Il tuo tentativo di nasconderti da lui la mattina seguente svanì. Ti aveva vista con la coda dell'occhio mentre versava del banana milk in due bicchieri. "Ecco," disse lui, porgendoti uno dei due bicchieri quando ti resi conto che non aveva più senso nascondersi.
"Grazie," borbottasti tu. Era il tuo preferito. Fece un rapido sorriso, poi rivolse la sua attenzione da qualche parte. Il sorriso che aveva fatto sparire i suoi occhi fiammeggianti di ieri sera. Ma era anche un promemoria che poteva cambiare personalità con uno schiocco di dita e non potevi mai sapere cosa avrebbe fatto. Ti guardasti intorno in cucina per intravedere ancora la ragazza della sera prima. Potevi ancora ricordare le sue labbra dipinte così chiaramente, come se fossero state sangue nella notte più buia. Presto, i ricordi delle sue braccia intorno a lei inondarono la tua mente. Chiudesti gli occhi per tenere lontano quel momento. Era l'ultima cosa a cui volevi pensare. Non avrebbe dovuto darti fastidio, pensasti, quello che faceva a casa sua non ti riguardava affatto, specialmente quando eri solo una sua prigioniera.
"Se n'è già andata," disse Hoseok con la schiena rivolta verso di te. Poteva sentire la tua ansia, forse anche il tuo disagio. L'aveva sentito anche la sera prima, e aveva pensato che sarebbe stato divertente farti sentire così.
"Cosa?" la sua frase ti riportò alla realtà. Quando vidi che aveva un sorriso sul viso, ti schiaristi la gola e guardasti da un'altra parte. Non avevi mai notato il dipinto di girasole appeso sopra il camino in soggiorno prima, e ti pareva familiare. "Voglio dire, non me ne potrebbe fregare di meno di quello che fai con il tuo tempo." Aggiunsi tu.
"Certo che non te ne frega." Hoseok sorrise. "Allora, com'è andato il resto della tua serata?" chiese lui, voltandosi per guardarti. Appoggiò la schiena al bancone e incrociò le braccia. Insieme alla sua maglietta bianca larga e alla fronte scoperta, per te era combinazione letale. Distolsi lo sguardo rapidamente.
"Me lo stai davvero chiedendo?"
"Sono solo curioso," alzò le spalle lui. "Mi preoccupo per la mia ospite a casa mia."
Ridesti ad alta voce, troppo forte forse. "Giusto, perché sei così generoso." Alzasti gli occhi al cielo, e iniziasti ad incamminarti verso la tua stanza poiché sembrava che Hoseok oggi sarebbe rimasto a casa oggi non avevi affatto voglia di stargli vicino. Ma più veloce della luce, apparse sulla soglia davanti a te.
"Pensavo di averti fatto una domanda," affermò lui con voce rauca. L'alcol della notte scorsa si era disperso nell'aria e un profumo di agrumi circondò entrambi. Anche quell'odore era familiare e invitante.
"Non voglio risponderti, sei solo quello che mi tiene prigioniero e nient'altro." Borbottasti tu. Era la risposta sbagliata.
Espirò poi con una rapida mossa, ti tenne la schiena premuta contro il muro mentre ti teneva i polsi sopra la testa. Il bicchiere di succo d'arancia andò in frantumi sul pavimento. "Hai ragione, sei la mia prigioniera, quindi mi aspetto che tu risponda a meno che tu non voglia che faccia qualcosa di spiacevole." Ti avvertì lui. Il tuo polso ti stava facendo male, come se la sua mano fosse un serpente offensivo. Lui si avvicinò al tuo orecchio, tu chiudesti gli occhi, sperando che il mostro se ne andasse. Era tentato di baciarti il collo, forse per mostrare il suo dominio, o l'affetto, era ancora indeciso. Tuttavia, non andò lontano quando vide una sola lacrima scendere lungo la tua guancia.
Hoseok serrò la mascella e poi lasciò cadere i tuoi polsi. Era di un colore rosso vivo. Fece un passo indietro e vidi un accenno di rimorso nei suoi occhi. Poi distolse lo sguardo. "Chiamerò Areum per ripulire." Senza risparmiarti un'altra occhiata, salì le scale. Il tuo corpo era ancora attaccato al muro come se fossi in una sorta di trance. Ti chiedesti del perché quando il suo corpo si trovava così vicino al tuo, provavi uno strano senso di conforto e calma. E non era la prima volta che l'aveva fatto, no, una cosa del genere era già successa, molto prima. I suoi occhi annebbiati ti avrebbero perseguitata per sempre.
Proprio in quel momento Areum entrò. Non fu scioccata nel vedere la confusione, ma era preoccupata quando ti vide contro il muro, con il viso pallido. "Stai bene, T/N?"
Ti ci volle un secondo per respirare di nuovo. "Non credo che starò mai bene finché sarò imprigionata in questa casa." Dissi tu senza pensarci troppo. Il viso di Areum rimase neutrale, ma si poteva intuire che la tua affermazione l'avesse sconvolta. "Scusami."
"Per favore non scusarti. Il giovane padrone ha difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti." Spiegò lei. "In fondo, il suo cuore è puro ed è una persona brillante."
"Come può il cuore di qualcuno essere puro se fa cose illegali?" ribattesti tu. "E non sto nemmeno parlando del fatto che mi abbia rapito, ma ha ucciso persone e ha commerciato armi illegali. Potrebbe essere brillante, ma non nel modo giusto."
"Non è sempre stato così. Era così felice e gentile con tutti quelli che incontrava. Ma poi un giorno, qualcosa lo ha fatto scattare, e da allora è rimasto così. Si è spento e ha chiuso fuori le persone."
"Cos'è successo?"
"Non dovrei dirtelo." Scosse la sua testa.
"Areum per favore," la implorasti. "Ho bisogno di saperne di più su di lui. Se dici che era una brava persona, allora voglio crederci. C'è un enigma qui, lo so, e devo risolverlo. Non so perché, ma sento ce non era solo un estraneo casuale nella mia vita. È come se ci fossimo incontrati molto tempo prima ma non riuscissi a mettere insieme i pezzi di un puzzle che non ho. Quindi per favore."
Areum sospirò, ed era un po fiduciosa. Pensava che se lo avessi saputo, avresti potuto aiutare il giovane padrone a tornare alla sua giovinezza allegra.
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ʙʟᴜᴇ sɪᴅᴇ - ᴊᴜɴɢ ʜᴏsᴇᴏᴋ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]
Fanfic[COMPLETATA] Un sorriso diabolico si dipinse sul suo viso. Sarebbe interessante, pensò tra sé. Aveva messo gli occhi su di te dal giorno in cui aveva messo piede in quella città, qualche mese prima. A essere onesti, il suo sguardo non ti aveva mai l...