uno

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i corridoi della scuola sono come al solito pieni ed affollati, quasi Chifuyu stenta a camminare, succede sempre così durante i cambi d'ora.
Cazzo, perché non vi muovete? Sto cercando il fottuto ripetente e ho intenzione di dargli una lezione, toglietevi dalle palle!
trascina le gambe a passo lento come se fosse l'ultima cosa che volesse fare al momento, lo sguardo apparentemente annoiato. gli studenti della scuola media che frequenta aprono un varco per farlo passare, evidentemente troppo spaventati all'idea di irritarlo. ghigna internamente al pensiero, poi raggiunge la classe. fa capolino alla porta e la prima cosa -o persona- che salta all'occhio è un ragazzo-pinguino. ha tutta l'aria di avere qualcosa che non va: un'aura da teppista criminale che cerca di essere ridicolamente coperta da un velo trasparente di compostezza. i capelli lunghi e legati in un codino sono tirati all'indietro con del gel, con un effetto leccata di mucca. gli occhiali che porta probabilmente sono anche senza gradazioni, per dargli l'aria da composto intellettuale. la divisa scolastica indossata di tutto punto con i bottoni chiusi fino al collo. sembra un pinguino e chifuyu fatica a trattenersi dal ridacchiare.
gli altri studenti lo guardano e sono un po' in soggezione dal suo arrivo, escluso il pinguino nerd che è intento a scrivere chissà cosa su un foglio.
«Chi di voi è Keisuke Baji?»
uno studente gli indica -con sua grande sorpresa- il fottuto pinguino. la sua faccia assume un'espressione confusa
«Eh? Lui? Capelli lunghi lisciati ed occhiali?»
«Già»
«Uhmmmm» se ne esce lo specchiato mentre sfoglia nervosamente un libro.
«Perché un tipo come lui è stato bocciato?»
Inevitabilmente lo sguardo di Chifuyu cade sul ripetente. Ancora confuso, si siede sul banco di fronte a lui.
«Hm? E tu sei...?» chiede con un'espressione spaesata, molto simile alla sua.
«Chifuyu Matsuno della classe 1»
«Chifuyu...Matsuno...»mormora tra sé e sé come per fare mente locale, nel caso lo ricordasse.
poi, lo sguardo di Chifuyu cade sul foglio con dei kanji scritti sopra. nota che uno è stato scritto male, evidentemente il pinguino non è tanto un cervellone nerd come voleva far credere.
«Sapientone, cosa sarebbe questo?»chiese, preso dalla curiosità.
«Tora.»
«L'hai scritto male.»
«Eh? Davvero?»
«Non sei affatto un sapientone.»Gli fa notare. Poi continua. «Quindi, perché sei vestito in quel modo?»
«Huh?»ruggisce come risposta alle insinuazioni, poi continuò «Così da non venir bocciato di nuovo. Non voglio far piangere mia mamma» dice con lo sguardo che finalmente si intravedeva dagli occhiali, ed era alquanto minaccioso.
«Sei serio...»Chifuyu si sente come estraneo a quell'affermazione, poi preso da chissà quale emozione che non riesce a decifrare, prende la penna e scrive il kanji "Tora" nel modo corretto. «Così si scrive Tora.»
«Ohhh» il pinguino mormora meravigliato, e Chifuyu ha come l'impressione che fosse arrossito. Poi inaspettatamente sorride, snudando i denti bianchi dai canini affilati. Gli ricorda un gatto randagio, di quelli inaspettatamente curati e fuori luogo per essere randagi, dal pelo nero e pulito.
«Sei...una brava persona!»
«Mi chiedevo... cosa stai scrivendo?»
Il pinguino arrossisce fino alla punta delle orecchie. Esita e poi se ne esce con «Una lettera.»
«Stai scrivendo davvero una lettera a qualcuno? Sei proprio strambo.»

"Caro Kazutora, come stai? Io sono di nuovo a scuola. Spero vada tutto b-"

Gli occhi di Chifuyu cercano di leggere la lettera, ma prima che possa finire di farlo, il pinguino esordisce con:
«Chiudi il becco! Non ti interessa! Vuoi morire per caso?!»
«Wow, che maleducato!» Chifuyu sembrava divertito dallo scatto d'ira del perfetto manichino.
«Stai zitto, idiota!»
«Ah, hai sbagliato a scrivere anche questo!»
«Davvero?»
«Già.»

*

Chifuyu all'uscita di scuola torna a piedi a casa, come al solito. si imbatte poi in un gruppo di teppisti intenti a volergli fare il culo.
«Ti insegnerò un po' di buone maniere, Matsuno. Credi di riuscire a farla franca dopo aver picchiato un nostro subordinato?»
Chifuyu ghigna al ricordo del pestaggio, tiene lo sguardo fisso sull'interlocutore per niente impaurito.
«Wow, scusa. Cercavo di inchinarmi ma poi ti sei piazzato davanti. Mi fai un'imboscata venti contro uno e vi permettete di chiamavi gang? Branco di sfigati.»
ne atterra due ma prende botte da molti più di loro, in quanto superiori numericamente. ma questo lo realizza solo dopo. il più grosso, quello che aveva parlato per primo, prende una mazza intento a spaccargli la testa in due.
poi, come un fulmine a ciel sereno, Chifuyu vede l'ultima persona che si aspettava di incontrare.
«Venti contro uno e usate anche un'arma? Cazzo, fate schifo.»
"Sapientone?"
«Ah!! Grazie, ho spedito la lettera»
«Sei sordo!?» Il più grosso lo ha afferrato per il colletto, ma il sapientone non demorde e continua a parlare.
«Devo pur sdebitarmi in qualche modo!»
«Idiota! Non è il momento gius-»
non fa in tempo a finire la frase che atterra il pezzo più grosso con un solo pugno. poi, con un'uscita teatrale si toglie quegli occhiali orribili e scioglie il codino, lasciando liberi quei bellissimi capelli neri. Chifuyu si chiede se sono morbidi quanto sembrano, nonostante il gel.
«Capitano della prima divisione della Tokyo Manji Gang, Baji Keisuke!»
nel giro di 30 secondi sono tutti atterrati.
«Ascoltate, stronzi! Nella nostra gang se un nostro amico viene ferito, noi pesteremo qualsiasi gang lo abbia fatto. Quindi ricordate, lui è mio amico. Fategli ancora del male e noi spazzeremo via tutta la vostra gang!»
«Sì signore!» riescono ad esclamare i pochi ancora coscienti.
«Chifuyu»
«Eh?»
«Ti piace il peyoung yakisoba?»
«Ehm... Sì»
Scopre in qualche modo di vivere nello stesso condominio del sapientone, distanziati da solo due piani. Sempre per qualche strano motivo, si trova in casa sua a condividere un peyoung yakisoba con un teppista ripetente che si divertiva ad avere un alterego da secchione - quando poi a stento sapeva scrivere- per non far piangere sua madre. Lo trova comunque piacevole. Perché Baji Keisuke è la prima persona che Chifuyu Matsuno rispetta ed ammira.
E il resto è storia.
                                  *
quattro anni dopo.
Chifuyu è -come al solito- a casa di Baji. Si trovano sul divano, il moro seduto e il biondino steso con la testa sulle sue cosce. La tv è accesa e tecnicamente starebbero guardando un film su Netflix, ma Baji era troppo impegnato a carezzare i capelli di Chifuyu sulla nuca, a sentire la sua testa sulle gambe e a guardarlo, e Chifuyu è troppo preso dal godersi il trattamento che il suo migliore amico gli sta offrendo piuttosto che pensare al film.
Vorrebbe essere lui a toccare i capelli morbidi del moro, nonostante prendesse di buon grado quel trattamento, desidera anche lui tastare la morbidezza dei capelli di Baji.
«Ne Chifuyu, ma tu ricordi la prima volta che abbiamo diviso un yakisoba?»
Chifuyu volta la testa verso l'amico, un sorriso mal trattenuto fa snudare i denti.
«Come posso dimenticarlo? Mi sono praticamente trovato a casa tua senza neanche rendermene conto. Ero davvero un idiota, mi sono imbucato nella tana di un pinguino appena conosciuto»
Lo sguardo del moro si fa truce e la presa ai capelli leggermente più forte. Sarebbe stato facile tirargli un pugno, infatti fa per alzare il braccio e colpirlo, ma poi si ferma a qualche centimetro dalla sua faccia.
«Eh? Pinguino? Ti ammazzo.»
Chifuyu sta per scoppiare a ridere alla vista del moro, e decide di provocarlo ancora un po', conoscendo la sua irascibilità.
«Cosa posso farci se ti conciavi come un pinguino? Ormai chiamarti Baji-san è abitudine, ma all'inizio avevo in mente di chiamarti Skipper, o Rico. Come i pinguini del Madagascar.»
Baji ha ancora il pugno a mezz'aria.
«Se io sono Rico allora tu sei Julien, coglione. Preparati a prenderle.» Il pugno sta per colpire Chifuyu ma prontamente riesce a schivarlo voltando la faccia, le mani a pararla, facendo in modo che il moro colpisca la sua stessa gamba. Baji prontamente afferra i polsi di Chifuyu e glieli posiziona sopra la testa.
«Sei morto.»
Il biondo cerca di dimenarsi e soffocare le risate, invano. Arrossisce lievemente per la posizione in cui si trovano lui e Baji in quel momento. Il moro sopra di lui che gli trattiene i polsi e intento a volerlo picchiare, si sente in imbarazzo. Mentre si perde in questi pensieri, dimentica di quantomeno difendersi e si becca un pugno non troppo forte in pieno viso. Baji nel frattempo se la ride di gusto.
«Sapevo fossi un rammollito, ma non pensavo fino a questo punto.»
Chifuyu esita un attimo a rispondere, il rossore ancora lieve sulle guance e l'imbarazzo ancora persistente che non gli permette di guardare il moro in faccia, perdendosi il ghigno che modifica le sue labbra.
«Mi ero distratto.»
«Sai, ho proprio voglia di peyoung yakisoba.»
«L'unico ristorante in zona oggi è chiuso.»
«Allora preparamelo tu.»
«Non sono la tua fottuta cameriera.»
Baji ghigna. «Però ci staresti bene vestito da cameriera, sai?»
«Fottiti.»
«Potremmo cucinarlo insieme.»

Cinque minuti dopo hanno già preparato tutti gli ingredienti sul tavolo da cucina. Baji lega i capelli in una coda disordinata e si occupa delle verdure, lavandole. Chifuyu nel frattempo ha già preparato la padella con gli spaghetti, dopodiché aiuta Baji a tagliare le verdure. Una volta cotti gli spaghetti, arriva la parte difficile. Far saltare le verdure. Chifuyu sa benissimo che portrebbe farlo tranquillamente da solo, ma Baji si diverte ad immischiarsi e decide di volerlo aiutare. Il biondo gli da' le spalle e fa saltare le verdure, mentre Baji si posiziona dietro di lui.
Sente il suo fiato sul collo mentre osserva cosa sta facendo. Sente una serie di brividi dal collo lungo la schiena, dovuti al fiato caldo di Baji.
«Ti do una mano, così non fai un casino.»
Sa bene che non l'avrebbe fatto davvero, nonostante ciò vuole approfittarne per un po' di contatto.
Gli poggia la mano sul fianco e l'altra sulla mano che mantiene la pentola, aiutandolo a farla saltare.
Per quanto hai intenzione di continuare?
È questo ciò che pensa Chifuyu ma non lo dice. Per quanto tempo dovrà ancora trattenere i suoi sentimenti? Non che sia facile, tantomeno gli riesce bene, si sente come una tredicenne alla prima cotta. Si trova ad arrossire ogni volta che ha con il moro un contatto in più, che sia una carezza, il fiato sul collo, una mano sul fianco... Fortunatamente questa volta potrà dare la colpa al vapore della pentola e non alle mani del suo migliore amico.
Ma per quanto potrà andare avanti a forza di scuse?

I piatti sono pronti e la tavola è apparecchiata, sono uno di fronte all'altro e stanno pranzando.
«Ne Baji, oggi abbiamo una riunione con la Toman, giusto?»
«Sì, stasera alle 8.»
Il biondo prede ad accarezzare distrattamente Hikari, il gatto di Baji.
Preferirei accarezzare i capelli del tuo padrone, ma per ora mi accontento del tuo pelo nero.
Si trova poi a pensare per quanto dovrà ancora andare avanti così, sperando che quella cotta gli passi il prima possibile; sperando che Baji sia abbastanza perspicace da capire i suoi sentimenti e magari ricambiare.
«Dopo dormi da me?»
Si rende conto di essersi incantato a fantasticare su cose abbastanza improbabili al momento, poi si riprende.
«Mi stai invitando?»
«Non era abbastanza chiaro?»
«Accetto il tuo invito.» Dichiara benevolo quanto un imperatore che concede all'ultimo dei suoi schiavi la sua presenza, facendo per sparecchiare.
«Giochiamo alla play?» chiede il moro porgendo il joystick.
«Dovrei scendere a casa e fare i compiti, ma va bene»
«Li farai la prossima volta. Poi mi fai copiare.»
«E chi te l'ha detto?»
«Io. Ora.»
«Cosa ci guadagno?»
«La gratitudine del tuo migliore amico. Non ti basta?» risponde ghignando.
«No. Giochiamo?» chiede il biondo col joystick a mezz'aria. Baji accende la play ed inserisce il gioco, poi si stravacca sul divano, le gambe spalancate e fa cenno a Chifuyu di mettersi in mezzo. Titubante, accetta. Sente il calore che emana Baji, e non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Effettivamente riflettendoci, a Chifuyu andrebbe bene anche non starci assieme, l'importante è che il moro sia al suo fianco. Il rapporto con lui potrebbe essere paragonato ad una casa: accogliente, familiare. Un'eventuale relazione con lui sarebbe l'accessorio bellissimo di un qualcosa già comfortevole di sé, avrebbe migliorato la casa ma non l'avrebbe stravolta.
Quindi, Chifuyu constata di poter aspettare ancora per quell'accessorio.
Tanto vi comportate già come se foste una coppia, non cambierebbe tanto.
Le parole di Takemichi rimbombano nella testa del biondo che stenta a trattenere una risata.

Tra una partita e l'altra -con qualche rissa di mezzo per chi meritava la vittoria, ovviamente iniziate dal moro- si fanno le 7. Ognuno va a lavarsi nelle rispettive case e si danno appuntamento fuori all'ingresso del condominio, per poi avviarsi assieme all'incontro della Toman.

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