CAPITOLO 1

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SETTE MESI PRIMA.....

-Sav, svegliati è tardi- mi sfregai gli occhi

-arrivo! - balzai giù dal letto, ogni mattina la stessa storia: non sento la sveglia, Rachel si arrabbia perché siamo in ritardo e io mi preparo in dieci minuti

-eccomi- uscì dalla mia stanza e raggiunsi la mia migliore amica in salotto, abitavo con lei in un appartamento del college, io studiavo moda mentre lei fotografia, spesso mi usava come modella perché amava i miei capelli castano ramato e aveva ragione perché erano fantastici

-ascoltami- mi voltai a guardarla mentre camminavamo verso le aule

-stasera Nik viene da noi- non la lasciai finire, lei e Nik erano fidanzati da quasi tre anni, erano davvero carini

-tranquilla, io esco alle otto così avrete la casa libera- mi sorrise

-dove andrai? – alzai le spalle, sinceramente non mi importava molto

-non so, magari passo dai miei o vado al cinema- entrai nella mia classe dopo averla salutata, durante l'ora di storia decisi che avrei fatto un salto a casa, non vedevo la mia famiglia da circa due settimane e mi mancava parecchio.

Quella sera avvisai i miei della visita e partì in auto

-Joy! – una chioma rossa mi venne in contro sul vialetto, era Joy la mia sorellina di quattro anni, la abbracciai, poco dopo Evie ci raggiunse

-sorellona! – lei assomigliava più a mio padre perché aveva i capelli nocciola, entrammo in casa

-ciao tesoro- mi voltai e incrociai gli occhi verdi di mia madre, identici ai miei, teneva in braccio Nathan il mio fratellino che volle venirmi in braccio non appena mi notò

-buonasera- mi voltai e vidi due occhi azzurri scendere dalle scale, consegnai Nathan a mia madre e abbracciai forte papà

-come va al college? – sistemai i piatti nel lavandino

-bene, sto lavorando a una collezione di costumi da bagno a tema estivo e ne ho disegnato uno che ti starebbe da favola- mamma sorrise e le mostrai il fascicolo che avevo in borsa

-questa tonalità di blu sta benissimo con i tuoi capelli- le sollevai una ciocca rossa per rendere l'idea, le mostrai gli altri, alle undici tornai da Rachel che aveva già cacciato Nik da casa

-alla fine dove sei andata? – sbadigliai

-dai miei, ora vado a dormire, sono esausta-.

Se mi avessero chiesto il nome della persona più antipatica del mondo avrei senz'altro risposto Julian Clark, avrei detto il suo nome anche se mi avessero chiesto quale fosse la persona più sexy ma non mi avevano mai posto quella domanda.

Suo padre, Damien Clark era il proprietario di una delle tante aziende rivali a quella della mia famiglia, da quando ero piccola mi era sempre stato chiesto di evitare qualsiasi Clark, non mi avevano mai dato un motivo ma io avevo sempre obbedito anche se avevo sempre avuto la curiosità di conoscere Julian. Ad ogni modo quella mattina mi ritrovai Julian camminare verso di me

-hey Kane! – chiusi con un po' trappa forza l'armadietto e mi voltai pronta ad andarmene e ignorarlo come negli ultimi sei anni, mi afferrò per il polso costringendomi a voltarmi, spesso, nell'ultimo anno continuava a parlare con me nonostante sapesse che non mi andasse molto a genio. Non li era bastato il pugno in quinta elementare, ne voleva un secondo?

-cosa vuoi Clark? – sorrise visibilmente soddisfatto dall'avermi tirato fuori due parole, riuscì a fuggire alla sua presa e mi allontanai

-volevo solo sapere se avevi gli appunti di fisica, sai ero assente la volta scorsa- sbuffai alzando gli occhi

-perché non li chiedi ai tuoi amici- la mia suonava più come un'affermazione che come una domanda eppure mi rispose e la sua voce da modello Hollywoodiano non fece altro che far impazzire ulteriormente i miei ormoni già alle stelle

-sono sicuro che i tuoi siano più ordinati e corretti- presi un bel respiro sono solo degli appunti Savannah, non c'è nulla di male ad essere gentile, presi un quadernetto giallo dalla borsa e glielo porsi

-grazie, te lo ridarò appena avrò terminato- annuì e raggiunsi Rachel a ginnastica, era l'unico corso che avevamo in comune

-hey, Rachel- sventolai una mano nonostante lei fosse girata di spalle

-non immagini chi ho incontrato oggi- si legò la chioma castana in una coda alta e poi cominciò a indovinare

-Lucas? Adrian? Paul? – scossi la testa ad ogni nome e cominciammo a correre l'una affianco all'altra

-ti rendi conto che hai elencato in ordine tutti i giocatori della squadra di football? – rise, li aveva persino classificati dal più bello al più mediocre, perché intendiamoci, tutti erano dei gran fighi

-veramente ne ho saltato uno- mi sorrise maliziosa

-uno con i capelli scuri e gli occhi identici ai tuoi- sospirai, Rachel aveva capito e la mia espressione confermò la sua ipotesi, le raccontai tutto e la corsa divenne automaticamente più faticosa

-c'è sotto qualcosa- mi disse quella sera nel nostro appartamento

-perché? – alzò gli occhi al cielo, era sempre stata lei l'esperta della questione "uomini" grazie alla sua esperienza

-perché a un ragazzo come lui non importa nulla degli appunti, tantomeno di fisica- più o a meno capivo dove voleva arrivare

-quindi ti avrà chiesto quegli appunti per parlarti e per avere un pretesto per cercarti e vederti nuovamente- cominciai a capire, mi raddrizzai sul divano e la guardai seriamente, Rachel mi stava dicendo che, secondo lei io piacevo a Julian Clark, la mia migliore amica sapeva bene che lo trovavo davvero bello e che l'avevo sognato tante volte in contesti molto imbarazzanti da raccontare ma non avevo mai pensato ad una relazione vara e propria

-dici che li piaccio? – sorrise

-può darsi, ma che ti importa? Tanto lo odi- distolsi lo sguardo dai suoi occhi nocciola visibilmente divertiti, esatto, che mi importa?

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