Come una stazione vuota, silenziosa, tranquilla, a tratti inquietante. Passi veloce come un treno in transito, ma io sono noncurante del pericolo, quindi me ne fotto e supero la linea gialla mentre mi sfrecci davanti e mi trapassi il cuore. Mi lasci un vuoto, una voragine, una galleria senza fine, e se prima immaginavo di camminare mano nella mano lungo quei binari, ora mi sento come se ci fossi sdraiata sopra. Ho preso il treno sbagliato pensando che fosse una coincidenza, ci lamentiamo sempre dei ritardi perché siamo impazienti di vivere la vita che ci spetta e invece dovremmo vivere già prima dell'arrivo di quel treno. Quel rumore assordante mi inonda la testa e mi toglie il respiro, ma è proprio agli ultimi respiri che mi sento più viva. Agli ultimi respiri capisco di volerne altri, capisco che ogni treno mi farà provare quella sensazione di quegli ultimi respiri. Il battito torna normale solo quando aspetto il treno successivo, ma, nonostante io non sia sul treno, vivo. Ed è quasi un errore recidivo, lo stesso loop che si ripete con lo stesso ritmo a intervalli regolari: salgo, scendo, aspetto...
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Stazione dei treni intercuori
Short StoryLe persone partono, arrivano, ma non tutte ritornano