caldo ed accogliente dell'altra.

"Di cosa, amore?" Anche la voce della corvina era rotta. Camila si sentì ancora peggio, stava facendo soffrire anche lei con quella situazione. Magari era ancora in tempo per tirarla fuori da tutto quello. Ma Lauren non le diede il tempo di continuare a rimuginare su nulla, alzandole il viso e collegando le labbra alle sue, un bacio dolce le fece capire quanto aveva bisogno di lei. "Ci siamo dentro insieme, di qualsiasi cosa si tratti. Sono con te." I suoi occhi non l'abbandonarono un secondo, si perse quasi in quell'oceano profondo.

Camila si distaccò un secondo da lei, avvertendo subito la mancanza del contatto con la donna che amava profondamente. Iniziò a camminare per la stanza, cercando le parole giuste, ma senza trovarle. Aveva tutta la sua attenzione, così iniziò a spiegare.

"È iniziato tutto dopo la lite con la tua ex..." Storse il naso, ripensando a quella donna e alle sue parole. "Quando vi ho viste in ascensore..."

"Lucy l'ha bloccato, e non ti negherò che ci abbia provato con me, ma ti giuro che non le ho permesso di fare nulla. Riuscivo a pensare solo a te, perché voglio solo te." La interruppe velocemente Lauren, rubandole un sorriso.

"Ti credo, Laur. Lì per lì, mi sono innervosita e ho perso il controllo, così sono andata via. È stato in quel momento che mi ha sanguinato il naso per la prima volta." Sospirò Camila. A Lauren ritornò in mente l'episodio simile che era accaduto quella stessa mattina, dopo che la cubana l'aveva fatta sua, e si corrucciò. "Ho pensato che fosse stata colpa di Lucy, magari mi aveva colpito o qualcosa del genere, e non ci ho dato peso. Ma non ha smesso per un bel po', e in questi ultimi giorni è capitato sempre più frequentemente."

"Stai cercando di dirmi che vedrai un otorino?" Chiese debolmente Lauren, sentendo l'angoscia salire.

"Mi piacerebbe. Le frequenti epistassi, la sensazione di stanchezza continua che sento, di affaticamento... Sono stati i primi sintomi che ha accusato mia madre." Abbassò la testa, respingendo le lacrime che si erano affacciate nuovamente nei suoi occhi. "Ho prenotato una visita dall'oncologo che ha seguito lei, mi riceverà domani."

Lauren sentì il proprio cuore spezzarsi, non poteva pensare che Camila stesse affrontando tutto ciò, e da sola.

"Verrò con te, Camz. Sarò con te, qualsiasi cosa accada, in ogni momento." Ora capiva le parole che le aveva detto la sua fidanzata, quella mattina, ma non l'avrebbe lasciata per nessun motivo. Tantomeno questo. La raggiunse, accogliendola tra le sue braccia e cercando di rassicurarla. Trascorsero così la mezz'ora seguente, senza il bisogno di parlare, solo aggrappandosi l'una all'altra. Furono interrotte dal ronzio del telefono di Lauren.

"Vuoi risponderle tu? È preoccupata da morire, come tutte le altre." Le sorrise Lauren, mostrando il contatto di Sofi sullo schermo del cellulare. Camila annuì, schiarendosi la voce prima di rispondere a sua sorella.

"Piccola..." Allontanò il telefono dall'orecchio mentre le urla di sua sorella, tra l'arrabbiato e l'entusiasta, minacciavano di sfondarle il timpano. Sentì le tremila domande della sorella, bloccandola soltanto per chiederle: "Come sei qui? Davvero?" Sorrise alla novità, non sapendo del trasferimento suo e di Ally, ormai quasi completo. Di fatto le due si erano già stabilite in un appartamento in affitto che condividevano, e aspettavano solo che venissero consegnate loro gli scatoloni dal camion dei traslochi. "Certo, ci vediamo tra un'oretta..." Attese un attimo, poi confermò. "Oh, ok. A dopo, allora."

Tese il cellulare a Lauren, che non mollava il suo sguardo per nulla al mondo. "Sembra che ci troveremo a casa tua, stasera."

"Beh, diciamo che è diventato un po' il nostro quartier generale. Ti avviso, DJ è tanto preoccupata quanto incazzata." Fece ridere la cubana.

"Devo delle scuse a tutte voi, non avrei dovuto sparire così. Mi perdoni, mi amor?" Le allacciò le braccia dietro al collo, avvicinandosi alle sue labbra.

"Amore, ti ho perdonata appena sei uscita da quel fottuto ascensore. Ma ti prego, non sparire più così. E parlami, sempre, di tutto."

"Te lo prometto, Laur... Andiamo?" Le chiese, prima di baciarla dolcemente. L'altra annuì, rompendo l'abbraccio, ma incrociando le dita della sua mano a quella dell'altra mentre si avviavano verso l'uscita. Insieme.


Better together - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora