Murderous Love

785 60 19
                                    

Mi preparo per la nobile guerra.
Sono calmo, conosco il segreto.
So cosa sta per succedere e so che nessuno può fermarmi, neanche me stesso.
Uccido chi mi piace.
C'é chi prega di non essere ucciso ma non mi fa pena, non provo niente.
Noi viviamo in un mondo schifoso e assolutamente inutile.
A essere sincero, mi sembra di aiutarli visto che li tolgo dalla merda, e dal piscio, e dal vomito che riempiono le strade.
Li aiuto ad andare  in un posto pulito, ordinato.
Pensate sia matto?

Questo continuava a passare per la testa del giovane castano che se ne stava seduto sul letto della sua camera, al buio
Ad osservare il vuoto.
Nessuno penserebbe che un ragazzo di 20 anni, quel ragazzo, giovane e simpatico avesse in mente un piano contorto, malato, per uccidere le persone che odiava, per vendicare la persona che amava.
Si, perché mentre se ne stava li immerso nell'oscurità, solo due pensieri lo ossessionavano, il primo, e il ragazzo riccio dagli occhi color smeraldo, per la precisione il suo ragazzo, che gli era stato portato via per sempre.
Louis Tomlinson era all'ultimo anno quando aveva incrociato per la prima volta Harry Styles nei corridoi.
Da quel giorno tra i due ci furono sguardi rubati ma ricambiati, saluti all'apparenza indifferenti ma che dietro nascondevano brama, malizia, fino a quando arrivarono quei baci sfuggenti ma passionali nei corridoi o nel giardino della scuola.
Alla fine dell'ultimo anno scolastico, Louis era libero, ma Harry che era solo al 2° anno, sarebbe dovuto stare li ancora per un pò, solo.
Al piú grande sarebbe mancato avere il riccio attorno di mattina, ma come si erano messi d'accordo sarebbe andato a prenderlo finite le lezioni, quindi la situazione era accettabile.
Ma Louis non sapeva.
Non sapeva che Harry quando doveva andare a scuola entrava sempre in ritardo per non incontrare i bulli che lo prendevano in giro e avvolte lo picchiavano.
Non sapeva che Harry mangiava da solo a pausa pranzo e non sapeva dei biglietti che riceveva durante le lezioni, a dir poco osceni.
Louis non sapeva che il suo ragazzo veniva preso di mira e tormentato a causa del suo orientamento sessuale.
E non sapeva neanche che aveva raggiunto il limite.
Da parte sua però, Harry era bravo a nascondere le cose e non voleva dire niente a Louis per paura, per vergogna.
Non voleva trascinare il suo ragazzo giú con se.
Cosí, dopo una notte insonne passata a pensare a tutto quello che aveva e quello che di conseguenza avrebbe lasciato, la mattina Harry dopo aver scritto una lettera per la madre e alcune righe per Lou, ingoiò quelle pillole che usava per la sua insonnia e si lasciò cadere sul letto, lasciando che il suo ultimo pensiero andasse al ragazzo dagli occhi color ghiaccio.

Louis venne a sapere dell'accaduto quella stessa mattina, quando la madre del riccio lo trovò senza vita sul suo letto freddo.
Gemma, la sorella l'aveva chiamato disperata.
All'inizio non ci voleva credere, tanto che andò a casa sua per accertarsi che non fosse vero, ma quando vide il corpo del giovane che veniva portato via e Anne, la madre, che piangeva disperata, non resse.
Corse a casa, per poi chiudersi in camera al buio, disteso sul letto a piangere sperando che tutto quello fosse un incubo.
Scoprí la ragione di quel tragico gesto qualche giorno dopo, quando Anne lo contattò per dargli quella piccola lettera che aveva lasciato per lui.
Quando la lesse non pianse, non si disperò.
Anzi, finalmente riacquistò lucidità, una lucidità contorta.
Tutta la rabbia che provava verso se stesso, verso Harry, si focalizzò sui responsabili della sua morte.
Sui compagni di scuola che lo avevano portato a quel gesto.
Cosí ora il giovane dai capelli castani e gli occhi glaciali si trovava davanti allo specchio, vestito in tuta nera con un cappuccio in testa e una pistola nella tasca della felpa.
Era pronto.
E ora continuando a fischiettare lo stesso motivetto per tutto il viaggio, entrò a scuola al suonare della campanella, indisturbato, confondendosi tra la folla.
Mentre guardava tutti quei ragazza ridere e scherzare pensò a quanto li odiasse, se non fosse stato per la loro ignoranza e indifferenza, ora Harry sarebbe ancora vivo.
Ma non bastava sparare a tutti, non sarebbe stata vendetta.
Lui sapeva chi colpire.
Cosí quando vide fuori dalla biblioteca la squadra di football della scuola, estrasse la pistola e iniziò a sparare dei colpi contro alcuni di quei ragazzi che non fecero in tempo a girarsi che gia caddero a terra senza vita e il loro sangue era schizzato sulla porta dell'aula accanto e aveva macchiato gli armadietti vicini.
Mentre la gente spaventata corse via cercando di scappare o nascondersi, entrò nella biblioteca sforzando la porta che era stata sbarrata per non farlo entrare evidentemente.
L'aula era ampia, spaziosa e illuminata da quella poca luce che entrava dalle finestre ma sopratutto era apparentemente vuota.
Ma la paura, la tensione e l'ansia si sentiva in quella stanza.
Si immaginò come un cacciatore pronto a scovare le sue prede che si stavano nascondendo anche se la loro fine era gia segnata.
Avanzò lentamente camminando attraverso le corsie degli scaffali guardando attentamente ogni corridoio continuando a fischiettare quella melodia.
Si girò quando sentí il tonfo di un libro cadere.
Tornò indietro con estrema calma e si fermò davanti al ragazzo appoggiato all'inizio dello scaffale, non lo lasciò neanche parlare che gli puntò la pistola alla testa e sparò.
Il corpo cadde a terra con un rumore sordo.
Continuò la sua ricerca attraversando l'ultima corsia e mentre passava al reparto studio vide un movimento dietro il banco del ritiro libri.
Non lo guardò nemmeno in faccia, sparò e basta.
Continuò nella sezione studio dove c'erano file di banchi uniti.
Camminò tranquillamente passando attraverso la schiera di tavoli e si fermò poco dopo la 6° fila, dove vide un leggero spostamento di una sedia.
Spostò il banco il banco e scoprí due ragazzi inginocchiati a terra.
Li guardò un attimo e osservò il primo alzarsi velocemente e alzare le mani in segno di resa mentre lo pregava di fermarsi.
Il giovane dai freddi occhi azzurri sorrise sadicamente e sparò.
Torno a guardare l'altro ragazzo che lo pregava di risparmiarlo piagnucolando, dicendogli che non gli aveva fatto niente.
Sul viso di Louis apparve un altro sorriso, piú amaro, pensando a quanto in realtà lo aveva ferito.
Cosí per l'ultima volta puntò l'arma contro la sua vittima e premette il grilletto.

Tornò a casa passando per il retro della scuola aprofittando della confusione che c'era facendo finta di niente e continuando a fischiettare.
Raggiunta l'abitazione andò in camera e si cambiò, mettendosi dei vestiti puliti e sedendosi sul letto con accanto a se delle pillole.
Quelle pillole che aveva preso anche Harry per mettere fine al suo inferno personale.
Ora Louis, ingoiando quelle pillole pensò che se non avrebbe rivisto Harry, sarebbe andato all'inferno vantandosi con i diavoli di aver visto il paradiso.


---------------------------------------
Ciao, allora come avevo detto e alcuni credo sapranno, questa os é ispirata ad American Horror Story ~ Murder House, io sono tipo drogata di AHS e questa idea mi é venuta pensando a Tate e la mia mente malata ha fatto nascere questa os.
Se non vi ha fatto schifo votate, e se siete interessati, il motivetto che Louis fischietta (che é lo stesso di Tate) potete cercarlo cercando Twisted Nerve.
Baci, Ellie ❤

Murderous Love {Larry}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora