23. Collaborazione

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Le iridi scure di Glad entrano in collisione con le mie e mi scosto prima che inizi a tossire, eliminando l'acqua in eccesso che ha nei polmoni. Mi stendo accanto a lui e cerco di recuperare anche io un po' di fiato.

«Che cosa ci fa lei qui?» domanda con voce roca.

«Ha un bellissimo modo di ringraziarmi, ma non mi aspettavo nulla di diverso.» Sollevo la schiena e mi scruto attorno: sarà molto complicato trovare la strada per tornare indietro.

Sento le sue dita afferrarmi il polso e giro il capo verso di lui, ritrovandomi il suo viso a pochi centimetri dal mio.

«Perché è venuta lei?»

«Ero la persona più vicina. Ashton si doveva occupare di Loto e avremmo perso del tempo prezioso per spiegare la situazione agli altri. E poi...»

Assottiglia lo sguardo. «E poi?»

«Non le avrei permesso di morire da persona per bene, sapendo che è successo per proteggere mia sorella. Morirà un giorno, Glad, ma dimostrando davvero la persona che è.»

«Lei non sa niente di me.»

Sorrido amaramente. «Dovrebbe essere sincero con se stesso, principe. Si crede una brava persona?»

Solleva il sopracciglio destro mentre mi scruta, ma non riesco a capire le sue emozioni.

«Tutte le mie azioni hanno un fine ben preciso.»

«Il fine che aveva quando mi ha strangolato era molto chiaro, e non era nulla di cavalleresco.»

«Come le ho già detto, quello era solo un avvertimento. Ho capito il suo carattere dalla prima volta che ha parlato a colazione e non potevo permettere che si manifestasse nelle situazioni poco opportune. Ci avrebbe messo tutti in seria difficoltà, soprattutto me.»

«Non voleva che mettessi i bastoni tra le ruote ai consiglieri e guardi adesso in che situazione siamo. Avrebbe dovuto lasciarmi esplodere come una bomba, magari adesso quelle ragazze non sarebbero morte.»

Il suo volto si adombra leggermente. «Chi è riuscita a tornare?»

«Non si preoccupi, Heather sta bene. Insieme a noi è sopravvissuta anche una delle selezionate di Ashton.»

Mostra il suo solito sogghigno. «Lo sapevo che insieme ci sareste riuscite.»

Tutta la rabbia, la collera e la paura che ho provato pervadono ogni centimetro del mio corpo. Mi iniziano a formicolare le mani per la tensione e, prima di pensare, mi sollevo sopra Glad, afferrandogli entrambe le braccia per posizionarle in una posa innaturale sopra il suo capo; se si muovesse rischierebbe un danno grave alle articolazioni.

«Riuscite? Riuscite!» grido mentre la voce mi trema e lui mi guarda dritto negli occhi senza muovere un muscolo, «Abbiamo rischiato di morire, Glad, delle ragazze hanno perso la vita. Lo capisce? Sono morte! Come avete potuto organizzare tutto questo? Siete degli esseri spregevoli.»

Mi soppesa con occhi seri, ma non leggo nessun pentimento nella sua espressione e ciò mi fa infuriare ancor di più. Il suo silenzio è più lacerante di un grido. Lo strattono e sul suo viso compare una smorfia di dolore. «Dica qualcosa!»

«Tutto questo è molto più grande di lei e di me, Iris. Noi siamo solo dei granelli di sabbia in una spiaggia sconfinata.»

Digrigno i denti e stringo la presa con maggiore forza. «Ne ho abbastanza dei segreti, mi dica perché stiamo facendo tutto questo.»

«Sa che non posso farlo.»

Stringo con più determinazione e una scintilla compare delle sue iridi scure. Riconosco il suo sguardo, quello che preannuncia una sua mossa, ma non ho il tempo di ragionare che sento le sue gambe mulinare tra le mie e in pochi secondi le nostre posizioni si ribaltano.

Iris - Il regno di FloraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora