Capitolo 8

372 31 8
                                    

Hoseok mangiava felicemente il cibo che i suoi servi gli avevano portato, era un cibo delizioso. Non potevi abituarti a questi cambiamenti di personalità, non sapevi quale fosse la versione reale, o almeno quella che ti avrebbe tollerato. Quando aveva visto che non stavi mangiando, alzò un sopracciglio ed era sicuramente un segnale per te, un segnale che ti diceva che si stava arrabbiando. Quindi presi le bacchette in mano e misi il cibo nel tuo piatto. Ti eri astenuta dal mangiare qualcosa per paura che potesse portare delle conseguenze in seguito. "Non ho avvelenato il cibo o altro." Schernì lui mentre si godeva il suo pezzo di pollo.

"Non lo so, non so davvero fino a che punto arriveresti in realtà." Dissi tu. Areum fece una smorfia in un angolo della stanza, probabilmente avevi appena detto la cosa sbagliata. Nonostante sapessi ce il giovane padrone non ti avrebbe fatto del male in ogni caso, era terrificante pensare alle possibilità. Hoseok posò la ciotola e le bacchette. Il tuo battito cardiaco si fece più forte e lui si avvicinò sempre di più a te, mentre l'odore degli agrumi diventava sempre più forte. Ti spinse indietro la sedia e ti intrappolò tra le sue braccia.

"Guardami." Sussurrò lui. Quando non ti mossi per guardarlo, lui alzò gli occhi al cielo e ti afferrò il mento quasi con violenza. I suoi occhi avevano un accenno di tristezza, non potevi spiegarti del perché. Era sconvolto, un dolore familiare che sentiva da molto tempo ormai, ed era tutto a causa tua. "Se vuoi sopravvivere in questa casa, penso che sarebbe intelligente seguire i miei ordini."

"Perché?"

"Perché di sicuro non vorrai vedere la portata di quello che ti farei quando sono arrabbiato." Rispose lui.

"Hoseok," piagnucolasti tu, mentre le lacrime ti riempivano gli occhi. Per un secondo lui andò nel panico e si trattenne nel lasciarti andare. Odiava vederti ferita o triste. "Chi sei? Perché stai facendo questo a me?" Lui ti lasciò il mento e distolse lo sguardo dal tuo.

"Non puoi indovinare?" ribatté lui. Certo che potevi, gli indizi erano sempre stati davanti ai tuoi occhi, ma tu li avevi ignorati, perché in te c'era un pensiero speranzoso.

"Voglio sentirlo da te." Confessasti tu. Lo faceva impazzire, l'effetto che avevi su di lui, anche solo per la dolcezza della tua voce. Ma non aveva mai conosciuto i suoi sentimenti, e forse non lo avresti mai scoperto. Lui sospirò e si appoggiò al tavolo, intrappolandoti tra le sue gambe.

"Sono un boss mafioso." Cominciò a parlare lui, con voce ferma e sicura. "Il mio gruppo è arrivato in città poche settimane fa. Il nostro obiettivo principale è l'esportazione portuale, per trasportare le risorse a livello nazionale."

"Che tipo di risorse?" chiesi tu, sapendo già benissimo cosa avrebbe risposto.

"Qualunque cosa mi faccia guadagnare soldi, mi amor." Disse dolcemente. "Per un po ho venduto le armi al nord, ma era diventato noioso, quindi ora sto testando la droga." Il tuo cuore cadde. Certo, speravi che tutto fosse una bugia e che avesse ereditato una grossa somma di denaro da un parente deceduto ed era così che aveva ottenuto questa grande casa e ricchezza. Non volevi credere a niente di tutto questo, perché questo lo avresti aggiunto al fatto che era un vero mostro. "Rilassati, non ho mai avuto a che fare con donne o bambini." Rise lui.

"Se avessi una morale, mi lasceresti andare a casa."

Lui annuì con la testa, "Hai ragione. Ma, sfortunatamente, non ho alcuna morale quando si tratta di te."

"Che cosa? Come mai? Cosa ti ho mai fatto?" urlasti tu. Non riuscisti a combattere contro la forza delle sue gambe, che ti costrinsero a stare ancor più ferma di prima.

"Più di quanto tu possa mai sapere, e non c'è niente che tu possa fare al riguardo." Rispose lui senza alcuna emozione. Ma i suoi occhi erano più forti delle sue parole e sentivi il dolore nel suo cuore. "Hai qualcos'altro che vuoi chiedermi?"

"Quante persone hai ucciso?" sussurrasti tu.

"Non importa cosa rispondo, avrai paura di me di sicuro. E voglio mantenere la situazione così com'è." Nonostante ciò, avevi lottato ancora contro la sua forza ed eri riuscita a respingerlo. Un bicchiere cadde a terra e si frantumò. Hoseok guardò i pezzi di vetro, e poi di nuovo te. "Non avresti dovuto farlo, odio i pasticci."

Spaventata, ti precipitasti verso quella che presumevi fosse stata una via di uscita. Hoseok rimase immobile, facendo un gesto con la testa. Non eri nemmeno vicino alla porta quando il tuo corpo fu sollevato e ributtato a terra di nuovo di fronte a Hoseok. Due delle sue guardie ti trascinarono indietro, ti preselo a calci le ginocchia e ti immobilizzarono a terra. "Sei un mostro," dissi tu a denti stretti.

Hoseok si avvicinò a grandi passi, i suoi passi che eccheggiavano nelle tue orecchie, erano più rumorosi di secondo in secondo. Si chinò e ti sollevò il mento perché tu lo guardassi. "Immagino che lo faremo nel modo più duro."

"Cosa sign-"

Areum sobbalzò di colpo e si coprì la bocca, quella era l'ultima cosa che pensava che il giovane padrone ti avrebbe fatto. La tua guancia era diventata rossa e il bruciore peggiorò. La sua mano tornò al suo fianco mentre cercava di rimanere calmo. "Chiamerai la tua famiglia e dirai loro che stai scappando di casa e che non vuoi vederli mai più."

"Assolutamente no," ringhiasti tu.

"Non credo che tu sia nella posizione giusta per non obbedire ai miei ordini, mi amor." Sorrise lui. "D'ora in poi, se mi disubbidirai in qualsiasi modo, ci saranno conseguenze." Alzò di nuovo la mano e tu sussultasti, chiudendo velocemente gli occhi e girando la testa dall'altra parte. Hoseok rise, la sua mano scese per accarezzarti la guancia. Avvicinò il suo viso al tuo e ti sussurrò all'orecchio. "Chiama ora, altrimenti li uccido."

L'aria ti uscì dai polmoni, come se qualcuno ti avesse tirato un pugno nello stomaco. Preferivi che lo avessero fatto veramente piuttosto di avere qualcuno davanti agli occhi che minaccia la tua famiglia. Apristi la bocca per urlare contro Hoseok, ma eri terrorizzata che lo avrebbe fatto arrabbiare di più e che non avrebbe aspettato la tua obiezione per ferire la tua famiglia. Quando vide che non avevi più voglia di reagire, ti avvicinò un telefono all'orecchio.

"Pronto? T/N? Stai bene? Dove sei?" La voce preoccupata di Seokjin, ti fece piangere. Anche se non eri veramente imparentata con lui, ti aveva dato la sua disponibilità per aiutarti in qualsiasi cosa. E proprio ora, gli stavi per spezzare il cuore.

"Oppa," risposi ti con voce tremante, mentre le lacrime accecavano i tuoi occhi in modo da non poter più vedere il sorriso contorto di Hoseok. "Sto bene. Non preoccuparti di dove sono."

"Cosa significa?" chiese Seokjin con impazienza. "Dammi l'indirizzo, vengo subito a prenderti."

"No! Non venire, per favore. Fai sapere a mamma e papà che sono così grata per tutto quello che hanno fatto per me, io non tornerò a casa da ora in poi. Non cercarmi, dimentica che esisto."

"T/N, di che diavolo stai parlando?!" urlò Seokjin.

"Oppa, grazie per essere mio fratello. Ti voglio bene." Poi la linea cadde. Hoseok si rimise il cellulare in tasca.

"Brava ragazza, non è stato così difficile, vero?" Non risposi, lasciasti soltanto che le lacrime ti consumassero. Hoseok fece cenno alle guardie di indietreggiare. Non ti eri nemmeno accorta quando le sue braccia ti avvolsero e le sue labbra si posarono sulla tua fronte. "Sei finalmente tutta mia."

Mono_l1sa

	Mono_l1sa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
ʙʟᴜᴇ sɪᴅᴇ - ᴊᴜɴɢ ʜᴏsᴇᴏᴋ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora