Capitolo 16

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In quella passeggiata di ritorno, inciampasti nei tuoi piedi. I tuoi occhi erano fissi sulla strada davanti a te, ma la tua mente era completamente altrove. Tutto era tornato a una persona, Hoseok. Quando avevi sentito l storia, sia di Areum che da Seokjin, tutti i pezzi dei tuoi ricordi tornarono, ma non del tutto. Ricordavi il sorriso di Hoseok quando era più giovane, i suoi abbracci calorosi, la sua allegra risata che ti illuminava sempre la giornata. Potevi vedere e ricordare chiaramente il primo giorno che lo avevi incontrato.

Era la quinta elementare. Temevi di andare a scuola per paura che i bambini ti prendessero in giro come facevano normalmente. Ma quando entrasti in classe, le loro granate e i loro proiettili erano puntati su qualcun altro, un nuovo arrivato. Avresti dovuto essere felice di non essere stata più nel loro mirino, ma allo stesso tempo ti sentivi malissimo che qualcuno di innocente come quel ragazzo venisse preso di mira. E per ragioni stupide come gli altri ragazzi che non amano il suo atteggiamento estroverso. Volevano che il ragazzo crollasse, si adeguasse alle loro vite noiose. Il tuo stomaco si contorceva quando il ragazzo iniziava a piangere. Gli altri ragazzi ridevano e poi alzavano le braccia. Non avevano mai avuto la possibilità di ferire Hoseok perché li avevi fermati e avevi portato via quel ragazzo con te per nascondervi in un armadietto lì vicino.

"Perchè lo hai fatto?" chiese lui.

"Perché so che non reagiresti."

"E come lo sai?"

Alzasti le spalle, "Perché sei un codardo come me."

"Io sono...Hoseok."

"T/N," risposi tu.

"T/N," ripeté lui. "Grazie. Sei la mia prima amica."

Amica, pensasti, come suonava amara la parola adesso. Sentisti le emozioni che provavi nei suoi confronti a un certo punto gonfiarsi. Era una brava persona, anche la migliore. Era stato gentile con te e con tutti quelli che aveva incontrato. Non erano giuste le cose che stava facendo adesso, i crimini che aveva commesso, ma stavi iniziando a capire i suoi ragionamenti. Il mondo era contorto, le persone sopravvivevano giocando.

Altri ricordi insieme a lui inondarono la tua mente, l'odore di agrumi, della tua mano nella sua. Il giocoso 'ti amo' che professava in momenti casuali. Non ci avevi mai pensato molto quando eri più giovane, ma ora le parole avevano un significato immenso e avevano così tanto peso. Lo diceva su serio, e anche adesso. Era confusionale tutto questo, lo odiavi ancora per averti preso contro la tua volontà, per aver minacciato di ferire la tua famiglia e non per dare un significato alla sua carriera. La tua mente era un tornado, un'altalena di contraddizioni nella tua percezione di lui. Adesso avevi solo bisogno di sentirti dire tutto ciò da lui.

Non aveva senso nasconderti mentre tornavi indietro. Doveva aver scoperto che ormai te ne eri andata. Eri preparata per il rimprovero. In effetti, l'avevi trovato appoggiato a uno dei pilastri fuori dalla porta d'ingresso. Le sue braccia erano conserte ed era evidente che stava aspettando il tuo ritorno. Era pronto a stuzzicarti per essere scappata per mascherare quanto fosse spaventato che non saresti tornata. Quando aveva visto che avevi mandato un messaggio a Seokjin, aveva pensato davvero che sarebbe stata l'ultima volta che ti avrebbe vista.

Ma i suoi pensieri si oscurarono quando vide che stavi piangendo. Era l'ultima cosa che voleva che tu facessi. Si aspettava che gli avresti fatto innumerevoli domande, voleva che gli urlasti che fosse un egoista, per essere un mostro così freddo. La vista delle lacrime nei tuoi occhi gli spezzò il cuore. Sfiorasti la sua spala e entrasti direttamente in casa per andare nella tua stanza. Hoseok ti seguì rapidamente, solo per trovarsi faccia a faccia con la porta della tua stanza chiusa. A chiave.

"T/N, cos'è successo?" chiese lui bussando leggermente alla porta. Era la cosa più civile che stava facendo Hoseok dopo un po di tempo. Il bussare era attutito dai tuoi silenziosi singhiozzi. Continuò a bussare. "Se c'è qualcosa che non va, parla con me." Continuò a parlare lui. "O con Areum. Però parla solo con qualcuno, non voglio che ti chiudi in te stessa così." Hoseok era sinceramente preoccupato e spaventato. Ti aveva già vista piangere a causa sua, ma questa volta era diverso. Lo guardavi con rammarico e riconoscimento e questo era terrificante. Era una tristezza su cui non aveva alcun controllo, un oceano di rimorso che inondava la casa. La sua mano indugiò sulla porta. "Adesso ti lascio in pace, ma almeno lascia che Areum ti porti da mangiare qualcosa. Sei stata fuori tutto il giorno, devi essere affamata."

Aveva ragione, stavi morendo di fame, ma eri ancora troppo intontita per muoverti. La sua ombra si allontanò dalla porta come promesso. Qualcosa ti diceva che non era la prima volta che ti lasciava involontariamente così, il che ti scoraggiava oltre ogni cosa. Sotto gli strati segreti e ferite, Hoseok era ancora il ragazzo che cercava qualcuno da amare e da chiamare sua.

Apristi a porta ad Areum, che sembrava fragile come quando Hoseok se n'era andato. "Ti ho portato della zuppa,"disse con la sua solita voce rassicurante, cercando di mantenere la sua immagine e nascondendo quanto fosse preoccupata. Quando posò tutto sul tavolo, tu l'abbracciasti subito. Lei emise un piccolo sussulto, ma ti abbracciò immediatamente.

"Grazie per esserti presa cura di me," sussurrasti tu. "Mi dispiace di essermi dimenticata di te. Per favore, sappi che sono grata per tutti i pasti che hai cucinato per me e per avermi rimboccato le coperte alcune sere. E grazie per esserti presa cura di lui in tutti questi anni." Non ti chiese molto dopo che le avevi riferito quelle cose, continuò soltanto a darti pacche sulla schiena e a canticchiare dolcemente come faceva una volta.

Mono_l1sa

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ʙʟᴜᴇ sɪᴅᴇ - ᴊᴜɴɢ ʜᴏsᴇᴏᴋ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora