Capitolo 16

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Quando mi sveglio... No in realtà non ho neanche dormito, ho pensato tutto il tempo a lui ed alla sua ragazza, o almeno penso sia la sua ragazza, mi alzo e mi guardo allo specchio, sembro un mostro ho i capelli raccolti la maglietta fino a metà coscia con dei pantaloncini corti che neanche si vedono, ho delle occhiaie pazzesche.
"Cazzo" Noto un enorme succhiotto sul mio collo che non avevo notato prima.
"Papà" Nessuna risposta
"PAPÀÀÀ" Anche sta volta il silenzio più assoluto, scendo le scale, mio padre non é in casa, afferro gli occhiali da sole metto delle scarpe ed esco di casa, dove sto andando? Non ne ho la più pallida idea ho solamente voglia di camminare.
Dopo cinque minuti arrivo in un minimarket, non ho soldi con me ma decido lo stesso di entrare e prima di rendermene conto ho una bottiglia di rum sotto la maglietta incastrata nei pantaloncini , che cazzo sto facendo? Mi dirigo all'uscita, nessuno mi ha vista, é stato davvero così facile? Cioè ci vuole davvero così poco a rubare qualcosa in un negozio?
Giusto il tempo di allontanarmi dal mercato ed apro la bottiglia.
"Che schifo" Tra tutto quello che potevo prendere ho scelto proprio questo schifo? Continuo lo stesso a berlo anche se non mi piace e dopo circa cinque minuti la testa comincia a girare parecchio forte.
Arrivo in una stradina che mi sembra parecchio familiare anche se non ricordo di esserci mai stata, magari ci sarò passata per sbaglio in macchina.

