1/10/21
|HARRY'S POV|
La notte precedente era precisa nella mia mente, eventi dettagliati, ognuno al suo posto, in ordine cronologico, eppure era troppo reale, ma era solo un sogno, un dannatissimo sogno.
Quella mia illusione era chiara e lucida, si ripeteva ogni secondo nella mia mente, e ogni istante cercai di scacciarla via, senza successo.
Quella mia fantasia vana si presentava, ogni secondo, ogni momento, sempre uguale, non cambiava, si era fatta viva nella notte, e da lì, non aveva accennato ad andarsene.
Vedevo Jonathan, mi richiamava, un sussurro continuo, a toni alterni, si avvicinava sempre di più, fino a non arrivare faccia a faccia con la mia persona.
Proprio in quel momento cominciai ad urlare, nascosi il volto nel morbido nel cuscino e strinsi gli occhi, forte, talmente forte da farmi quasi male.
Dopodichè i miei ricordi cominciano a sfocarsi, sempre un po' di più, ma una cosa la ricordo bene: Louis che mi prende tra le sue braccia e mi porta nella sua camera.
Successivamente, credo di essermi addormentato con abbastanza difficoltà; una delle ultime cose che riaffiora nella mia mente era il tocco delicato di Lou.
Mi ricordavo la sua impronta districarsi tra i miei capelli con più lentezza del normale, tale sensazione era accompagnata dalle sue labbra vellutate che si posavano, ripetutamente, sulla mia guancia destra.
La mia memoria appartenente alla notte precedente si fermava in quel punto preciso, probabilmente, dopodichè i miei occhi si chiusero stremati.
La mattina seguente era l'inizio di un nuovo mese, non mi ispirava positività, ma non mi importava, sembrava che non mi importasse più nulla, e forse era proprio così, l'unica cosa di cui mi interessava era lui.
Quando aprii gli occhi sul nuovo giorno, mi trovavo nel letto di Louis, senza quest'ultimo: era da aspettarselo, era lunedì ed era pieno orario di lezioni.
Ma non potei non notare il post-it appiccicato, solo per la parte superiore, sulla scrivania posta davanti al letto.
'Amore,
Io sono dovuto scappare a lezione, non volevo svegliarti, sei bellissimo, come sempre.
Ho spiegato tutto io al preside, ma preferirei parlarne di persona.
Solo aspettami e non ti preoccupare.
Torno il prima possibile.
L.'Sorrisi ampiamente alla lettura, soprattutto nella parte finale, ero terrorizzato dal fatto che Jonathan potesse presentarsi in quella stanza, e rifarlo.
Sentivo dei passi al di fuori della mia stanza, ripetuti, stesso ritmo, non si muovevano da lì, sempre fissi fuori dalla stanza del mio professore.
Mi alzai dal letto e provai a scorciare anche una piccola visione della persona che si trovava all'esterno.
Le gambe muscolose erano le sue, le stesse scarpe che indossava ieri, ero certo del fatto che fosse lui: Jonathan.
Mancavano solo quindici minuti alla fine dell lezioni giornaliere: il tempo non passava, guardavo l'orologio e le lancette erano come immobili.
I passi si fermarono, di colpo: venivano verso la porta, questa volta con tonfo maggiormente potente.
"Oh, Styles, andiamo. So che sei lì dentro, apri te o apro io" la sua voce risultava macabra e roca allo stesso tempo.
Trattenni il respiro, fino a quando la serratura della porta non scattò: aveva già pianificato tutto.
Rimasi lì, in mezzo alla stanza, la scena si ripeteva, io ero di nuovo impietrito.
"Ti senti realizzato dopo avermi fatto espellere?" Disse entrando con irruenza
Era forse quella la cosa che Lou preferiva trattare di persona?
Lui avanzava, io indietreggiavo, in poco tempo mi ritrovai con la schiena schiacciata contro il muro.
Le sue mani andarono ai miei pantaloni, nello stesso momento nel quale il suo bacino scattò in avanti.
Questa volta non riuscii a strapparmeli di dosso, stessa scena, ripetuta, cambiava solo il posto.
Si spinse su di me più volte, con più prepotenza rispetto a ieri, i suoi gemiti di piacere erano dritti nelle mie orecchie.
Fino a quando i suoi gemiti non furono più di piacere, ma bensì, di dolore.
Gli portai le mani al collo e il mio pugno si schiantò dritto contro il suo naso, il quale, cominciò a rilasciare sangue a fiotti.
Una volta che lui era a terra gli saltai addoso: non riuscivo più a pensare lucidamente, di quel passo lo avrei ucciso.
Proprio in quel momento entrarono Zayn e Louis.
"Harry, fermati!" Urlò Zayn vedendo le condizioni di Jonathan sotto il mio peso.
Mi strappò di forza dal ragazzo, per poi cingermi in vita, in modo da avere una presa maggiormente salda su di me.
Louis guardò con disgusto Jonathan, che con qualche difficoltà, si stava rialzando.
"Vatti a sciacquare la faccia. Se provi anche solo a spiaccicare parola su quello che è appena successo considerati morto" disse Louis chiudendo la porta con violenza una volta che il ragazzo scappò a gambe levate.
"Ci ha provato di nuovo, lo stava rifacendo. Gay represso di merda!" Urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
"Harry, Harry, calma, se ne è andato" mi disse Lou abbracciandomi facendo placare il mio battito esageratamente accelerato.
"Su Amazon vendono le bottigliette di cianuro? Gliela spedisco direttamente a casa" disse Zayn, il quale, era stato ignorato per poco tempo.
Vedemmo, qualche ora dopo, Jonathan uscire dall'istituto con tutte le valigie.
Quel mio calvario era ufficialmente finito.
Il giorno dopo saremmo dovuti partire per Dallas.
Questa volta sarebbe stato davvero un nuovo inizio?
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I'm complicated
FanfictionLouis Tomlinson, professore di lingua francese, verrà assunto nello stesso liceo linguistico dove, due anni prima, si è iscritto Harry Styles. Harry Styles, si trova al secondo anno di liceo linguistico, ragazzo molto sicuro di sè, che però fa fatic...