Mi risulta strano scrivere questa cosa.
È strano perché è la prima volta che decido di parlare, liberamente, di questo primo anno d'università, che però, sotto mentite spoglie, parlerò di una relazione che mi ha influenzato che mi tocca troppo, quindi vado anche in difficoltà.
Relazione amorosa? Direi di no, o meglio, è nato tutto da un palo, da un rifiuto e tutto è andato degenerandosi, specialmente a livello psicologico, mentale. Tutto ciò, però, mi è servito per scoprire le mie criticità, le mie paure, i miei difetti, un po' come il Covid ha mostrato all'Italia, ed a noi italiani, i nostri problemi, ma devo mettere un punto, tracciare una linea e buttare tutto fuori, perché non ce la faccio più a nascondere questa storia, nascondermi dietro di essa.
Ogni volta che mi capita di parlarne, chiudo le spalle, abbasso la testa, la mia voce si fa più sottile, tremante, come se fossi stato vittima di chissà quale atto orribile, ed è per questo motivo che voglio scrivere tutto ciò che è successo, come un'operazione chirurgica, devo asportare questa cosa, ma non perché voglio condannare (e condannarmi) il passato, al contrario, perché voglio guardarlo e non rimanere più terrificato, colpito da pensieri e ricordi che, un po', fanno male ancora.
Non è un'ossessione, come i killer che hanno le foto della vittima attaccate al muro con un coltello conficcato, è più un trauma, come quando un soldato sente i fuochi d'artificio e gli vengono in mente i flashback del Vietnam, pertanto, questa è la puntata in cui decido di dire tutto ad un tizio sconosciuto, al bancone del bar, in modo da potermi togliere un peso, guarire e non nascondermi, ad ogni Capodanno, sotto al tavolo.
Lo faccio quindi per me, per capire effettivamente tutto ciò che ho vissuto, dato che quando riesco a raccontarla a qualcuno, riduco la storia eliminando dettagli (sono arrivato ad un audio di 20 minuti comunque) oppure accenno solo a qualcosa, senza spiegare come mi sono sentito, come mi sento e quali effetti che ha avuto su di me.
Nessuno sa tutto, neanche la protagonista (anzi, specialmente), semmai dovesse esserlo, perché, alla fine, forse parlerò più di come mi sono sentito, che effettivamente di lei. Per di più, parlerò anche di vecchie e nuove amicizie (e di come queste mi hanno cambiato la vita, nel bene e nel male), del mio primo anno d'università che fungerà da sfondo, di eventi extra-universitari e altre cose. Ma ad essere sincero, non so neanche che direzione prenderà.
Dirò davvero tutto, quindi me ne assumo le responsabilità, perché ho la sensazione) che può causare qualcosa. Non lo faccio per creare caos, ma perché tutto conta e non posso (tantomeno voglio) omettere nulla, rendendomi conto che si tratta di una scelta egoistica, ma tuttavia mentirei se negassi la mia volontà di cambiare qualcosa.
Insomma, dopo tutto questo piccolo preambolo, alla fine, non è nient'altro che un racconto di un'idiota, cioè il sottoscritto, quindi, leggete tutto, ma non con un tono serio, bensì leggero, tranquillo, chill.
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Elia I
General FictionNato in uno dei tanti pomeriggi caldi estivi, tra la noia ed il sudore, ho deciso di scrivere la storia del mio primo anno universitario, fatto da amore, avventura, studio ed altro. Non è previsto il sequel, però, mai dire mai. Per il resto, sta tut...