2.Il cappellino da Baseball grigio

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Quella notte a casa non riuscivo ad addormentarmi: continuavo a pensare alla festa e alle persone che avevo conosciuto.

Pensai a Davide, sicuramente era il ragazzo che mi stava più simpatico, a partire dai suoi tatuaggi: il suo amore verso il cibo doveva essere molto profondo..

Poi pensai a Mattia, quel ragazzo proprio non lo capivo. Un attimo prima era davanti a me e l'attimo successivo non c'era più. Cominciai ad immaginare storie assurde su di lui: prima pensai che fosse una spia della CIA che stava investigando in incognito un caso su adolescenti poi che fosse un assassino di povere ragazze diciassettenni indifese e che.. all' improvviso sentii un colpo. Sbuffai e mi alzai pensando che fosse mio fratello che era caduto dal letto, come al solito, ma quando arrivai al suo letto vidi che era sdraiato sul materasso e stava dormendo tranquillamente. Sbadigliai e tornai sui miei passi.

Sentii un altro colpo.

Mi fermai all'improvviso e cominciai a preoccuparmi. Non sembravano spari di una pistola, era più il rumore di qualcosa che cadeva. Che fossero entrati i ladri? Attenta a dove mettevo i piedi ricominciai a tornare verso il mio letto.

"Boom" un altro colpo.

Questa volta cercai di sentire da dove proveniva e mi tranquillizzai: non era in casa mia, sembrava più verso la casa della vicina. Probabilmente si era alzata a prendere un bicchiere d'acqua e, visto che era anziana, aveva fatto cadere più volte qualcosa. No.. come storia non aveva senso.. mi avvicinai alla finestra che dava sulla casa della sospettata e cercai qualche indizio guardando attraverso le persiane chiuse. L'unica cosa che riuscii a vedere fu un ragazzo che correndo girava l'angolo e spariva dalla mia visuale. Notai che aveva un cappellino da baseball grigio con scritta un numero, un 14, un 19 o un 18.. non riuscii a capire.

Tornai a letto, mi sdraiai e rimasi attenta ad ogni minimo rumore. Per fortuna o sfortuna non sentii più nessun colpo e pochi minuti dopo mi addormentai.

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NI NO NI NO NI NO NI NO"

Il frastuono di un'ambulanza mi svegliò.

Guardai la sveglia, erano le 11.30, potevo alzarmi a vedere cosa stava succedendo, non era presto. Avevo la laurea nell'alzarmi tardi, non potevo deludere i miei fan.

Aprii le persiane e invece che dai raggi del sole di luglio fui accecata dal lampeggiante rosso e blu dell'ambulanza. In strada vidi i miei genitori parlare con una donna della croce bianca.

Scesi in fretta le scale di casa per uscire ma fortunatamente mi vidi riflessa nella porta a specchio d'entrata: ero in mutande e maglia del pigiama, faceva caldo per i pantaloni. Ringraziando mentalmente mio padre per aver comprato quella porta, corsi al piano di sopra. Mi misi una maglietta presa a caso nel cassetto e i miei pantaloncini di jeans preferiti e ricorsi fuori.

"Cosa.. è successo..?" chiesi ai miei genitori con il fiatone per la corsa che avevo fatto

"Ieri hai finito lo zucchero e non me lo hai detto..."

"Cosa centra questo ora, mamma?" la interruppi bruscamente

"Lasciami finire.. per una volta. Non mi hai detto che avevi finito lo zucchero, cosi non ho potuto comprarne uno nuovo. Sta mattina quando ho preparato il thè per te e tuo fratello non ce n'era più. Cosi sono andata da Maria, la vicina, ho suonato più volte ma non rispondeva. Siccome è anziana, ho pensato di chiamare sua figlia. Lei è arrivata subito ed è entrata in casa a vedere. Per fortuna hai finito lo zucchero! Maria era a terra svenuta e tre dei quattro candelabri che solitamente tiene sul camino erano sul pavimento, uno era sporco di sangue ma Lei per fortuna non ha ferite esterne, quindi non può essere suo."

Il bacio della luna pienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora