11. "Ti ho detto che non dovremmo baciarci, non di starmi lontano"

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SPAZIO AUTRICE BREVE:
Vi ringrazio per star leggendo questa storia, ci sto mettendo il cuore affinché vada bene.
Spero di farvi sclerare un po'.
Solitamente pubblico una volta ogni due giorni ma cercherò di postare tutti i giorni.
Detto questo, buon ferragosto. E buona lettura❤️
~Giorgia.

"Posso baciarti?" -chiesi non riuscendo più a stargli vicino senza fare nulla -"si, ti prego" -premetti le labbra sulle sue, alzandomi in punta di piedi per arrivare meglio al suo viso. La sua bocca cercò la mia, bisognosa di attenzioni.

Gli legai le braccia al collo e lui, continuando a baciarmi, mise le mani alla base della mia schiena. Indietreggiai fino al mio letto e lo costrinsi a sdraiarsi, per poi sedermi a cavalcioni su di lui.

Anche quando il fiato esaurì, restammo a baciarci, fu come se non riuscissimo a lasciarci andare. Come se qualunque cosa intorno a noi non contasse più nulla...

E questo mi spaventò, fui terrorizzato dall'idea di lasciarmi coinvolgere emotivamente da quel ricciolino, dai suoi modi di fare, dal suo sorriso contagioso, dai suoi occhi verdi, dal suo sembrare sempre perfetto.

"Merda" -mi allontanai da lui di scatto, stropicciandomi il viso -"ho fatto qualcosa di sbagliato?" -sembrava diventato insicuro tutto d'un tratto, sospirai rumorosamente -"no, è questo il problema... Siamo amici, dovremmo smetterla" -dissi ignorando completamente tutte le emozioni contrastanti che stavo provando -"hai ragione, mi dispiace" -annuì, si alzò dal mio letto a testa bassa.

Prima che potesse allontanarsi lo presi per un polso facendolo sdraiare sul materasso e voltare nella mia direzione, Harry si scontrò contro al mio petto, guardandomi timoroso -"ti ho detto che non dovremmo baciarci, non che devi starmi lontano" -appoggiò la fronte contro la mia spalla, lo circondai con un braccio mentre ridevo -"questa amicizia è nata nel modo più assurdo possibile" -sussurrò scuotendo lievemente la testa, per enfatizzare il suo dissenso.

"Già, ma la normalità è sopravvalutata" -lo rassicurai accarezzandogli la schiena...

Non so per quanto tempo restammo lì. Forse secondi, forse minuti.

Era già calato il sole quando Gemma fece irruzione nella stanza -"che fanno di bello i miei due uomini preferiti?!" - esclamò gettandosi a peso morto sul letto di Harry, neanche aveva prestato al fatto che suo fratello era sdraiato con la testa sulla mia spalla e un braccio che mi cingeva la vita.

Il riccio si allontanò di poco per non destare sospetto e iniziò a ridere -"mi diverto a guardare Louis che si dispera per capire fisica" -"hai ottenuto i risultati dell'esame? Com'è andata?" -la ragazza mi osservò con un' espressione apprensiva, come quella che assumono le madri quando i proprio figli hanno bisogno di essere consolati -"non sono stato ammesso" -ammisi senza tanti giri di parole...

"Vedrai che la prossima volta andrà meglio, non vederla come un fallimento irreparabile" -sorrise, Harry fece lo stesso e gli spuntarono quelle maledette fossette -"potreste non dirlo a nessuno? Il fatto che io non abbia passato un esame è comunque mortificante" -"tranquillo, non lo saprà nessuno... Ah, Harry, mi stavo quasi dimenticando. Sta sera sarà qui Camille. Ma per fortuna ci sarà anche il Signor Tomlinson, ha detto che parlerà lui con papà" -concluse Gemma uscendo dalla stanza.

Restati soli, mi alzai dal mio letto e mi diressi vicino al riccio. Dato che si era steso sul suo letto pochi istanti prima.
Mi sedetti davanti a lui e attesi una spiegazione, non fece altro che abbassare la testa per non incontrare i miei occhi -"Harry" -lo richiamai cercando di farmi guardare, m'ignorò come se non mi avesse minimamente sentito.

"Piccolo" -non so per quale ragione ma quel nomignolo uscì dalla mia bocca senza ragionare, il riccio incontrò i miei occhi -"dovrei usarlo più spesso questo nome, almeno mi ascolti" -ribattei -"che c'è?" -domandò...

Aveva una strana scintilla negli occhi, il verde delle sue pupille sembrava liquido.

"Mio padre continua a credere che farmi sposare con quella ragazza sia la soluzione migliore" -ammise guardandomi negli occhi, si lascio scappare un sospiro sconfitto -"mio padre glielo impedirà" -fu una promessa e volevo mantenerla, anche se sfidare un boss non era una buona idea.

Harry si avvicinò e mi abbracciò, le sue mani erano bloccate tra i miei capelli, lo aiutai ad alzare i fianchi e lo feci sedere a cavalcioni sulle mie gambe...

Qualunque cosa ci fosse tra noi due: stava degenerando.

Le sue labbra arrivarono sul mio collo, ci lasciò alcuni baci casti e poi scese sulle mie spalle. Mi sfilò la maglia e mi spinse a sdraiarmi sul letto.

Sorrisi alla vista di quel ragazzino estremamente impegnato a stuzzicarmi, le sue mani arrivarono all'orlo dei miei jeans. Lo fermai scuotendo la testa -"certe cose le devi guadagnare Styles" -ribaltai la situazione e lo costrinsi a sdraiarsi sul letto, io sopra di lui.

"Credevo che avessimo finito di baciarci" -borbottò Harry mordicchiandosi l'angolo delle labbra -"zitto, non farmene pentire" -dissi mentre, lentamente, giocavo con i suoi riccioli -"dovresti studiare sai? L'esame è tra una settimana" -ecco come rovinare l'atmosfera...

"Se volevi che smettessi di baciarti ci sei riuscito" -sbottai cercando di alzarmi, Harry mi prese per i fianchi e mi fece stendere di nuovo sopra di lui.
Puntai il peso sui gomiti per non schiacciarlo -"non devi smettere, volevo solo ricordarti cosa devi fare" -le sue labbra erano di nuovo sulle mie.

Eravamo un disastro, lingue intrecciate che giocavano tra di loro, mani che scorrevano sul corpo dell'altro, sfregamenti continui e leggeri gemiti sussurrati e sommessi.

"Sai, ho un metodo infallibile per studiare" -disse sulle mie labbra, il suo fiato caldo mi diede una scossa e dei brividi mi percorsero la schiena -"ovvero? Portarmi a letto? Sono sicuro che sia tu il passivo tra noi due" -mi tirò uno schiaffo sulla spalla, mentre con le labbra arrivava alla mia giugulare.

Il punto che, se reciso, poteva annientarti in pochi istanti...

"Già, forse lo sono. Forse saresti tu a portarmici" -non lo lasciai parlare, premetti le labbra sulle sue e gli tirai i ricci -"vai al dunque Styles" -borbottai ringhiando, poi scesi dal suo petto.

Lo guardai mentre si rimetteva seduto, davanti a me, si piegò sul comodino e prese il mio libro di fisica -"qual'è il gioco?" -chiesi -"lo scoprirai nelle prossime lezioni. Ora zitto e studiamo" -esordì sorridendo -"già ti odiavo prima, figurati ora. Questa amicizia sarà la mia rovina" -commentai drammaticamente, forse non lo pensavo ma questo lui non doveva saperlo.

"Oh avanti Tomlinson, so che ti innamorerai di me" -entrambi ridemmo, prima di iniziare a studiare due argomenti di fisica quantistica...

Devo ammettere che la spiegazione di Harry fu semplice e coincisa, tanto che finalmente capii qualcosa di quella materia infernale.

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora