Alla faccia vostra, Avengers!

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Ci addormentammo così.

Accoccolati su un aereo diretto in Italia.

Era il Natale più assurdo che avessi mai passato.

<Hei piccioncini, sveglia!>. Sentii Thor svegliarci.

<Buongiorno e buon Natale> disse Bucky con la bocca ancora impastata dal sonno.

Poi si voltò, capendo solo allora di aver dormito con me.

Sgranò gli occhi e si alzò di scatto.

<Calmo, non mordo mica!> gli dissi.

Sapevo quanto fosse freddo e distaccato dagli altri e capivo anche che, non essendo più fidanzati, per lui fosse difficile concepire il fatto di aver dormito sul mio petto.

Mi alzai anche io, dirigendomi verso Bruce, che intanto stava ancora pilotando l'aereo.

<Allora dove siamo adesso?> domandai facendomi una coda di cavallo.

<A destinazione> mi rispose lui.

<Allora Stark, sai dirci dove abita questo "Alberto Rossi"?> chiese Cap a Tony.

<In una Caa gigante nella periferia di Firenze, suppongo> rispose quest'ultimo.

Poi si voltò verso la moglie, seduta su uno sgabello muovendo nervosamente la gamba.

Pepper era visibilmente agitata.

Di certo, sapere che sua figlia era nelle mani di un maniaco che voleva uccidere suo marito non doveva essere semplice.

Per quanto riguarda Tony, invece, era fin troppo tranquillo, e la cosa era preoccupante...

Atterrammo su un prato enorme, che si affacciava su un'enorme villa.

Ci avvicinammo cautamente all'entrata, sempre con le pistole puntate, senza sapere di star intraprendendo la strada sbagliata...

<Ok, adesso ascoltatemi bene, voltatevi e posate a terra le armi>sentii qualcuno chiamarci da dietro.

Mi girai come richiesto ed era....Tony?! Come poteva tradirci in questo modo?!
Ma...aspetta...quello è veramente Tony?

Quest'ultimo, si toccò rapidamente la tempia, per poi togliersi dal viso la maschera da Tony Stark e la parrucca castana.

Non mi sarei mai aspettata di trovare dietro a quella maschera proprio l'uomo che stavamo cercando da 2 giorni....

<Alberto Rossi?!> chiese Pepper, abbassando la mano con il laser.

<Ho detto, abbassate le armi, e vi spiegherò come davvero stanno le cose>. Disse Rossi.

Tutti facemmo come richiesto, ma rimanendo comunque allerta.

<Bene, adesso se volete seguirmi...> disse l'uomo dirigendosi verso l'interno della villa.

Quest'ultima, era bella quasi come quella Stark, ma era sempre a un livello inferiore.

Ci fece fare il giro interno della casa Fiona d arrivare ad un ascensore, che portava in un seminterrato segreto.

Arrivati nel seminterrato, mi ritrovai davanti una scena che non avrei mai voluto vedere...

C'erano Tony e Morgan seduti su due sedie diverse che fissavano il vuoto. I loro occhi erano completamente azzurri, e attorno alla scena c'era una specie di "bolla"  trasparente.

<Morgan! > gridò Pepper vedendo la scena. Ormai aveva gli occhi lucidi.

<Se permettete, adesso vi spiegherò la realtà dei fatti> iniziò Alberto.

<Allora,  o è penso abbiate già capito tutti qui dentro, io ho sempre odiato Tony Stark. Lo invidiavo, e tutt'ora lo invidio, tanto da volerlo vedere morto e avere tutto ciò che ha lui. Fino a quanto non è comparsa davanti a me Yelena Belova. È solo grazie a lei se sono riuscito ad arrivare dove sono ora è a completare il mio piano di distruzione sulla Stark Industries e sugli Avengers.>

Mi girai e vidi Yelena con gli occhi lucidi. Sapevo come ci si sentiva ad avere sensi di colpa così pesanti.

Le preso la mano facendole cenno con la testa e facendole capire che era tutto ok. In fondo non era colpa sua se un pazzo maniaco voleva uccidere gli Avengers.

<Esatto, a mandare i missili è stata proprio lei, con il mio aiuto, naturalmente. Ma a rapire la piccola Morgan è stato Mark, il mio assistente.>

In quel momento entrò nella stanza l'assistente di quel pazzo furioso, e si mise accanto a quest'ultimo.

<Poi, mentre la nostra amata Emma, il Dio del tuono e Capitan ghiacciolo cercavano di capire cosa fosse successo, ho preso anche il nostro amato Tony Stark e mi sono messo al suo posto.> continuò Rossi.

<E che gli stai facendo adesso?!> chiesi perdendo la pazienza.

<Tesoro a Morgan nulla, tanto adesso ve la ridarò. Era solo un'esca per portarvi qui da me> iniziò <mentre a Tony sto facendo un lavaggio del cervello, in modo da fargli credere che tutte le sue invenzioni siano state, in realtà, create dal sottoscritto, e tra 2 giorni lo annuncerà al mondo intero> concluse.

<Se non vi dispiace, adesso aiuterò la vostra Morgan a liberarsi in modo da farla tornare da voi> disse avvicinandosi con tutta calma alla bambina. Cacciò dalla tasca del pantalone un telecomandino e, cliccando un semplice pulsante, la liberò dalla bolla.

Morgan, vedendo la madre in mezzo a noi, corse ad abbracciarla.

Inaspettatamente, però, ad un tratto sciolse l'abbraccio dalla madre e poi si avvicinò a me, mi guardò negli occhi per qualche attimo e poi mi abbracciò.

Quell'abbraccio durò poco, ma mi fece capire quanto tenessi a lei.

<Scusate se interrompo il vostro momento sentimentale, ma ho da fare, quindi per adesso vi terrò chiusi in gabbia cuccioli> aggiunse Rossi interrompendoci.

Un secondo dopo ci cadde addosso una specie di gabbia fatta di un materiale trasparente praticamente indistruttibile.

<Alla faccia vostra Avengers> concluse Rossi allontanandosi verso l'ascensore.

||Emma Romanoff||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora