#CronacheDiUnaLettrice: e se il film fosse meglio del libro?

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Quante volte, dopo aver visto la trasposizione cinematografica di un romanzo che conoscete, vi siete trovati a dire "bello, ok, ma il libro è meglio"? Io più o meno sempre, lo ammetto. Quando vado a vedere il film di un libro che ho amato molto è impossibile per me godermelo in quanto tale senza passare il tempo a cercare le differenze nella trama o nella caratterizzazione dei personaggi; se al libro sono particolarmente affezionata (vedi alla voce: Harry Potter) riesco a lamentarmi anche per "errori" nelle singole battute o nei costumi di scena o nelle ambientazioni in cui una determinata scena avrebbe dovuto svolgersi.

Ho sempre creduto che questo accadesse per una reale e oggettiva superiorità qualitativa del libro rispetto al film, ma di recente sono stata costretta a mettere in dubbio la mia convinzione. Lo scorso mese, infatti, mi sono imbattuta nel film Netflix L'apparenza delle cose, che a una prima occhiata sembrava né più né meno che il classico horror sulle case infestate di cui sono ghiotta. La trama è piuttosto semplice e si può riassumere con poche righe senza fare eccessivi spoiler: il film inizia con George Clare, padre di famiglia, che scappa di casa tenendo tra le braccia la figlioletta Franny dopo aver trovato la moglie Catherine brutalmente assassinata nel loro letto coniugale; una serie di flashback ci mostrano poi la vita della famiglia nella casa in cui si sono recentemente trasferiti e le vicende che hanno portato all'omicidio, che comprendono anche alcuni episodi sovrannaturali. La trama in sé è banalotta, lo riconosco, ma il film è piuttosto coinvolgente e si finisce immancabilmente per appassionarsi ai personaggi e al loro sviluppo psicologico man mano che i toni si fanno più cupi e che iniziano a subire l'influsso del paranormale.

Dopo aver scoperto che il film era tratto da un romanzo potevo io esimermi dall'acquistarlo? Esatto, no

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Dopo aver scoperto che il film era tratto da un romanzo potevo io esimermi dall'acquistarlo? Esatto, no. Così l'ho preso e letto, sperando di ritrovare le stesse atmosfere cupe, gli stessi personaggi un po' equivoci e soprattutto la stessa indagine del paranormale. Grande, grandissimo errore. Il libro non è brutto, per carità, ma i personaggi sono molto più piatti e meno sfaccettati e risulta molto più difficile entrare in sintonia con loro. Catherine, in primis, nel libro è un personaggio noiosissimo e assolutamente privo di spina dorsale, totalmente succube del marito e apparentemente priva di interessi o passioni; nel film, per contro, viene enfatizzato il suo interesse per la religione e per il mondo degli spiriti e le viene attribuito anche un disturbo alimentare, sapientemente utilizzato per sottolineare il suo disagio e il suo bisogno di avere le cose sotto controllo. George, dal canto suo, risulta odioso fin da pagina due, praticamente, mentre nel film non è che ispiri particolare simpatia ma almeno non ha scritto "stronzo patentato" sulla fronte già dalla sua prima apparizione (bisogna arrivare fin verso la metà del film per rendersi veramente conto di quanto sia viscido).

Inoltre, se nel film la componente paranormale è decisamente presente, se non addirittura preponderante, nel libro viene a malapena accennata: Catherine sospetta che in casa ci sia qualcuno e ritrova in casa un vecchio anello ma la questione finisce lì, con un sospetto e quattro chiacchiere con amici amanti dell'occultismo, mentre nella versione Netflix abbiamo delle vere e proprie presenze in grado di influenzare le vite della famiglia Clare, di spaventare la piccola Franny e di creare tutte quelle scene un po' cliché che però fanno parte del panorama del paranormale. Detto onestamente, il libro avrebbe funzionato perfettamente anche senza scomodare i fantasmi dei vecchi proprietari della casa, visto che sono stati accennati e poi abbandonati a loro stessi.

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