Silena Beauregard percorse in tutta fretta il Campo Mezzosangue, le lacrime che minacciavano di sgorgare dagli occhi azzurri. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, e aveva cercato di prepararsi psicologicamente, ma era impossibile. Il suo ragazzo sarebbe partito per una missione suicida, e lei non poteva fare nulla per fermarlo.
Quasi corse per arrivare alla Casa Nove, la casa dei figli di Efesto, padre di Charles.
Bussò due volte con quelle mani aggraziate, e una voce dall'interno le disse solo: «Entra»
Lei spalancò la porta e si trovò Beckendorf, rivolto di spalle, chino sul suo letto, su cui giacevano un elmo da guerra di bronzo, una spada e una borsa da portare a tracolla.
Si tirò su quando sentì un singhiozzo proveniente dalla sua ragazza.
«È già ora?» chiese Silena, le guance rigate da calde lacrime. Beckendorf annuì. Lei non riuscì a resistere e gli corse incontro, circondandogli i fianchi con le braccia, stringendoselo a sé, in un abbraccio che sentivano entrambi di aver bisogno. Era una missione suicida, tutti e due ne erano consapevoli, e non erano pronti. Si erano messi insieme solo quell'estate, Silena non poteva credere che probabilmente non lo avrebbe rivisto mai più.
Anche al ragazzo scese qualche lacrima amara, nonostante lui si sforzasse per resistere senza crollare.
«Mi dispiace» sentì mormorare Silena. «Mi dispiace così tanto»
Lui pensò che fosse per il momento, e non ne fece caso. L'abbracciò fortissimo, i muscoli che quasi coprivano del tutto la faccia graziosa di Silena, schiacciata contro il suo petto.
«Ti prego» lo supplicò lei, la voce attutita dal pettorale, «Fai attenzione.»
«Certo, principessa, puoi giurarci.» le rispose Beckendorf.
Silena rimase qualche secondo ferma, intenta a odorare il profumo del ragazzo, per non dimenticarne alcun dettaglio. Voleva godersi quell'ultimo attimo, non sapeva quando e se sarebbe ricapitato un momento del genere.
Lentamente, molto lentamente, si separò da Beckendorf, e si allontanò leggermente, giusto per lasciargli lo spazio di finire di prendere l'occorrente per il piano accordato con Percy.
Lui ci mise giusto un paio di secondi per afferrare la borsa, l'elmo e la spada. La prima se la issò sulla spalla sinistra, il secondo lo mise sotto il braccio, e la terza la sistemò nella cintura. Si voltò quindi a guardare il volto della sua ragazza incorniciato dai capelli neri, gli occhi azzurri più luminosi del solito. Le baciò la fronte, e poi le afferrò la mano e insieme uscirono dalla cabina.
Fuori trovarono tutti i ragazzi con Chirone, lì per augurare a Beckendorf una buona fortuna. Il centauro si fece avanti, e porse la mano al ragazzo, il quale l'afferrò.
«Charles» disse Chirone, con voce solenne e profonda, «Mi raccomando, fate attenzione.»
Lui annuì soltanto, con un groppo in gola che gli impediva di parlare.
Chirone venne affiancato da Annabeth, anche lei sul punto di scoppiare in lacrime. Silena la capiva, era preoccupata per Percy, era plausibile come reazione, anche se era abituata a vedere il ragazzo che le piaceva rischiare la vita ogni tre per due. A questo pensiero, le venne quasi da ridere: Annabeth e Percy erano gli unici a non essersi accorti di piacersi, un po' come era successo a lei e Beckendorf. Ma sapeva, in cuor suo, che prima o poi avrebbero ammesso i loro sentimenti, e per allora tutto sarebbe andato per il meglio, o perlomeno, lo sperò.
«Stai tranquilla» disse solo Beckendorf, capendo cosa volesse dire la bionda.
Chirone quindi si rivolse a Silena. «Lo accompagni tu? Blackjack vi sta aspettando alla riva.»
Silena annuì, non mollando per un solo istante la mano del suo ragazzo. La calca, ad un semplice gesto di Chirone, si aprì in due varchi, lasciando lo spazio ai due di passare. Loro iniziarono a camminare in religioso silenzio verso la spiaggia di Long Island, dove Blackjack, il fidato pegaso di Percy, li aspettava con ansia. Nitrì in segno di saluto, e i due ragazzi ricambiarono. Beckendorf pose sulla groppa di Blackjack l'elmo, poi si voltò verso Silena, le afferrò le mani e la guardò fisso negli occhi.
«Charlie» lo chiamò. «Torna a casa. Ti scongiuro.»
«Tornerò» rispose lui. «Te lo prometto.»
Si chinò su di lei e la baciò, un bacio di addio, o di arrivederci, pieno di sofferenza. Quando si separarono, dopo pochi secondi, lei cacciò dai pantaloncini di jeans un pezzo di carta e glielo consegnò, senza una parola. Lui lo aprì e rimase incantato. Era una foto di Silena, scattata qualche mese prima. Beckendorf sorrise, e se lo mise in tasca. Quindi afferrò l'elmo e lo indossò, e poi saltò sulla groppa di Blackjack.
«Buona fortuna» gli augurò lei. «Ti amo»
«Ti amo anche io» rispose Beckendorf. «Da impazzire»
Silena fece appena in tempo a sorridere lievemente, che Blackjack e Beckendorf erano già partiti, diretti da Percy, per poi andare tutti alla Principessa Andromeda per una bella festa con i mostri di Crono.
Lei rimase lì impalata, a guardare il punto in cui erano spariti pegaso e ragazzo.
È andato a salvare il mondo, continuò a ripetersi. Tornerà. Me lo ha promesso, e lui mantiene sempre le promesse.
Quella fu la prima promessa che, invece, Beckendorf infranse.
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ANGOLO AUTRICE
Io non so che dire, davvero.
Questo era lo speciale per i 200 follower (che sinceramente non penso di meritare).
Grazie mille a tutti, davvero <33
Spero che questa one shot su Silena e Beckendorf vi sia piaciuta.
With love,
Isa🖤
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𝐓𝐞 𝐥𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐞𝐭𝐭𝐨. || 𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐚×𝐁𝐞𝐜𝐤𝐞𝐧𝐝𝐨𝐫𝐟
Fanfiction[CONCLUSA] Charles Beckendorf deve aiutare Percy a far saltare in aria la 𝘗𝘳𝘪𝘯𝘤𝘪𝘱𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘈𝘯𝘥𝘳𝘰𝘮𝘦𝘥𝘢, la nave di Luke e Crono, piena di mostri. Charles è pronto a far di tutto pur di salvare i suoi amici, ma è giunto il momento cruci...