Dopo pochi altri metri capisco perché la strada mi era familiare, questa é la strada di Nico, Nico vive qui 'MERDA' penso, se mi vedesse qui un questo momento in queste condizioni non so cosa succederebbe, o meglio non so cosa farei io, nonostante io continui a pensare di dover tornare indietro le mie gambe o meglio l'alcol continua a farmi camminare verso lui ma soprattutto continuo a bere dalla bottiglia, dopo averne bevuta mezza non fa più neanche così schifo.
"Sara?" Cazzo, mi ha vista, ritirata, perfavore fatemi tornare indietro, sono sicura che l'alcol sapeva dove mi stesse portando, non in una stradina a caso ma nella stradina. Ok adesso l'alcol mi ha dato anche alla testa.
"Che ci fai qui?"
"Tu, T-tu sei proprio un grandissimo c-coglione" La mia bocca si muove sola, come se fosse un corpo con vita propria, Nico mi afferra la bottiglia e controlla il grado alcolico.
"Sei ubriaca"
"Nooo non lo sono, sono solo molto molto felice, ma non di vederti, vederti mi ha peggiorato la giornata"
"Entra"
"Dove?"
"In casa"
"Assolutamente NO"
"Sono le due del pomeriggio e tu sei già ubriaca"
"Sono già le due?" scoppio in una risata isterica e poi cerco di riprendermi la bottiglia che lui non mi permette di prendere.
"Perfavore dammela"
"Assolutamente no, entra dentro"
"Non voglio"
"Ti giuro che se non entri dentro ti ci porto io di forza" Il suo tono di voce comincia ad alzarsi.
"Sei arrabbiato con me?"
"No"
"Invece si, ma non é colpa mia, é solo colpa tua e di quella stupida, ansi no, lei non é stupida tu, tu sei stupido" Comincio a piangere ma non singhiozzando, ho solo le lacrime agli occhi.
"Non piangere"
"D'aiuto"
"Andiamo entra così dormi un po' e ti sentirai meglio"
"Mi sentirò meglio quando riavrò la mia bottiglia e tu, tu sarai scomparsa"
"Scomparso"
"Cosa?"
"Hai detto scomparsa, sono un maschio"
"Non ne sono, sicura"
"Smettila"
"Dove stavi andando?" Mentre dico ciò riesco finalmente a riprendere la bottiglia di rum che aveva ingenuamente appoggiato ad un muretto e ricomincio a bere.
"Smettila di bere"
"Non cambiare discorso"
"Tu lo hai fatto"
"Quando?"
"Prima"
"Prima quando?"
"Poco fa"
"Dove vai?"
"Non ti interessa"
"Vai da lei vero?"
"No"
"E dove?"
Al suo improvviso silenzio capisco, sta andando da lei mi giro e comincio a camminare verso casa mentre continuo a bere dalla bottiglia.
"Sai che ti dico?" Perché non riesco a stare zitta.
"Sentiamo"
"FOTTITI"
Di colpo sento qualcosa risalirmi in bocca e la testa girare all'impazzata, mi appoggio al muretto e lentamente scivolo a terra, Nico corre verso di me e mi aiuta ad alzarmi.
"Adesso entrerai in casa?" Sta sussurrando quando mi dice ciò, annuisco leggermente e lui mi prende imbraccio portandomi dentro casa sua e facendomi sedere sul divano, mi avvicina un secchio, mi leva definitivamente la bottiglia dalle mani mi scioglie i capelli e li riallaccia facendo una coda più stretta.
"Perché?"
"Cosa?"
"Perché stare con lei ma allo stesso tempo baciare me?"
Non parla si limita a guardare il vuoto.
"Voglio andare a casa"
"Non così, sei troppo ubriaca"
"Tanto a casa non c'è nessuno"
"E se dovesse arrivare tuo padre?" Sta volta sono io a non parlare, il silenzio diventa assordante nessuno parla.
"Non provo più nulla per lei"
"Cosa?"
"Non posso lasciarla"
"Perché?"
"È incinta" A queste parole sbianco.
"Bella merda"
"L'avrei lasciata molto tempo fa in realtà, solo che non ho mai avuto il coraggio di lasciarla, sto con lei da tre anni e adesso il bambino... Non posso farlo"
"Capisco" Sta volta é lui a bere dalla bottiglia.
"Ehy quella é mia"
"Vuoi che te la ripaghi?"
"Nha, l'ho rubata"
"Che hai fatto?" Lo guardo e lui guarda me cominciamo a ridere fin quando non cominciò a vomitare.
"Merda"
"Tranquilla, tanto hai preso il secchio"
"D'aiuto" Comincia a ridere e poi va in cucina a prendere dei fazzoletti.
"Bevi"
"Sei pazzo"
"Ti sentirai meglio"
"Io non la bevo quella merda"
"È solo caffè"
"Odio il caffè"
"Si ma poi starai meglio, fingi sia del rum"
"La cosa non migliora la situazione"
"Andiamo bevilo" prendo il caffè e lo bevo, poi mi pulisco con dei tovaglioli.
"Chi lo sa?"
"Di cosa?"
"Del bambino"
"Io, lei, i suoi, e tu"
"I tuoi non lo sanno?"
"No, se gli dicessi di aspettare un bambino impazzirebbero"
"Si ma dovrai dirglielo"
"Si ma non so ancora quando" Dopo poco il caffè comincia a far effetto ed io ricomincio a vomitare, mi tiene i capelli per evitare che si sporchino o che mi vadano in faccia, la coda non é il miglior modo per evitare che mi cadano i capelli in faccia.
"Devo tornare a casa"
"Resta qui per il momento, tuo padre si preoccuperà"
"Si preoccuperà anche se non torno"
"Mandagli un messaggio"
"Non ho il telefono"
"Sei uscita senza telefono?"
"Si"
"Glielo mando io"
"Stai scherzando?"
"Andiamo tanto sa che siamo usciti insieme l'altra sera"
"Si ma sono a casa tua"
"Gli dirò di che ti porto a prendere un panino"
"Ed io sarai uscita senza telefono?"
"Si?"
"Non ci crederà"
"Perché?"
"Non vado neanche in bagno senza telefono"
"Non stavi male"
"Fai quel che vuoi"
Nico manda una messaggio a mio padre che sembra credere tranquillamente al fatto che io abbia scordato il telefono a casa.
"Voglio dormire"
"Vieni al piano di sopra così ti metti a letto"
"No tranquillo va bene anche il divano"
"Sicura?"
"Si"
"Posso sdraiarmi con te?"
"No"
"Perché no?"
"Perché no"
"Quando eri ubriaca io ho dormito con te, restituisci il favore"
"Va bene" Lo guardo e sbuffo.
Si sdraia accanto a me e parliamo per un po' poi mi addormento, insieme al mio mal di testa che non se ne andrà per le prossime cinque ore.


Ho bisogno di te... //Nicolò Barella Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora